NEWS:

Il 2018 sarà l’anno europeo del patrimonio culturale

Costa: "Una vittoria della Commissione Cultura e del Parlamento europeo, con il personale, prezioso sostegno del Presidente Schulz"

Pubblicato:19-04-2016 09:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:35

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp
S. Costa

S. Costa

ROMA – “2018: anno europeo del patrimonio culturale. Questa è la grande e attesa notizia che domani porteremo al Forum europeo sulla Cultura. Una vittoria della Commissione Cultura e del Parlamento europeo, con il personale, prezioso sostegno del Presidente Schulz. Ma soprattutto una grande soddisfazione per tutte quelle associazioni, come Europa nostra, che si sono battute per questo risultato”. Lo annuncia l’europarlamentare Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, ricordando che già sotto la presidenza italiana il Consiglio dei Ministri della cultura lo aveva proposto d’intesa con il Parlamento, che poi lo ha formalmente approvato lo scorso settembre nel suo Rapporto di iniziativa sul patrimonio culturale.

“Il rush finale contro alcune resistenze – prosegue Costa- è stato possibile non solo grazie alla determinazione nostra e del presidente Schulz , ma anche all’ulteriore impegno di Paesi come l’Italia, la Germania e il Lussemburgo nel sollecitare la Commissione europea. Accogliendo questa proposta, il Presidente Juncker dimostra di aver colto che oggi alla crisi europea si deve rispondere a partire da un forte messaggio culturale e solidale, e il patrimonio culturale è un bene dell’umanità da salvaguardare e trasmettere”. “L’Anno europeo -conclude Silvia Costa- sarà l’occasione per condividere e riconoscere che la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale europeo, materiale e immateriale, costituiscono una straordinaria risorsa identitaria e un fattore di coesione sociale, di dialogo interculturale, di sostenibilità e qualità dello sviluppo e della cooperazione con i Paesi Terzi”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it