Stellantis, John Elkann: “Senza di noi l’auto italiana sarebbe morta da tempo”

"Abbiamo difeso la produzione e l'occupazione degli stabilimenti nel Paese", ha detto il presidente in udizione davanti alle Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato

Pubblicato:19-03-2025 21:03
Ultimo aggiornamento:19-03-2025 21:54

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ROMA – “Ci si chiede spesso quali vantaggi ha l’Italia da Stellantis. Se non ci fosse oggi Stellantis non saremmo qui, perché l’auto italiana sarebbe già scomparsa da tempo, come l’informatica dopo l’Olivetti. Negli ultimi vent’anni il mercato domestico è calato del 30%, mentre l’occupazione si è ridotta di circa il 20%. Questo significa che l’azienda ha difeso la produzione e l’occupazione degli stabilimenti nel Paese”. Lo ha detto il presidente di Stellantis, John Elkann, in audizione davanti alle Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato.

Abbiamo voluto quantificare l’apporto dato dall’azienda al Paese, chiedendo all’università Luiss Guido Carli di realizzare uno studio indipendente sulla storia del gruppo dal 2004 al 2023, anni che ho vissuto in prima persona. Ciò che emerge è che il contributo positivo alla crescita dell’economia italiana non è mai venuto meno“, ha detto Elkann.

“Lo studio evidenzia che dal 2004 al 2023 Stellantis ha prodotto in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali, per un valore complessivo della produzione nazionale di quasi 700 miliardi di euro. Calcolando gli effetti sulla filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie, il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia- ha sottolineato Elkann- Un fatto ancora più importante se si considera il contributo che i nostri poli industriali hanno dato e tuttora danno al Mezzogiorno, portando lavoro, investimenti, sviluppo imprenditoriale, crescita infrastrutturale. L’auto italiana ha unito il Paese riducendo i divari e creando opportunità“.

“TRA 20 ANNI PRODURREMO SOPRATTUTTO ELETTRICHE, SERVE POLITICA UE”

Il nostro settore fra 20 anni produrrà soprattutto automobili elettriche– ha dichiarato-. Cina e Stati Uniti stanno definendo una politica industriale per l’auto, con normative e risorse orientate a raggiungere i loro interessi nazionali. Noi auspichiamo che ciò possa accadere presto anche in Europa. Perché in questo mestiere definire un quadro chiaro è fondamentale per tutti gli attori: costruttori, sindacati, fornitori, concessionari e clienti”

“FUTURO ELETTRICO, MA 1,8 MLD DA UE SONO SFORZO NON SUFFICIENTE”

L’aumento della produzione in Europa ed in Italia nel prossimo ventennio dipenderà dalla crescita del mercato, che sarà sempre più elettrico– ha spiegato il presidente- e il costo della batteria ad oggi rappresenta fino al 45% del costo totale del veicolo elettrico. Oggi sono attive 263 Gigafactory in tutto il mondo: 214 sono localizzate in Cina, solo 13 in Europa. Le aziende cinesi hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia. L’impegno della Commissione europea di mettere a disposizione 1,8 miliardi di euro con l’Industrial Action Plan per produrre batterie a livello europeo è uno sforzo iniziale ma non sufficiente a colmare il divario con la Cina”.

“DA DECISIONI TRUMP EFFETTI SU NOSTRA PRODUZIONE IN ITALIA E UE”

“Ci stiamo preparando a un mondo che sta cambiando, perché le decisioni dell’amministrazione Trump sui dazi avranno un impatto su ciò che produciamo in Italia e in Europa e vendiamo negli Stati Uniti“, ha aggiunto.

“FUTURO SETTORE NON È INDUSTRIA BELLICA, DIPENDERÀ DA SCELTE UE”

Elkann ha detto ancora: “Come dimostrano Usa e Cina, che hanno sia un’industria dell’auto che un’industria bellica entrambe forti, non riteniamo che il futuro dell’auto sia l’industria bellica, ma quello che i Paesi dell’Unione europea decideranno in termini di politica industriale e di dove mettere risorse ed energie“.

“53 MLD INVESTIMENTI E 1 MLD DA STATO, RAPPORTO DI 50 A 1”

“In questi vent’anni sono stati pagati 38,9 miliardi di stipendi al netto dei contributi sociali. Per quel che riguarda il ricorso alla cassa integrazione, il saldo accumulato tra quanto l’azienda ha versato e quanto i lavoratori hanno percepito è negativo per 0,6 miliardi. Va ricordato che queste risorse non vanno all’azienda, ma vanno a chi lavora e alle loro famiglie“, ha dichiarato Elkann.

Senza questo strumento unico all’Italia, molti posti di lavoro sarebbero andati perduti, come è accaduto in altri Paesi in cui noi operiamo. Non solo, in questi vent’anni- ha proseguito Elkann- l’azienda ha pagato direttamente 14 miliardi di imposte all’erario. Se si tiene conto anche del gettito legato all’Iva e alle imposte versate per conto dei dipendenti, questo valore sale a 32,2 miliardi. La spesa per investimenti e ricerche e sviluppo in Italia investito in Italia in questi vent’anni è stato pari a 53 miliardi, a fronte di contributi pubblici pari a 1 miliardo. Un rapporto tra dare e avere di 50 a 1″.

“Vorrei aggiungere un dato molto importante. Stellantis nel 2024 è stato il gruppo che ha depositato più brevetti industriali in Italia. Ogni brevetto non è solo un numero, ma un passo avanti nell’innovazione tecnologica del Paese. Questo patrimonio di idee e soluzioni rafforza la competitività dell’industria italiana, crea opportunità per la nostra filiera e contribuisce a mantenere il nostro sapere all’avanguardia in un settore in piena trasformazione”, ha chiosato Elkann.

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