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Venti anni fa l’assassinio di Marco Biagi. Mattarella: “Lui un esempio per la comunità”

Il presidente della Repubblica ricorda il giuslavorista, ucciso a Bologna il 19 marzo 2002 da un commando delle Nuove Brigate Rosse

Pubblicato:19-03-2022 12:38
Ultimo aggiornamento:19-03-2022 12:38
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marco biagi
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ROMA – “Sono trascorsi vent’anni dall’agguato che tolse la vita a Marco Biagi. Epigoni della criminale avventura brigatista, in preda al più cupo delirio ideologico, colpirono a morte, al ritorno a casa dopo la giornata all’Università, un uomo appassionato e inerme, uno studioso aperto ai fermenti della società“. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda il giuslavorista ucciso a Bologna il 19 marzo 2002 da un commando delle Nuove Brigate Rosse.

“Il pensiero deferente si rivolge anzitutto alla signora Marina Orlandi e ai familiari – prosegue il capo dello Stato -, così crudelmente provati, capaci di esprimere nel dolore grande dignità, alimentando, negli anni, l’impegno di ricerca degli amici e dei colleghi di Marco Biagi, dando seguito al suo impegno civile, culturale, politico“.

Il messaggio di Mattarella continua: “Marco Biagi apparteneva alla schiera di giuslavoristi impegnati a cogliere le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e ad accompagnarle nelle proposte di innovazione anche normative per confermare il significato dell’affermazione contenuta all’art. 1 della nostra Carta Costituzionale. Altri coraggiosi riformatori al pari di Biagi erano stati uccisi, Ezio Tarantelli e Massimo D’Antona – ricorda il presidente della Repubblica – Ciò che il terrorismo pretendeva di cancellare era proprio la capacità di dialogare, di connettere i diritti con le trasformazioni in atto nell’economia e nella società, di tenere viva la mediazione tra istituzioni, imprese, forze sociali, per sostenere lo sviluppo del Paese unitamente ai valori di equità e giustizia”.


Le testimonianze di Marco Biagi e di queste personalità fanno parte della memoria della Repubblica e restano esempi per la nostra comunità, ai quali possono guardare i giovani che vogliano essere protagonisti e costruttori di un domani migliore”, conclude Mattarella.

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