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A Niamey per il diritto all’acqua: inaugurato l’impianto Goudel IV

Ambroise Fayolle, vice presidente della Bei, ha definito il progetto "una pietra miliare nella cooperazione tra il Niger e i partner europei"

Pubblicato:19-03-2021 15:21
Ultimo aggiornamento:19-03-2021 15:21
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Di Brando Ricci

ROMA – Distribuire acqua potabile a oltre 400.000 abitanti di Niamey, la capitale del Niger, nota per essere una delle capitali “più calde” e “con la popolazione maggiormente in crescita” al mondo: è il contributo che è pronto a dare l’impianto di trattamento Goudel IV e l’espansione del network di distribuzione dell’acqua inaugurati dal presidente uscente, Mahamadou Issoufou. L’operazione è stata finanziata per 60,4 milioni di euro da tre partner europei, la Banca europea d’investimenti (Bei), che ha contribuito per il 34,5 per cento, l’Agenzia di cooperazione allo sviluppo francese, per il 30, e il governo olandese, per il 35,5.

Grazie al progetto, si legge in una nota della Bei, “oltre 15.700 case sono state connesse alla rete di distribuzione dell’acqua e sono stati costruiti 170 punti di accesso all’acqua”. Per circa metà delle 400.000 persone che beneficeranno del progetto si tratta del primo accesso all’acqua potabile della loro vita.


Amadou Sekou, direttore generale della Societé de Patrimoine des Eaux du Niger (Spen), il progetto Goudel IV “ci permetterà di soddisfare i bisogni di acqua di una crescente fetta di popolazione per gli anni a venire”.

L’ambasciatrice dell’Unione europea in Niger, Denisa-Elena Ionete, ha invece evidenziato l’impegno dell’Ue nell'”affrontare l’impatto della crisi climatica in Africa e nel rafforzare gli investimenti sostenibili in Niger”. La diplomatica ha aggiunto: “La cooperazione tecnica e finanziaria della Bei, l’agenzia di sviluppo francese e il governo olandese con la Societé des Patrimoine des Eaux du Niger migliorerà la salute pubblica e porterà nuove opportunità economiche per migliaia di abitanti di Niamey nel futuro”.

Ambroise Fayolle invece, vice presidente della Bei, ha definito il progetto “una pietra miliare nella cooperazione tra il Niger e i partner europei” e ha sottolineato che il progetto “contribuirà a proteggere la salute pubblica e i mezzi di sussistenza durante le prossime siccità o inondazioni”.
Il Niger, si legge nel comunicato, “è uno dei Paesi più caldi del mondo, con una temperatura media a Niamey che è raramente più bassa dei 32 gradi centigradi”.

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