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Coronavirus, Fiaschi (Terzo Settore): “Ok ‘Cura Italia’, ma c’è molto da fare”

La portavoce nazionale del forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, commenta il decreto 'Cura Italia' per fronteggiare l'emergenza che sta investendo l'Italia

Pubblicato:19-03-2020 16:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:11

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ROMA – “Sicuramente c’e’ soddisfazione per il fatto che buona parte delle misure che avevamo chiesto di estendere anche al mondo del Terzo Settore, in particolare al mondo delle associazioni, siano state ricomprese e questo ci fa sperare che si sia ben compreso il valore e il ruolo che il Terzo Settore svolge“. È quanto spiega all’agenzia Dire la portavoce nazionale del forum del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, a proposito del decreto ‘Cura Italia’, 25 miliardi per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica che sta investendo l’Italia.

Ci sono molti temi, continua la portavoce, “uno di quelli che preoccupava e’ il forte impatto sull’occupazione degli operatori del Terzo Settore, che sono tanti. Oltre a essere uno dei mondi in prima linea in questa emergenza, e’ un fenomeno economico che tocca 800mila lavoratori che stanno confrontandosi con le conseguenze di questa emergenza sanitaria, e anche con conseguenze economiche di questa emergenza. Il fatto che nel dispositivo si possano prevedere ammortizzatori sociali estesi al nostro mondo, e’ un’attenzione importante. Si tratta spesso di piccole organizzazioni con poche unita’ lavorative al proprio interno, che non avrebbero potuto accedere ad ammortizzatori tradizionali”.


Invece “altro aspetto importante e’ quello dell’attenzione che il decreto ha sui dispositivi di protezione, perche’ invece tutta l’altra parte del terzo settore, quella che continua a stare in prima linea, come gli operatori che continuano ad essere a disposizione della popolazione, ha un problema importante, di poter continuare a operare, di poter continuare a essere a servizio della popolazione, ma di farlo in sicurezza- spiega Fiaschi- Il reperimento dei dispositivi e’ molto difficile, richiede anche una notevole capacita’ di anticipazione finanziaria. L’auspicio e’ che tutte le misure, anche quelle economiche, per il reperimento di questi dispositivi anche da parte della Protezione civile e delle istituzioni, possano avere attenzione nella distribuzione del terzo settore che sta in prima linea, perche’ questo e’ un mondo che meno di altri ha capacita di dotarsi di centrali di acquisto o di strumenti per acquisizione rapida e sostenibile di questi dispositivi”.

Per Claudia Fiaschi “certamente questa crisi lascera’ un bel segno anche sugli enti del terzo settore che interrompono quasi naturalmente tutti i flussi di supporto. Penso a tutte le donazioni che correttamente, in questo momento, sono state convogliate su emergenze sanitarie ma che lasceranno spiazzato il Terzo Settore che non e’ impegnato in questo momento sul fronte emergenza e che quindi fa un passo indietro e che dovra’ ripartire da zero”.

In questo momento, conclude, “ci vorranno strumenti di supporto gia da prossimi mesi per sostenere impatto finanziario di questo tipo di organizzazioni. Questi non possono che essere considerati primi provvedimenti, per mettere in sicurezza la continuita’ di reddito delle persone, la continutita’ di vita delle organizzazioni. Rimane molto da fare rispetto al dopo, e’ chiaro che fra pochi mesi queste misure metteranno a nudo incapacita’ degli enti di poter poter proseguire loro operativita’ in mancanza di nuove iniezioni, finanziarie ed economiche”.

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