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Report Consiglio Grande e Generale, seduta lunedì 18 marzo

Il Comitato sammarinese di biotica e l'Authority sanitaria, le loro attività, al vaglio del dibattito odierno in Consiglio Grande e Generale

Pubblicato:19-03-2019 09:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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Il Comitato sammarinese di biotica e l’Authority sanitaria, le loro attività, al vaglio del dibattito odierno in Consiglio Grande e Generale. Nella seduta odierna infatti, il Segretario di Stato per la Sanità, Franco Santi, ha portato all’attenzione dell’Aula la relazione sulle attività del Csb nel triennio 2014-2017 e poi la Relazione annuale del Congresso di Stato sull’attività dell’Authority per l’autorizzazione, l’accreditamento e la qualità dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-educativi per il 2017 e il 2018.

Rispetto al ruolo del Comitato di Bioetica è stato espresso apprezzamento bipartisan. Diversa l’opinione tra governo-maggioranza e opposizione rispetto le due richieste avanzate dall’organismo, per due modifiche al suo Regolamento, in modo che si possano prevedere gruppi di lavoro con rimborso spese e gettone e che si possa istituire un’autonoma segreteria tecnico- scientifica, rispetto quella comune con l’Authority sanitaria. Il Segretario Santi infatti si dice non contrario alla prima richiesta, se il costo rientra nel budget previsto per il comitato, mentre sulla seconda assicura che il recente ampliamento dell’organico dell’Authority garantisce di seguire nel modo migliore anche l’attività del comitato. “Anche da un punto di vista di ottimizzazione della spesa e di sostenibilità della struttura- riconosce- è bene cercare di sfruttare quello che in questo momento abbiamo, senza appesantire la spesa pubblica”. Pasquale Valentini, Pdcs, invece sostiene la richiesta di una segreteria propria, in quanto corrispondente all’esigenza di “una maggiore autonomia operativa”. “Mi spiacerebbe sentire- aggiunge- che per problemi di spending review queste cose non si debbano fare”. Giuseppe Maria Morganti, Ssd, assicura che la richiesta di una segreteria tecnica autonoma non nasce dalle percezione di una mancata autonomia nella gestione del Comitato. E ritiene che “Aprire un nuovo ufficio in questo frangente, nonostante l’importanza strategica, risulti una richiesta probabilmente eccessiva”.

A fine dibatitto, il Pdcs presenta un Ordine del giorno che va incontro alle richieste del Csb e che “impegna il Congresso ad apportare al regolamento del Comitato le opportune modifiche, per rendere possibile l’istituzione di un’autonomia della segreteria tecnico-scientifica e l’istituzione dei gruppi di lavoro di esperti, prevedendo la necessaria copertura di spesa”. L‘Odg del Pdcs viene per respinto con votazione palese.


Nel dibattito successivo sull’Authority, l’opposizione mette sotto la lente i numeri relativi ai controlli effettuati sulle strutture sanitarie, ritenendoli insufficienti: nel 2018, a fronte di 63 strutture sanitarie private, di cui due banche per la crioconservazione, le ispezioni sono state 16. “Siccome non è un settore di poco conto e su cui noi veniamo misurati- puntualizza Valentini, Pdcs- un guaio diventa un problema di credibilità internazionale per San Marino, perciò dovremo essere più rigorosi di tutti gli altri”. Denise Bronzetti, Ps, sollecita il Segretario a presentare l’atto organizzativo dell’Iss: “Ogni organo, anche l’authority- motiva- dovrà necessariamente adeguarsi a quello che lei intende essere un nuovo atto organizzativo”. In replica, il Segretario Santi ribadisce il sostegno all’attività dell’Authority, svolta- assicura- con professionalità ed efficacia. “In questi anni sono state fatti 30 controlli in attività già operative che continueranno, periodicamente sono monitorate tutte”. Rispetto all’atto organizzativo chiarisce che è stato appena concluso il giro di consultazione con gli operatori e che “nel giro 2-3 settimane verrà confezionata la proposta normativa e portata all’attenzione delle part politiche e del sindacato”.

Concluso il dibatitto sul’Authority, l’Aula passa ad aprire il comma n. 12, “Ratifica dell’Accordo istitutivo della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo”, prima di interrompere la seduta. I lavori consiliari riprenderanno domani alle 13,30.

Di seguito un estratto degli interventi dei lavori odierni.

Comma 10 Relazione conclusiva sulle attività svolte dal Comitato Sammarinese di Bioetica ai sensi dell’articolo 9 della Legge 29 gennaio 2010 n.34, relativo al triennio 2014 – 2017
Franco Santi, Sds Sanità
La relazione riguarda l’attività del Comitato sammarinese di bioetica nel triennio 2014-2017, un periodo lungo che evidenziale difficoltà dell’Aula di programmare in modo puntale questi momenti di confronto.
(Il contenuto della relazione si può reperire al link https://www.consigliograndeegenerale.sm/on-line/home/lavori-consiliari/dettagli-delle-convocazioni/scheda17159895.html) Le conclusioni: ‘Il Comitato sammarinese di Bioetica, consapevole della complessità del lavoro, nella sua duplice veste di Csb e di CERS evidenzia la necessità improcrastinabile di avere a disposizione una Segreteria Tecnico-Scientifica autonoma, con personale appositamente formato e competente in materia di bioetica, come peraltro già evidenziato dal precedente Comitato, attraverso proposte di modifiche del Regolamento. Il Csb rileva come tale lacuna abbia costituito e costituisca una limitazione delle attività e penalizzi gravemente l’immagine sia del Csb nei confronti delle istituzioni internazionali con cui è chiamato a relazionarsi, sia del Cers nei confronti dei promotori delle sperimentazioni cliniche.
Inoltre si evidenzia come nel Regolamento non vi sia riferimento alla possibilità di convocare gruppi ristretti di componenti ed esperti, convocazione necessaria per l’elaborazione dei documenti di lavoro. A tal fine, il Csb propone due modifiche al Regolamento: in merito alla possibilità di istituire gruppi di lavoro con rimborso spese e gettone e in merito alla possibilità di istituire un’autonoma segreteria tecnico scientifica.
Alcune considerazioni sull’attività dell’ultimo anno, il 2018, che si è concentrata sulla discussione del fine-vita, come da mandato del Consiglio Grande e Generale, lavoro che ha prodotto un documento che verrà prossimamente messo a disposizione di tutti e in discussione, finalizzato all’elaborazione di una serie di normative sul fine-vita e sulle cure palliative e a quanto necessario a dare risposta assistenziale adeguata rispetto questa attività, cosa che oggi non riusciamo a fare compiutamente, proprio per la mancanza di normative e strutture. Il Csb continua l’opera di studio sulle tematiche che ci permettono di mettere a punto normative che abbiano un punto di vista qualificato e scientificamente corretto e che tenga conto di tutti i punti di vista su temi sensibili.
Per quanto riguarda le richieste conclusive del Comitato, ribadisco che l’organico dell’Authority ultimamente è stato integrato da nuove risorse umane che sono in grado di seguire l’attività del comitato. Anche da un punto di vista di ottimizzazione della spesa e di sostenibilità della struttura, è bene cercare di sfruttare quello che in questo momento abbiamo, senza appesantire la spesa pubblica.

Mi auguro presto di poter integrare le relazioni con quella dell’ultimo anno che il comitato sta predisponendo.
Pasquale Valentini, Pdcs
Sulle decisioni che i parlamenti devono prendere, il comitato dà la possibilità di approfondimento per far sì che tali decisioni tengano conto dell’integralità della persona, credo tale attività sia importantisisma. La relazione documenta tutto il lavoro in questo senso. Colpiscono il coinvolgimento di persone autorevoli a livello nazionale e internazionale, degli operatori del settore, di associazioni e gruppi di cittadini, per fare in modo che le decisioni tengano in considerazioni tutte le sensibilità espresse. Secondo elemento è il riconoscimeto della collaborazioni con organismi e istituzioni internazionali- come il Consiglio d’Europa, l’Unesco- e la presenza su riviste e simposi internazionali. E’ interessante che l’approccio bioetico alle persone con disabilità sia stato diffuso all’interno del Consiglio d’Europa e che San Marino su questi studi è diventato un punto di riferimento. Non siamo di fronte quindi a un comitato superfluo, è un modo per testimoniare anche all’esterno che la Repubblica di San Marino non è un luogo superficiale.
Sono rimasto sorpreso dalla conclusione del Segretario, il Comitato ha evidenziato due richieste particolari che non sono nuove, la prima in particolare, quella di una maggiore autonomia operativa. Il fatto che il comitato sia al’interno dell’Authority sanitaria non è cosa appropriata, il fatto che richiedano una segreteria autonoma fa parte delle caratteristiche di organismi omologhi di altri paesi. Il dire che non c’è bisogno di andare oltre, secondo me, non è giusto. Poi si è adoperato per costituire gruppi di lavoro gratuiti, ma si fa presente che non è una modalità che può essere sempre adottata, se si vogliono collaborazioni significative. Loro chiedono che la possibilità dei gruppi di lavoro possa prevedere anche un costo. Mi spiacerebbe sentire che per problemi di spending review queste cose non si debbano fare. Insieme al mio gruppo consiliare presenteremo un Odg che va nella direzione di elogiare il lavoro del Comitato ma anche di impegnare il congresso ad apportare le modifiche al regolamento richiesto.
Mara Valentini, Rf
In questi anni ho seguito con interesse l’operato del Csb, gli vanno riconosciuti i documenti di alto profilo prodotti e il fatto che San Marino sia entrato nel panorama bioetico internazionale, ed è motivo di soddisfazione. La relazione comprende un arco di tempo abbastanza lungo, tre anni, in cui il comitato ha prodotto del lavoro di rilievo, ricordo per esempio il documento sulle catastrofi. Altro documento di grande delicatezza è il documento sul fine-vita, parere che ha fatto seguito all’Odg del Consiglio grande e generale. Il documento è stato elaborato nell’arco di un anno, a tempo record, da quanto il comitato ha iniziato il suo mandato. Sarbbe ausicabile, e lo propongo al Segretario Santi e al presidente della Commissione IV^, un contatto più diretto con il comitato, magari attraverso la commissione consiliare per la Sanità, sarebbe più proficuo per tutti.
Marica Montemaggi, C10
Sicuramente il Comitato di bioetica è strumento fondamentale per fare considerazioni, anche politiche, su vari temi e aspetti che si affrontano. E’ fondamentale la visione trasversale che il comitato trasmette, per questo è ancora più importante il parere che esce dai gruppi di lavoro. Concordo con chi parlava di metodologia, proprio perchè il comitato è composto da tante anime diverse. Ringrazio per il lavoro fatto per la relazione portata in Consiglio, auspico che questa metodologia di coinvolgimento di tutte le parti coinvolte possa essere portata avanti con determinazione. Fa piacere infine ascoltare dal Segretario che nuove risorse umane siano state aggiute per coaudiuvare il lavoro del comitato e mi auguro che il suo lavoro possa essere strumento per valutazioni che devono comunque essere portate avanti dalla parte della politica su temi etici. Davide Forcellini, Rete
Quando si parla di bioetica, bisognerebbe frenarsi e vedere le diverse posizioni scientifiche, ma in un’Aula parlamentare è doveroso parlare anche su queste cose. Ringrazio chi ha redatto la relazione. Bisogna ritenere importanti gli aspetti relativi alla presenza dei comitati e alla loro partecipazione ai workshop internazionali e la loro collaborazione con organismi internazionali. E ritengo importante che l’autonomia operativa sia richiesta anche dai comitati internazionali, cosa a cui bisogna darvi seguito.
Francesco Mussoni, Pdcs
Dalla relazione emerge l’attività significativa di questo organismo. E coglie una serie di spunti importanti, per la capacità che il Bsm ha di essere riconosciuto a livello internazionale per i suoi paperi autorevoli. Credo che la relazione possa essere l’occasioneper fare un passo in avanti. Anche per la maturità dimostrata negli anni dal Comitato, il parlamento dovrebbe sostenere la sua attività, con l’approvazione della relazione- un fatto d’ufficio- ma debba anche dare un orientamnto favorevole alla sua strutturazione e a una maggior organizzazione del comitato e anche a una maggior autonomia rispetto le funzioni collegate all’Iss e all’Authority.
Gian Carlo Venturini, Pdcs
L’attività del Comitato non fa che portare lustro al nostro Paese, la sua attività è stata portata in organismi internazionali dove ha riscosso notevole apprezzamento, anche da parte di realtà più grandi della nostra. E’ opportuno dare atto alle componenti del Csb per il lavoro svolto, con l’auspicio possa continuare a svolgerlo nella massima tranquillità. Reputo pertanto importante che l’organismo sia messo nelle condizioni di operare al meglio. Il collega Valntini presentetà un Odg con queste considerazioni.
Marianna Bucci, Rete
Di certo il Csb riveste un ruolo importante di approfondimento sulle tematiche di bioetica. Sottolineo la delicatezza e le dinamiche estremamente complesse che i membri del comitato di etica sono chiamati a svolgere, e soprattutto per evidenziare quanto il Comitato debba veramente porsi al di sopra di ogni logica partitica, al di sopra di ogni conflitto di interesse affinché possa essere considerato un vero e proprio punto di riferimento, e sappiamo quanto rischiosa sia la mancanza di punti di riferimento che pure sembra essere una delle peculiarità di questo momento storico. Non a caso, rispetto l’operatività del comitato, il tema del conflitto di interesse, insieme agli obiettivi e i principi a cui deve ispirarsi, sono ben disciplinati più che in altri organismi all’interno del regolamento n.2 del 2011. In questo senso credo che l’approccio metodologico impostato dal comitato per espletare la propria attività sia veramente apprezzabile. Credo sia un metodo veramente partecipativo in cui la condivisione con una vasta platea di soggetti vada vista e vissuta come fonte di arricchimento e non come una limitazione.
Attualmente siamo inadempienti circa l’applicazione del regolamento, in particolare proprio sull’articolo 5 che prevede l’attivazione della Segreteria tecnico scientifica che si occupa appunto di supportare il comitato, svolgendo tutte le attività di carattere amministrativo scientifico. Quindi non è che sia una ‘quisquilia’, non è una cosa da niente, perché la segreteria tecnico scientifica è quella che dovrebbe garantire la corretta operatività del comitato, anche in veste di CERS, quindi è una inadempienza non da poco se si pensa che il regolamento in cui è prevista la segreteria e risale al 2011, quindi sonopassati otto anni otto anni in cui il comitato ha portato avanti il suo lavoro, nonostante appunto la mancanza di un supporto amministrativo così strategico. Ecco purtroppo capita spesso che leggi e decreti contengano degli impegni che il governo disattende.
La Segreteria quindi si prenda l’impegno per attivarla,visto che è previsto dal regolamento, bisogna si trovino risorse per garantirne l’applicazione.
Giuseppe Maria Morganti, Ssd
Il lavoro del comitato è di importanza strategica, conserva la barra dritta rispetto a una pluralità di questioni significative che riguardano l’umanità intera. Riflettendo sulla parte relativa alla donazione organi, il Comitato è entrato nello specifico e ha prodotto una documentazione che sarebbe utile discutere anche in quest’Aula.
Sulla richiesta di una segreteria autonoma: non pare che questa richiesta nasca dalla percezione di una mancata autonomia nella gestione. Potrebbe essere stato richiesto perché avere un ufficio che lavora solo per te può essere più utile, ma è una ipotesi che cozza un po’ con le necessità di attenzione ai costi della nostra amministrazione. Aprire un nuovo ufficio in questo frangente, nonostante l’importanza strategica, risulta una richiesta probabilmente eccessiva. Sarebbe opportuno capire se le funzionalità espresse sono sufficienti o, se non sono tali, se possa essere adottata una strategia interna al sistema che possa garantire funzionalità di lavoro del comitato.
Franco Santi, Sds Sanità replica
Sulla richiesta formalizzata dal comitato di poter modificare il regolamento del 2011: per quanto riguarda la possibilità di prevedere compensi per i gruppi di lavoro, per esperti convocati di volta in volta, non ho nessuna contrarietà a prevedere una ipotesi del genere. Devo ribadire che il comitato ha a disposizione un budget annuale e in base a quel gadget deve svolgere la sua attività, e in questo momento è difficile prevedere l’espansione di questa voce. Sul supporto tecnico amministrativo, dal 2011 è sempre stato garantito, e ancora di più oggi che l’Authority ha potenziato il suo organico. Visto l’odg presentato, entro nel merito e chiedo di respingerlo.
Pasquale Valentini, Pdcs
Queste realtà hanno senso se hanno autonomia, Non è possibile considerare delle authority senza autonomia gestionale e finanziaria. Che il Csb non possa avere automia nella partecipazione a dei convegni e non avere una propria segreteria significa che non possono fare autonomanente queste cose. Do lettura dell’Odg: “Il Consiglio grande e generale (…) accogliendo le richieste espresse dal Comitato stesso in favore di una maggiore autonomia operativa, anche nei confronti di istituzioni internazionali con cui è chiamato a relazionarsi, impegna il Congresso ad apportare al regolamento del Comitato le opportune modifiche, per rendere possibile l’istituzione di un’autonomia della segreteria tecnico-scientifica e l’istituzione dei gruppi di lavoro di esperti, prevedendo la necessaria copertura di spesa”.
Sds Franco Santi
L’automia del comitato non è mai messa in discussione, decide autonomamente se partecipare o meno a convegni.

ODG/ votazione palese RESPINTO

Comma 11. Relazione annuale del Congresso di Stato sull’attività dell’Authority per l’autorizzazione, l’accreditamento e la qualità dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-educativi ai sensi dell’articolo 7 della Legge 25 maggio 2004 n.69 relativa al 2017 ed al 2018

Sds Franco Santi
L’Authority ha presentato due relazioni in cui ripercorre la sua attività, rispetto le funzioni attribuite dalla normativa e che svolge nello specifico, in attività ordinaria, e come nel tempo l’attività sia stata ampliata e integrata, attraverso interventi normativi susseguiti nel tempo che gli hanno dato sempre maggiore autorità nel monitoraggio in campo sanitario, di sperimentazione, e farmaceutico e nei rapporti con il comitato di bioetica. In questo ultimo periodo, l’Authority ha visto integrare il suo organico con nuove figure operative che gli hanno permesso di svolgere la propria attività con più efficacia ed efficienza. Manca all’appello un ultimo tassello che è la figura del farmacista, inserita nel piano di assunzioni del 2019 e vedrà presto l’attivazione del suo iter. Ha visto anche di recente l’approvazione della normativa sull’ECM e sulla normativa relativa ai rapporti internazionali. Bisognerà poi interrogarsi sulla possibilità ed eventualità di programmare nel tempo un ulteriore ritocco all’organico dell’authority.

Dalle relazioni allegate, emerge un’attività ad ampio raggio sull’autoritzzazione delle strutture sanitarie, pubbliche e private, i controlli e sopralluoghi sulle attività esistenti e relativi all’attività della programmazione sanitaria e sociosanitaria, a supporto della segreteria di Stato, quindi i rapporti con gli organismi internazionali (OMS, Meeting Piccoli Stati, Ministero della salute italiano e Regioni limitrofe) . Sottolineo come l’authority svolga un’attività assolutamente centrale nel campo della sanità sammariense e sempre più dovrà rappresentare il punto di riferimento di tutto ciò che ruota attorno alla complessa macchina di sanità e ricerca e dell’attività imprenditoriale del settore medico e biomedico.
Pasquale Valentini, Pdcs
Sottolineo le difficoltà che facciamo a considerare l’authority in quanto tale, troppo viene identificata dell’authority con la gestione dell’Iss, le due cose dovrebbero essere completamente separate. Rispetto l’attività di controllo: nel 2018 le strutture sanitarie private risultano 63, di cui due banche per la crioconservazione, rispetto l’anno prima erano 52. Sapete quante visite di verifiche fatte? Solo 16 in base quanto indicato dalla relazione. Siccome non è un settore di poco conto e su cui noi veniamo misurati, un guaio diventa un problema di credibilità internazionale per San Marino, perciò dovremo essere più rigorosi di tutti gli altri. Sulla base dei dati non riscontro questa corrispondenza. Se 63 sono le strutture autorizzate, penserei che un giro all’anno a struttura l’authority dovrebbe falol, questi dati sono invece preoccupanti. Poi mancnao figure tecniche dentro l’authority. I compiti sono tantissimi, e abbiamo bisogno che nessun presidio sanitario del paese che produce farmaci o dà prestazioni non sia garantitio nella qualità delle procedure e dei metodi. San Marino non può permettersi leggerezze. Ben venga l’authority, ma non mi corrispondono i dati, né per composizione personale, né per il tipo di attività prevista.
Iro Belluzzi, Psd
Il mondo sanitario sammarinese deve essere lagato al mondo che ci circonda, di qui tutto il discorso legato all’accreditamento. Occorre un’attività cogente sul controllo delle strutture sanitarie, sia pubbliche che private, in un momento in cui sta avendo grande impulso in territorio, in un anno sono state avviate 11 nuove attività nel settore medico in più rispetto al 2017.
Vi ricordate il caso Vannoni? E’ stato figlio non di scarsa efficacia di authority, ma era impossibile svolgere attività di controllo allora. Da lì doveva nascere una grande attenzione su tutte le strutture sanitarie e ambulatoriali presenti in territorio, proprio perché da tempo la politica vuole che il comparto sanitario possa comportare una nicchia economica nel territorio. Ricordo che nel 2013 avevo chiesto, nel momento in cui ero Sds al Lavoro, all’ufficio del lavoro e all’ispettorato di connettersi con l’authority per svolgere azioni di controllo nelle strutture sanitarie private perchè era giunta voce infatti di contratti atipici. Purtroppo l’ufficio non ebbe alcun tipo di risposta, probabilmente non si volevano alcun tipo di controlli. Le chiedo Segretario di andare a rivedere il controllo anche con inteventi sulle norme. I numeri messi in evidenza dal consigliere Valentini confermano le difficoltà: 16 visite sono attività residuali. Chiedo con forza che vengano svolte e che authority possa svolgere al meglio l’attività di controllo perchè il nostro sistema sanitario non possa ritrovarsi nelle condizioni del caso Vannoni.
Denise Bronzetti, Ps
Parrebbe un fatto di rispetto delle scadenze dibattere e discutere la relazione sull’attività dell’authority, una pratica prevista che deve essere portata a termine e che non ha invece la rilevanza che dovrebbe avere, in una situazione riferita al nostro Iss- che l’opposizione ha più volte denunciato- come situazione complessa, dove i problemi si aggravano costantemente. Stiamo da tempo aspettando l’atto organizzativo dell’Iss, c’è necessità di capire come lei intende rimodellare l’organizzazione dell’istituto. Ogni organo, anche l’authority dovrà necessariamente adeguarsi a quello che lei intende essere un nuovo atto organizzativo. Nei due anni della sua gestione, non ho ancora capito quale struttura intende dare all’Iss. Non ci pare di chiedere la luna, chiediamo che venga in Consiglio e perché non è possibile dibattere in aula lo stato di salute del nostro Istituto per la sicurezza sociale. Vorrei sapere se lei Segretario è convinto di operare con legittimità, se l’authority può ad oggi svolgere tutte le attività che un decreto le demanda.
Emmanuel Gasperoni, Rf
E’ la legge del 2004, l’anno di istituzione dell’Authority, a prevedere questa discussione in Consiglio. Nell’ambito sanitario e socio sanitario l’Authority è uno snodo importante, è l’organo tecnico dell’esecutivo nelle programmazioni sanitarie, svolge attività di vigilanza e controllo, rilasciando le autorizzazioni per il pubblico e il privato, e svolge ruolo di controllo anche per il comitato di bioetica. Le 63 strutture non sono tutte case di cura private, ma studi dentistici, di fisioterapia che non necessitano di controlli serrati come nei casi di sale operatorie. Auspico si riesca a velocizzare quanto più possibile l’iter di autorizzaione e di verifica nelle strutture pubbliche e private, affinché siano parte importanti del processo di sburocratizzazione- caro a C10 e a tutta la coalizione Adesso.sm – di fare impresa anche nel capitolo della sanità.
Franco Santi, Sds Sanità replica
L’Authority è elemento portante del sistema, si affianca a strutture pubbliche e privaet per far in modo siano adeguate alla normativa, è un elemento proattivo del sistema che è a garanzia della sua qualità. Il suo ruolo credo lo stia svolgendo grande professionalità ed efficacia. Non capisco perché è stato citato il caso Vannoni, è stato risolto velocemente proprio per effetto positivo dell’authority. Sui controlli dei contratti di lavoro, non credo sia proprio compito dell’authority, ci sono altri uffici preposti a fare questo e non c’è alcun tipo di contrapposizione. In questi anni sono state fatti 30 controlli in attività già operative che continueranno, periodicamente sono monitorate tutte. Condivido il controllo per la parte pubblica. Condivido abbia una collocazione non corretta all’interno dell’ospedale e stiamo lavorando per trovare una location esterna all’Iss per dare plasticamente una connotazione più giusta di separazione della sua attività. Sull’atto organizzativo: è in discussione al momento con gli operatori sanitari. E’ stato finito il giro di consultazione, vuole dire che nel giro 2-3 settimane verrà confezionata la proposta normativa e verrà portata all’attenzione delle parti e discussa con le parti politiche e con il sindacato. Riconfermo l’apprezzamento per l’attività svolta dall’Authority e per garantire pieno sostegno a un organismo centrale rispetto al sistema di cui San Marino sia è dotato e che credo funzioni perfettamente.

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