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Vaccini, Burioni: “Giusto obbligo per i medici, chi è contro va cacciato”

Il noto virologo benedice la decisione dell'Emilia-Romagna di vietare l'ingresso in alcuni reparti ospedalieri a medici non vaccinati

Pubblicato:19-03-2018 12:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:39

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BOLOGNA – Una “decisione sacrosanta”. Così il virologo Roberto Burioni, in prima linea nella battaglia pro-vaccini, in un post su facebook, benedice la scelta della Regione Emilia-Romagna in base alla quale in alcuni reparti ospedalieri (tra i quali neonatologia, oncologia, il centro trapianti, pediatria) “potranno lavorare solo operatori sanitari immuni o vaccinati per morbillo, parotite, rosolia e varicella” e aggiunge: “Devo ammettere che una simile legge mi mette profondo disagio come medico: pensare che un collega assista un neonato, un trapiantato o un immunodepresso senza pensare al rischio di trasmettergli il morbillo e ucciderlo è come immaginare un poliziotto che si mette alla guida della Volante completamente ubriaco. In altre parole, mi vergogno che una legge simile debba esserci, perché la ritengo umiliante per la mia categoria”.

Eppure c’è chi si oppone: ha storto il naso la Cgil dell’Emilia-Romagna, ma Burioni ha avvistato anche l’opposizione dei sindacati dei medici, come l’Anaao (in particolare, l’intervista sul ‘Resto del Carlino’ di Modena al segretario provinciale della sigla, Giampaolo Papi). Ci sono insomma organizzazioni di medici che, scrive  il virologo, “insorgono. Si oppongono. Sì al vaccino e no all’obbligo (proprio le stesse parole dei genitori antivaccinisti, ‘non siamo contro i vaccini, ma…’). In altre parole, il medico che assiste il vostro bambino nato prematuro, o un vostro caro che sta sottoponendosi a una pericolosa chemioterapia deve avere la libertà di contagiarlo con il morbillo, uccidendolo. Tutto questo, ripeto, dalla bocca di medici sindacalisti che rappresentano i medici”.

Burioni nota che “addirittura nella intervista il sindacalista dice che se un medico verrà allontanato dal reparto perché non immune, loro lo difenderanno. Non lo prendono a schiaffi perché ha messo in pericolo la salute dei suoi pazienti, ma lo difendono. Siamo alla follia“. Se Burioni fosse un iscritto “a questi sindacati” si vedrebbe su Facebook anche “la foto della mia tessera strappata. I medici sono persone serie e non possono accettare un simile abominio. Spero che i sindacalisti che hanno preso decisioni così infamanti per i loro iscritti e tanto pericolose per i loro pazienti vengano cacciati a furor di popolo, anzi a furor di medici. Che vergogna”. Peraltro, l’Anaao “non è nuova a uscite di questo tipo. Ma cosa fanno gli iscritti? Tollerano una simile deriva?”, domanda infine Burioni.


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