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Porto Empedocle, l’Enel potrebbe uscire dal progetto del gassificatore (che comunque si farà)

Enel pensa di cedere la sua quota

Pubblicato:19-03-2015 14:37
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:11

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rigassificatore porto empedocleEnel pensa di cedere la sua quota (quasi totalizzante) nel rigassificatore di Porto Empedocle (Agrigento), impianto Gnl “pienamente autorizzato”, ma solo se il ministero dello Sviluppo economico lo definisce quale infrastruttura strategica, con un business che in quel caso sarebbe regolato dall’Autorità per l’energia con una tariffa regolata (quindi prestabilita) per una certa quota della capacità, magari “al 50%”, così come il rigassificatore Olt galleggiante al largo di Livorno. Però, allora, la società elettrica venderebbe la quota perché “ci sono operatori più adeguati”, non essendo quello del trasporto del gas il business di Enel. Lo spiega Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale Enel, rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza stampa seguita alla presentazione del Piano 2015-2019, oggi a Londra. Il progetto del terminale di rigassificazione è sviluppato da Enel, tramite la società di scopo Nuove Energie (posseduta al 90% da Enel e per il restante 10% dal Gruppo Siderurgica Investimenti).

“L’impianto in questione è Porto Empedocle, che è pienamente autorizzato”, spiega Starace, “ma solo sarà finanziariamente possibile solo con un investimento strategico con tariffe regolate associate al 50% della capacità”. A quel punto, però, “non possiamo essere la parte di investimento maggiore- aggiunge- perché ricadrebbe in un parte di business regolato nella quale non abbiamo un ruolo”, come il trasporto del gas. Quindi in quel caso “venderemmo la nostra partecipazione”.

Tutto questo, però, sottolinea Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale Enel, “solo se e quando” sarà finanziariamente sostenibile. “Quindi ci sono due se: prima il governo italiano definirà questa infrastruttura come strategica definendo una tariffa regolata per circa il 50% della capacità, e allora ci sarebbe un interesse”. Se queste due cindizioni si verificheranno, “allora potremo vendere”, conclude Starace.


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