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All’Ordine medici Roma ulivo e targa in ricordo dei colleghi scomparsi

Con Magi, Anelli, Sileri e D'Amato in occasione della Giornata del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato

Pubblicato:19-02-2021 16:10
Ultimo aggiornamento:19-02-2021 17:40

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ROMA – Presso la sede dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri, in occasione della Giornata del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, si è svolta una cerimonia commemorativa per ricordare tutti i camici bianchi scomparsi nell’esercizio della loro professione. L’iniziativa istituita dal Parlamento si celebra a carattere nazionale il 20 febbraio poiché proprio in quella data, un anno fa a Codogno, presso l’Ospedale civico, è stato individuato il ‘paziente 1’.

Per ricordare tutti i colleghi l’Ordine di Roma ha deciso di piantare un ulivo, pianta dall’alto valore simbolico di pace e rinascita e di scoprire una targa il cui testo, tratto dal Giuramento d’Ippocrate, ribadisce l’importanza e la solennità della professione medica. “È importante- ha affermato il presidente dell’Omceo capitolino Antonio Magi– ricordare tutti i colleghi scomparsi nell’adempimento del loro dovere. Da un anno circa la nostra attenzione è catturata dalla pandemia e dai gravi lutti che questa sta generando tra i professionisti sanitari e non solo. Non possiamo però dimenticare anche gli altri colleghi, in particolar modo le donne, vittime di aggressioni drammatiche, feroci al punto da fargli perdere la vita mentre svolgevano il loro lavoro nel rispetto del codice deontologico”.

Per Filippo Anelli, presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), piantare un ulivo è stato “un gesto semplice ma significativo da parte dell’Ordine dei Medici di Roma e del Presidente Antonio Magi per onorare i nostri caduti. L’ulivo è infatti simbolo di pace, di resistenza, di rigenerazione, di solidità, di rinascita. Sono i valori che, da oltre 2400 anni, la nostra Professione porta avanti. Una professione che non si esaurisce nelle conoscenze, o nelle competenze tecniche, ma che è una miscela unica di sapere, saper fare, saper essere, al servizio della democrazia del bene. Fu un ramoscello d’ulivo ad annunciare la fine del Diluvio: ci auguriamo che quest’albero, che poggia le radici sul substrato unico di competenze e di valori che alimenta la nostra Professione, segni l’uscita da questa pandemia e rimanga a memoria perenne dei colleghi che sono morti per portare a compimento il dovere di curare tutti, senza discriminazione alcuna”.


SILERI: “OLTRE 300 MEDICI HANNO PERSO LA VITA, DOVEROSO RICORDARLI”

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Presenti alla celebrazione anche l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, e l’ex viceministro alla Salute, medico iscritto a Roma e senatore, Pierpaolo Sileri, il quale ha ricordato che “chi studia e si specializza per diventare medico o per far parte del personale sanitario sa che un giorno dovrà affrontare la sofferenza, e in certi casi la morte, dei pazienti che curerà e sa che farà di tutto per alleviare quelle sofferenze ed evitare per quanto possibile le perdite. Quello che non può mettere in conto è di perdere la propria vita in ragione della professione e della missione che ha scelto di perseguire. Negli ultimi 12 mesi in Italia migliaia di medici e infermieri hanno messo a rischio la propria vita per combattere in prima linea sul fronte del Covid-19. Oltre 300 di loro la vita l’hanno persa. È doveroso ricordarli in occasione della ‘Giornata del personale sanitario’, istituita nel giorno dell’anniversario dell’individuazione del ‘paziente 1’ a Codogno. Grazie al sacrificio di queste donne e questi uomini migliaia di vite sono state salvate”. Per Raffaele Iandolo, presidente Cao Nazionale, “nonostante l’estrema attenzione nell’attuare le procedure di sicurezza contro il contagio da Sars-Cov2, anche gli Odontoiatri italiani piangono numerose vittime tra gli iscritti all’Albo, la memoria dei quali viene ben rappresentata dall’iniziativa dell’Ordine di Roma, senz’altro encomiabile. In particolare in questa occasione vorrei simbolicamente ricordare con affetto e amicizia la figura di Roberto Stella, presidente dell’Ordine di Varese, primo medico deceduto nel corso di questa sciagurata pandemia”.

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