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Nuovo gruppo per gli espulsi dal M5s? La chiave è Casini

A spiegarlo all'agenzia Dire è Salvatore Curreri, costituzionalista ed esperto di diritto parlamentare, professore dell'Università degli Studi di Enna Kore'.

Pubblicato:19-02-2021 15:47
Ultimo aggiornamento:19-02-2021 15:47

pierferdinando casini imago
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ROMA – È Pierferdinando Casini ad avere “in mano le chiavi per il gruppo degli espulsi dal M5s”. Ironia della sorte, le speranze degli anti-draghiani ex-pentastellati sono affidate ad uno dei più convinti sostenitori del presidente del consiglio, da sempre critico con le posizioni più oltranziste dei grillini. A spiegarlo all’agenzia Dire è Salvatore Curreri, costituzionalista ed esperto di diritto parlamentare, professore dell’Università degli Studi di Enna Kore’.

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In primo luogo, spiega Curreri va esclusa la possibilità che sia possibile “un prestito” del simbolo di Italia Dei Valori al gruppo degli ex M5s. Un passo indietro. Italia dei Valori era collegata alle ultime elezioni a Civica popolare, la lista elettorale composta da una serie di sigle centriste coi relativi simboli: Alternativa Popolare, Centristi per l’Europa, Italia dei Valori, Unione per il Trentino-Democrazia Solidale e L’Italia è Popolare. Alle elezioni del 2018, nonostante il deludente 0,5% nazionale, Civica e popolare riuscì ad avere tre eletti, in forza delle rispettive affermazioni nei collegi uninonimali: Beatrice Lorenzin e Gabriele Toccafondi, per Alternativa Popolare, in quanto vincitori nei loro collegi uninominali della Camera. E Pier Ferdinando Casini al Senato per Centristi per l’Europa, in quanto vincitore nel collegio uninominale per il Senato, a Bologna.


Ora se alla Camera il gruppo dei dissidenti M5s può nascere senza riferimento al simbolo, perché il regolamento non prevede il collegamento elettorale, al Senato il nuovo regolamento (all’articolo 14.4) prevede che “ciascun gruppo sia composto da almeno dieci Senatori e deve rappresentare un partito o movimento politico, anche risultante dall’aggregazione di più partiti o movimenti politici, che abbia presentato alle elezioni del Senato propri candidati con lo stesso contrassegno, conseguendo l’elezione di Senatori”. La cosa importante è che il simbolo sia stato presentato alle elezioni e abbia conseguito eletti.
Ora al Senato l’unico eletto di Civica Popolare e dunque anche della collegata Italia dei Valori è Pierferdinando Casini.

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“In sostanza, se i fuorisciti grillini vogliono formare un gruppo utilizzando uno dei simboli collegati a Civica e Popolare – spiega Salvatore Curreri – non possono fare a meno di chiedere a Pierferdinando Casini. Di più. Il regolamento parla chiaro: Casini deve entrare nel gruppo, deve aderire. Lo stesso è accaduto quando Nencini ha ‘prestato’ il simbolo Psi a Renzi: anche Nencini ha dovuto aderire al gruppo renziano. E infatti quando si è data la possibilità che Nencini ne uscisse, si è prospettato lo scioglimento del gruppo renziano. Allo stesso modo l’adesione di Casini è fondamentale. Ora la politica presenta molte sorprese, ma che Casini possa aderire a un gruppo di ex M5s, contrario al governo europeista di Draghi, può essere escluso con un certo margine di sicurezza”, aggiunge Curreri.

Circola anche la tesi secondo cui il simbolo può essere portato in dote da Elio Lannutti, in quanto il senatore, tra gli espulsi M5s, è stato in passato eletto a Palazzo Madama con Italia dei valori. “Ma questo si deve escludere per la ratio stessa della norma che innova il regolamento del Senato- mette in chiaro Curreri – Si è previsto, infatti, che il gruppo nascesse in collegamento con un simbolo elettorale per evitare il cambio di casacche, per impedire il mercato dei simboli, per ribadire l’importanza della legittimazione democratica. Che cosa facciamo ora, tramandiamo il simbolo da una legislatura all’altra? Sarebbe un’interpretazione così estentiva da rendere vano il regolamento stesso. Se passasse la tesi Lannutti, sarebbe una sorta di ‘liberi tutti’. Ma anche in questo caso ci sono buone ragioni per ritenere che la maggioranza parlamentare, in giunta per il regolamento, non consentirà uno stravolgimento simile della norma”.


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