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Sanità, rinviato il voto su neuroriabilitazione, l’appello: “Coma non sia discrimine per le cure”

Intervista della Dire a Antonino Salvia, direttore sanitario della Fondazione Santa Lucia Irccs

Pubblicato:19-02-2020 18:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:01

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ROMA – E’ stata rinviata di 15 giorni la votazione in Conferenza Stato-Regioni dei decreti che propongono di limitare l’accesso alle cure neuroriabilitative solo per i pazienti che, oltre all’ictus, siano stati colpiti anche da coma. Lo ha fatto sapere all’agenzia Dire uno dei responsabili delle regioni che con maggiore attenzione ha seguito sin dall’inizio tale dibattito.

Il motivo del rinvio, “il fatto che ci abbiano trasmesso solo ieri il testo dei decreti” prosegue il responsabile. Per questo “abbiamo chiesto tempo per poterli esaminare attentamente“.

I decreti hanno animato un forte dibattito, dal momento che secondo più parti, ricorrere al ‘sintomo coma’ come criterio per accedere all’assistenza post-acuzie attraverso il Sistema sanitario nazionale, rischia di tagliare fuori varie decine di migliaia di pazienti affetti da ictus senza coma, appunto, ma anche altre patologie neurodegenerative.


“Come Regioni, abbiamo fatto presente questo problema già da tempo- prosegue il responsabile- e abbiamo chiesto di apportare delle modifiche per risolverlo. Ora ci serve tempo proprio per vedere se, nel testo dei decreti che ci è stato recapitato, le nostre osservazioni sono state recepite o meno”.

SALVIA (SANTA LUCIA): COMA NON SIA DISCRIMINE PER LE CURE

“Il coma non può diventare il criterio con cui stabilire se un paziente ha bisogno o meno di cure neuroriabilitative. Rischiamo di lasciare migliaia di persone con patologie serie escluse dalle cure“. Ne è convinto Antonino Salvia, direttore sanitario della Fondazione Santa Lucia Irccs, polo romano che ha fatto della riabilitazione neuromotoria e delle neuroscienze la propria missione.

La Dire ha intervistato Salvia a margine di un evento a Roma, in cui il dirigente ha lanciato un monito in vista dei due decreti che saranno votati in Conferenza Stato-Regioni. Tali provvedimenti propongono di prevedere l’assistenza post-acuzie attraverso il Sistema sanitario nazionale solo a quei pazienti che abbiano subito il coma per più di 24 ore, inserendo gli altri in un percorso “ordinario”.

Se verranno approvati, secondo il dirigente “si impedirà, a chi ha subito un ictus, di essere ricoverato in neuroriabilitazione, solo perché non è stato contemporaneamente in coma. Il ‘sintomo coma’ come criterio per poter accedere alla neuroriabilitazione rappresenta una discriminazione e una disuguaglianza nell’accesso alle cure, cosa che non è accettabile”.

Ogni anno in Italia, ricorda l’esperto, “circa 200mila persone subiscono un ictus, sia ischemico che emorragico. Di questi un terzo – quindi 60-70mila persone – affronta conseguenze gravissime e quindi deve poter accedere alla neuroriabilitazione”. I decreti potrebbero colpire poi “altre decine di migliaia di pazienti su cui è stata riscontrata una grave compromissione in seguito a una lesione del midollo spinale o dell’encefalo. Si tratta ad esempio di chi è affetto da sclerosi multipla, morbo di Parkinson o altre patologie neurodegenerative, che quasi mai comportano il coma. Anche loro- avverte ancora Salvia- rischiano di restare tagliati fuori dalla neuroriabilitazione”.

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