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FOTO | VIDEO | La Cooperazione ‘nel pallone’: in Farnesina l’accordo con i calciatori

Direttore Marrapodi: "Lo sport è attivatore di dinamiche di sviluppo"

Pubblicato:19-02-2020 18:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:01
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ROMA – “Con questo accordo abbiamo messo insieme l’Associazione italiana calciatori (Aic), il ministero degli Affari esteri, una ong e un’agenzia vigilata dal ministero. E’ un esempio del modello multi-attori, caratteristica fondamentale della nuova cooperazione internazionale italiana che abbiamo portato anche all’Ocse, perché è efficace”. Il direttore della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs), Giorgio Marrapodi, ha commentato così la firma dell’intesa tra Aic, Farnesina e Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), apposta oggi a Roma.

Il direttore ha definito il calcio “un veicolo unico” per sorpassare “barriere e differenza culturale”, ricordando l’impegno italiano nel promuovere una risoluzione delle Nazioni Unite per riconoscere lo sport come “un attivatore delle dinamiche di sviluppo sostenibile”, funzionale ai principi stabiliti dall’Agenzia 2030 dell’Onu.
Il protocollo firmato oggi, in Farnesina, anche grazie al supporto tecnico di Avsi, mira a diffondere i principi e i valori dello sport attraverso il binomio calcio-cooperazione e a sostenere la realizzazione di attività per sostenere i sistemi sportivi locali e a promuovere la formazioni di docenti sul posto, adottando un modello formativo che si basa sulla centralità del bambino.

Marrapodi ha sottolineato che questo tipo di attività può aiutare a “diminuire la dispersione scolastica”. Un altro aspetto importante del progetto, secondo il direttore, è quello di essere rivolto sia a bambini che a bambine, in modo da facilitare “la partecipazione delle giovani donne ai modelli di sviluppo delle loro società”.


MAESTRIPIERI (AICS): “DIAMO UN CALCIO ALL’ESCLUSIONE”

“Il calcio italiano, che è un’eccellenza, può essere un veicolo per raccontare la cooperazione allo sviluppo e per far passare i suoi messaggi e i suoi valori oltre il mondo degli addetti ai lavori. Questo può essere molto prezioso per noi”. A dirlo il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Luca Maestripieri, oggi alla Farnesina. Sentito dall’agenzia Dire, Maestripieri ha sottolineato che l’accordo offre la possibilità di “integrare la buona pratica sportiva nei programmi di inclusione sociale, educazione e formazione a favore dei minori disagiati” portati avanti dalla cooperazione internazionale. Secondo il direttore di Aics, l’intesa, che partirà la prossima settimana con un progetto in Giordania, potrà servire a diffondere i “valori” che uno sport popolare come il calcio “può portare alle nuove generazioni in Paesi dove ci sono condizioni di vita più svantaggiate”. Ora starà proprio all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo mettere in pratica i principi contenuti nell’intesa, con l’auspicio, ha sostenuto Maestripieri, che “questo tipo di attività sia accolta in tutte le aree dove realizziamo attività di sostegno ai minori”.

TOMMASI (AIC): “IL CALCIO È QUESTO, IL PALLONE VA PASSATO”

“Il pallone è un filo che unisce, perché non si cura delle barriere e soprattutto perché va sempre passato”. A dirlo è Damiano Tommasi, ex calciatore e presidente dell’Associazione italiana calciatori (Aic), oggi in Farnesina per la firma di un’intesa tra la sua organizzazione, il ministero degli Affari esteri e l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Al microfono dell’agenzia Dire, Tommasi ha spiegato che il protocollo, che ha l’obiettivo di sostenere i sistemi sportivi dei Paesi partner e di lavorare con i ragazzi formando docenti sul posto, rappresenta per l’Aic “un percorso che dà la possibilità di promuovere un modello formativo già applicato in tutta Italia nelle nostre scuole calcio e di poterlo accompagnare a tanti progetti di cooperazione in giro per il mondo che vedono nello sport un elemento valido, da inserire”.

L’ex capitano della Roma ha inoltre spiegato che, ad aprire i lavori del primo progetto, già la prossima settimana ad Aqaba, in Giordania, ci sarà “una settimana di lavoro con i formatori delle organizzazioni non governative che sono sul posto”. L’obiettivo sarà “valorizzare il calcio come mezzo d’inclusione sociale per i ragazzi e le ragazze del contesto giordano”. Insieme con Tommasi, in Giordania ci sarà l’ex campione del mondo Simone Perrotta, responsabile del dipartimento ‘Junior’ dell’Aic. Nel corso dell’incontro, che si è concluso con la firma del pallone dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e la consegna della “maglietta della cooperazione” al presidente dell’Aic, Tommasi ha parlato dell’esperienza che ha ispirato l’idea dell’intesa. “In Uganda abbiamo iniziato a cooperare con Avsi” ha raccontato l’ex calciatore. “Abbiamo costruito un campo e una squadra di allenatori e poi siamo rimasti sempre più coinvolti, fino a decidere di mettere a sistema questo modello che si era dimostrato positivo”.

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