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Renzi: “Sfiducia a Bonafede prima di Pasqua, vogliamo l’elezione diretta del premier”

Il leader di Italia Viva a Porta a Porta torna a proporre modifiche alla Costituzione, e sul governo: "Hanno provato a buttarmi fuori, ma non ce l'hanno fatta"

Pubblicato:19-02-2020 18:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:01
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Matteo Renzi
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ROMA – “Non e’ che diventiamo la sesta stella. Io non voglio morire grillino. Sono colpito dal modo in cui il Pd ha inseguito i grillini”, dice Matteo Renzi conversando con Bruno Vespa alla registrazione di Porta a Porta.

“Ci sono stati giorni molto brutti di polemiche inspiegabili. Noi siamo coerenti. E’ il Pd che e’ diventato giustizialista e ha cambiato idea”, aggiunge a proposito del voto sulla prescrizione.

“Io penso – aggiunge Renzi – che sulla giustizia si debba pensare ai 1028 italiani che ogni anno vengono arrestati da innocenti. Ma non e’ solo la giustizia c’e’ una sorta di populismo in tutto il governo…“.  


Se entro Pasqua la maggioranza non ritirera’ la proposta Bonafede sulla giustizia voi presenterete una mozione di sfiducia individuale? “Penso priprio che andra’ cosi’“, dice ancora Renzi.

Il leader di Italia Viva si descrive tuttavia come “ottimista” sulla tenuta dell’esecutivo: “Se cade il ministro della giustizia cade il governo? Non credo, spero che prevalga il buon senso. Non possono pero’ – aggiunge- farci un ricatto: e cioe’ dire che se non la pensiamo come loro ce ne dobbiamo andare. Se vogliono che ce ne andiamo, va bene. Ma ce lo devono dire”.

Vogliono buttarla fuori dalla maggioranza? “Ci hanno provato. Non ce l’hanno fatta, ma ci hanno provato raccogliendo i senatori responsabili. Ma se lo vogliono fare, perche’ il presidente del consiglio o qualche suo collaboratore non ci vuole, e’ loro diritto provarci. La prossima volta farebbero meglio a riuscirci”, aggiunge Matteo Renzi.

“Se vogliono fare senza di noi… ” c’e’ la crisi, dice Matteo Renzi a Porta a Porta replicando al “capogruppo del Pd” alla Camera che dice che i Dem non tollereranno piu’ a oltranza. “Ma di che?” chiede Renzi. E aggiunge: “Ci sono due modi di far politica. Il primo modo e’ il modo Lines Notte assorbe tutto. Quello di chi assorbe qualsiasi proposta fatta pur di mantenere la seggiola”.

“Tutti noi- continua Renzi- dovremmo darci una regolata. E per primo io. Non credo che una persona da sola possa decidere tutto. Ma non credo neppure che in questa fase politica si vada avanti con questi equilibri. E’ maturo il tempo di dire che cosi’ non si va avanti”.

“Io faccio un appello a tutte le forze politiche a Zingaretti, DI Maio, Crimi, Conte, Salvini, Meloni e Berlusconi. A tutti. Siccome cosi’ non si va avanti portiamo l’unico modello istituzionale che funziona, quello dei sindaci, a livello nazionale. Per me la soluzione e’ elezione diretta del presidente del consiglio. La propongo con molta umilta’”, aggiunge Renzi.

Ma il leader di Italia Viva nega che la proposta del sindaco d’Italia sia un modo per “buttare la palla in tribuna”: “Quand’anche si rompesse la maggioranza di governo, per la fase che stiamo vivendo col referendum e la ridefinizione dei collegi, non si puo’ votare fino all’autunno. E siccome non si e’ mai votato in autunno, e’ presumibile pensare che fino al 2021 non si vota. Siccome non si puo’ andare a votare per questo motivo tecnico, e’ il momento di guardarsi negli occhi e pensare prima agli italiani. Non e’ un modo per buttare la palla in tribuna. Per me e il mio partito c’e’ tutto l’interesse a non fare una riforma del genere. A noi basterebbe il proporzionale col 5 per cento. Ma e’ evidente che l’Italia e’ ferma nella melma delle sabbie mobili. Io lancero’ una raccolta di firme accanto al lavoro preparatorio che lanceremo perche’ si arrivi al via libera alla proposta del sindaco d’Italia in modo che chi e’ d’accordo con noi lo possa dire”, dice Renzi.

Ma la riforma del sindaco d’Italia la potra’ fare un governo di scopo? “Ci sono due modi diversi”, risponde Matteo Renzi nel corso di Porta a Porta. “Il primo e’ il modello che noi avevamo fatto con il Nazareno che prevedeva un patto tra il premier e il capo dell’opposizione per le riforme. Era un patto istituzionale con un governo di un certo colore ma Berlusconi non votava le mie leggi”.

“L’altra ipotesi – aggiunge- e’ come il governo Maccanico, che peraltro non vide la luce, dove e’ il governo stesso ad essere istituzionale. La sintesi e’ che siamo in una fase in cui tutti litigano. E a me che sono semplicemente coerente ad esempio sulla giustizia, mi dicono che sono pazzo…”.

Ma cosa succede domani mattina a Conte? “Il problema del governo non l’abbiamo mai posto noi. Io non ho mai detto che toglievo la fiducia a Conte. Io non credo che la mia preoccupazione la mattina sia di togliere Conte. Certo e’ che questo governo deve verificare se va avanti o no. Se invece loro ci vogliono togliere, noi togliamo il disturbo”.

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