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Da Ismea e Banca Terre 10mila ettari per i giovani

Bellanova: "Operazione ha impatto importante"

Pubblicato:19-02-2020 15:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:01

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ROMA – Trecento ottantasei terreni per oltre diecimila ettari di terra pronti per essere venduti all’asta in Italia, con le manifestazioni d’interesse che possono essere inviate da oggi al 19 aprile, con una corsia preferenziale per i giovani che prevede mutui trentennale al 100% e sostegni dedicati per gli imprenditori agricoli sotto i 41 anni. Si tratta di appezzamenti parte del patrimonio della Banca Nazionale delle terre agricole, nata con la finanziaria del 2016 per assegnare terreni pubblici lasciati in stato di abbandono. I terreni sono ubicati in prevalenza nelle regioni meridionali, con Sicilia, Basilicata e Puglia che da sole coprono oltre la metà delle superfici disponibili. Segue il centro Italia, rappresentato in particolare dall’Umbria, dalla Toscana, con una quota del 23%, mentre il restante 9% è distribuito tra Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria.

IL BANDO DI ISMEA

Questo l’oggetto del terzo bando Ismea presentato oggi a Roma, con lo scopo di favorire il ricambio generazionale nei campi riportando i giovani nelle attività legate alla Terra. Questa operazione “ha un impatto importante”, commenta la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, a margine della presentazione del progetto, oggi al MAXXI di Roma. “Ce lo diranno i ragazzi e le ragazze che possono testimoniare con la loro esperienza come è possibile investire e avere soddisfazioni dal punto di vista lavorativo e produttivo- spiega Bellanova- Oggi con questo nuovo bando mettiamo nella disponibilità dei ragazzi e delle ragazze 10mila ettari di terra che possono essere immediatamente messi in produzione. Noi li aiutiamo rateizzando fino a trent’anni il pagamento del costo delle terre. Questo è per noi un inizio perché voglio invitare con forza tutte le istituzioni, a partire dai comuni, a fare l’anagrafe delle loro terre incolte perché dobbiamo avviare in questo paese una nuova riforma fondiaria”. E allora, “se diciamo che l’agricoltura deve tornare al centro del sistema economico, noi dobbiamo dare la possibilità di un accesso alle terre che non sia molto costoso- sottolinea la ministra- se dobbiamo dotare lavoratori, lavoratrici e imprese di strumenti che sostengano l’innovazione, la ricerca e la collocazione sui mercati dei prodotti che sono sempre di maggiore qualità”.


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