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Report del Consiglio grande e generale del 18 febbraio – Seduta pomeriggio

Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print Scontro al vetriolo in Consiglio Grande e

Pubblicato:19-02-2020 09:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:01
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Scontro al vetriolo in Consiglio Grande e Generale tra maggioranza e opposizione sul Comma 3: composizione del Consiglio Giudiziario in seduta plenaria. Matteo Ciacci (Libera) incalza il Segretario di Stato Ugolini e parla di “maggioranza silenziosa” che cela “obiettivi pericolosi”. “Avete già toccato il fondo” tuona, chiedendo di “bloccare questa schifezza e di ragionare meglio soprattutto sui tempi e sui modi”. Il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini accusa il consigliere Renzi e l’ex esecutivo di aver “violentato le leggi del nostro Paese che riguardano il settore della giustizia” e ricorda la “nomina a dirigente del tribunale di una persona che non aveva i requisiti”. La priorità è “riportare logiche di certezza del diritto a partire da quelle che sono le nostre fonti”. Tra Lonfernini e Ciacci volano scintille. “Ragionevole sostenere che un dirigente non magistrato non possa esercitare il diritto di voto non essendo né togato né politico” commenta Matteo Rossi (Npr). “Lascia perplessi la qualificazione come interpretazione autentica di alcune questioni rispetto ad altre” osserva invece Rossano Fabbri (Libera).

“L’intervento odierno – incalza Fernando Bindi (Rf) – accresce i poteri della politica e demolisce l’equilibrio numerico della rappresentanza, ma non ripristina la fiducia”. “Questi atti vanno corretti perché lascerebbero segni indelebili nella storia delle istituzioni” fa notare Filippo Tamagnini (Pdcs), secondo il quale “l’obiettivo numero uno deve essere l’unità della politica”. “Non possiamo sperare di portare investitori in un Paese dove lo stato di diritto è alla mercé della maggioranza” commenta Michele Muratori (Libera). Giovanni Zonzini (Rete) non le manda a dire a Repubbilica Futura: “In un comunicato stampa avete parlato di gruppo potere. Bene: prendete la parola e fate i nomi di questo gruppo”. “Sono stati assegnati i super poteri al dirigente non magistrato. Poteri che con questa legge vengono in parte mitigati” aggiunge l’esponente di Rete, il quale invoca “una riforma organica della giustizia”. “Evidente – secondo Sara Conti (Rf) – il conflitto di interessi degli avvocati presenti in questa Aula che sono nel collegio difensivo di Valeria Pierfelici”. “Parlo – dice Paolo Rondelli (Rete) – da persona profondamente colpita da questo sistema 2016-2019 che ammazzava le persone e interveniva sulle loro vite private ad uso e consumo di una forza politica. Meno di una settimana fa ho denunciato un magistrato. Sono parte in causa?” “Non c’è alcuna volontà di condizionare la giustizia e i processi – afferma Gian Nicola Berti (Npr), rivolgendosi all’ex maggioranza – noi non siamo come voi, non cerchiamo di fare gogna mediatica, non usiamo la clava dell’inquisizione per combattere l’avversario politico”. Lo stesso Berti chiarisce di aver ricevuto l’incarico di difendere la dottoressa Pierfelici “dal presidente dell’Ordine degli avvocati”. Pasquale Valentini (Pdcs) solleva alcuni interrogativi: “Se domani – e potrebbe anche essere un domani vicino – dovessimo avere bisogno di una figura esterna al tribunale, di chiara fama, che ha tutti i requisiti, siamo sicuri che ci starebbe bene l’applicazione della norma così come la stiamo facendo? Non facciamo questo intervento bendandoci gli occhi, ma facendoci tutte le domande e cercando risposte ragionevoli”.

“Io credo che con queste interpretazioni si vada a mettere al riparo la Reggenza” commenta Emanuele Santi (Rete). “Ho sentito presentare questo progetto di legge come se fosse la soluzione a tutti i problemi della giustizia di questi anni – minimizza Guerrino Zanotti (Libera) -. Semplicemente fa due interpretazioni autentiche, discutibili, e una modifica dellaa composizione del consiglio giudiziario. E’ possibile arrivare in Aula, chiedere la procedura d’urgenza e poi presentare degli emendamenti? Dove va a finire il confronto?”.


Di seguito una sintesi degli interventi fino alle ore 19

Comma 3: Progetto di legge qualificata: Composizione del Consiglio Giudiziario in seduta plenaria

William Casali (Pdcs): Il Governo chiede al Consiglio di ripristinare la corretta applicazione di una norma che non è stata ripristinata in base alle intenzioni originarie del legislatore. Deve farci riflettere e mi pongo una domanda: perché una diversa emanazione è venuta dopo anni dall’interpretazione della legge? Non riesco davvero ad immaginarmi motivazioni plausibili.

Matteo Ciacci (Libera): Abbiamo evidenziato un silenzio assordante alla faccia dell’emergenza decantata in campagna elettorale. Avete i numeri per fare le riforme non per vivacchiare stando seduti sulle poltrone. Mi riferisco a lei Segretario Ugolini: altro che calma, con un dinamismo sconsierarto ha da subito presentato un progetto di legge che va a cambiare il Consiglio giudiziario plenario. Questa silenziosa maggioranza che, pur di non perdere consenso già da oggi, ovviamente amministra silenziosamente. Tutti tranne il Segretario Ugolini. Lui fa capire a tutti perché è nato questo Governo politico. Finalmente per intervenire in maniera chiara netta ed esplicita sulle dinamiche all’interno del tribunale. E’ su questo punto che si è costituito il Governo dei 44. Spero davvero che gli appelli dei giorni scorsi vengano presi maggiormente in considerazione. Questa maggioranza cela obiettivi pericolosi dietro il silenzio e il tecnicismo. Avete svilito il Consiglio Grande e Generale a mero esecutore di istanze. Ci siete cascati, è un peccato. Nonostante tutto, voglio darvi fiducia. Dopo questo esagerato soppruso, credo ci sia la possibilità di cambiare la rotta. Le vendettte sulla pelle del Paese non ci interessano. Vi brecco di bloccare questa schifezza e di ragionare meglio soprattutto sui tempi e sui modi. Il Paese merita di più, un inizio di legislatura molto migliore. Avete già toccato il fondo.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Terminare un intervento con ‘questa maggioranza ha già toccato il fondo’: una banalità e una superficialità imbarazzanti. Perché oggi ci ritroviamo in Aula con un impegno ben preciso in materia di giustizia? Caro collega Renzi, ho ascoltato molto bene le sue parole: da parte sua voleva essere un intervento politico, ma devo dare un giudizio. Avete violentato le leggi del nostro Paese che riguardano il settore della giustizia. Ricordate quando vi spiegavamo che non era il caso di adoattare la nomina del professor Guzzetta, in quanto non aveva i requisiti? Questa è stata la prima violenza all’interno del nostro ordinamento. Non c’è da stupirsi sul perché portiamo interventi di questo genere. La riteniamo una priorità del Paese: riportare logiche di certezza del diritto a partire da quelle che sono le nostre fonti. Negli ultimi anni è stato fatto qualcosa di indescrivile. Sono anni che la politica ha voluto mettere le sue mani nel tribunale. Non vogliamo farlo più nella maniera assoluta. Vi rendete conto di quello che avete combinato nel 2019? Vogliamo avere di nuovo un secondo caso Guido Guidi? Io non vado oltre. Ci tengo a ricordare che in quelle famose violenze che qualcuno ha voluto alimentare ci sono state circostanze ben più gravi. Quando citate la sovversione sulla gestione della Giustizia, vorrei ricordarvi che avete convocato Consigli d’urgenza il sabato mattina.

Matteo Rossi (Npr): Le scene da corrida a cui abbiamo assistito fanno capire l’importanza del provvedimento. Questa non è la riforma della giustizia, è solo il primo passo di una serie di approfondimenti che riguarderanno questo tema. Il Paese si è stufato di giudici che si denunciano e querelano l’uno con l’altro. Facciamo qualcosa. C’è una questione di metodo che devo sottolineare. Comprendo che non tutto possiamo sapere e comprendo la sensibilità del perché è stato fatto questo. D’altra parte non rilevo particolari difficoltà a sostenere il provvedimento nel merito. Ragionevole sostenere che un dirigente non magistrato non possa esercitare il diritto di voto non essendo né togato né politico. Riequilibrare quell’organismo è necessario. Auspico che questo Governo riesca a dare un cambio di ritmo, un cambio di metodo. Vorrei che fosse un metodo più ampio, più dibattuto. Mi auguro che la classe politica si faccia scrupoli e interrogativi e non prenda la questioni a cuor leggero.

Alessandro Bevitori (Libera): Alcuni colleghi che sono con me in Libera si sono accorti a posteriori di cose che non andavano. Tutti in questa Aula sanno che la passata legislatura si è interrotta per un cambio di metodo e per riconoscimento di errori commesi nella prima fase di legislatura. L’intenzione era quella di impostare un metodo affinché la politica potesse tornare al suo ruolo più nobile. Da troppo tempo la politica è stata legata ad un ruolo dequalificato. Vogliamo affermare una politica indipendente che possa confrontarsi con gli altri poteri in maniera indipendente senza essere subalterna di nessuno. Il potere legislativo del Consiglio Grande e Generale deve riaffermarsi. Se non effettuiamo quel cambio di metodo, mi dispiace ma la nostra cara Repubblica avrà grandi difficoltà a rialzarsi.

Rossano Fabbri (Libera): Si rischia davvero di continuare a parlarsi e non capirsi senza essere funzionali allo scopo. Vorrei fare alcune doverose specificazioni. Considero appunto la giustizia uno di quei settori dove occorre intervenire per ripristinare una situazione di certezza del diritto che deve essere funzionale. La specificazione che voglio fare r mi porterà all’astensione è relativa all’argomento sul conflitto di interessi. La normativa sull’eventuale conflitto di interessi, reale o supposto, vale per tutti. Mi auguro che tutti abbiano bene a mente cosa significa il dovere di conflitto di interessi e rispetto delle leggi. Sono questioni abbastanza assurde. Questo provvedimento non cambierà le sorti della giustizia nella Repubblica di San Marino. Mi corre l’obbligo di dire che non è il titolo che diamo a questo provvedimento che lo rende interpretazione autentica. Lancio una provocazione a questa maggioranza: se vuole far seguire i fatti alle parole, siccome siamo in una situazione chiara a livello parlamentare, dimostrate che siete rispettosi dei diritti delle minoranza cercando di modificare la legge nella parte in cui si dice che siano 20 Consiglieri ad avere la possibilità di adire al Collegio garante ai fini della modifica. Questo è un atto che come maggioranza potreste fare, dando prova che non c’è nessuna volontà di inibire l’opposizione. Lascia perplessità la qualificazione come interpretazione autentica di alcune questioni rispetto ad altre. Sono altri i provvedimenti che aspettiamo in materia di giustizia.

Fernando Bindi (Rf): Non si può affermare impunemente che una nomina non sia avvenuta senza i requisiti di legge. Non si possono ignorare le regole del gioco. Possiamo anche fare una seduta segreta e parlare di quello che ha generato l’attuale situazione, partendo dalla fine del 2013 e l’inizio del 2014: qualcuno dovrà spiegare quando un magistrato è stato spostato in un altro luogo. Questa legge è una modifica non una semplice interpretazione. Nella relazione c’è un richiamo esaustivo degli organismi internazionali che vi esortano a togliere il peso alla parte togata e ad incrementare il peso di quella politica. Perchè denominate questo progetto di legge ‘interpretazione’? Cambia il rapporto numerico e le prerogative di voto del giudice. E’ un passacarte o è un dirigente? Questa disposizione non ha alcun senso logico. Non è un problema di parti politiche, è questione di logica. Meno che mai può essere venduta come un passo nella direzione dell’autonomia della magistratura. Naturale domandarsi da dove abbia avuto origine l’attuale proposta come è naturale esaminare il contesto politico e naturale in cui le dinamiche degli attori si svolgevano. L’ultima tappa è il balletto sulla presa d’atto dei giudici vincitori del concorso. Vi pare che con i toni che abbiamo ascoltato e questo arrampicarsi sugli specchi, questa nostra situazione accresca la fiducia? L’intervento odierno accresce i poteri della politica e demolisce l’equilibrio numerico della rappresentanza, ma non ripristina la fiducia. Con questa legge riporate indietro l’ordinamento per fini non particolarmente nobili.

Filippo Tamagnini (Pdcs): Non votare la procedura d’urgenza significava prendere parte ad uno scontro politico che non è il mio. Non voglio aderire a questo scontro. Mi è nato il sentimento di essere di fronte ad atti potenzialmente irreversibili. Credete che porteremo la concordia in tribunale? Non sto dicendo che le storture irreversibili non debbano essere corrette. Questi atti vanno corretti perché lascerebbero segni indelebili nella storia delle istituzioni. Alla fine della approvazione di questa legge, cosa avremo ottenuto? E’ il tempo dell’unità della politica. L’obiettivo numero uno deve essere l’unità della politica. Nel giusto rispetto di chi si sente traditto. Questo è il tempo dell’unità della politica. Ci saranno tempi peggiori.

Giovanni Zonzini (Rete): Questo provvedimento nasce in un contesto di emergenza. In uno stato di eccezione. Tale situazione di carattere eccezionale si è creata dopo anni di una gestione scellerata dei conflitti interni al tribunale. Una guerra per bande. Sono stati assegnati i super poteri al dirigente non magistrato. Poteri che con questa legge vengono in parte mitigati, così come ideato dal legislatore 17 anni fa. Perchè la relazione del dirigente del tribunale prima ancora di essere discussa in questa Aula o in Consiglio giudiziario plenario è finita su un sito di informazione? Questa è una cosa da Repubblica delle banane. Tuttavia c’è un punto importante. Rf scrive che il mandante di questo atto sarebbe un ‘gruppo di potere’. Piacerebbe molto che prendeste la parola e faceste i nomi di questo gruppo di potere. Noi ve lo abbiamo detto quando eravate i burattini di Grandoni e Confuorti. Per votare questa norma ho chiesto due garanzie. La prima: di non tornare indietro su certe nomine. La seconda: che sia il preludio di una riforma organica della giustizia.

Michele Muratori (Libera): Non siamo tifosi né dell’uno né dell’altro. Siamo tifosi di entrambi. Abbiamo bisogno di sostenere l’operato dell’intero tribunale e della possibilità che un magistrato possa operare seranamente. Non possiamo sostenere un giudice perché fa sentenze che a me piacciono. Non possiamo sperare di portare investitori in un Paese dove lo stato di diritto è alla mercé della maggioranza. Se pensate che questo progetto di legge possa andare nella direzione di far ritornare tutto nella normalità, vi auguro solo il meglio. A mio parere si andrà nella direzione contraria.

Gerardo Giovagnoli (Npr): Chiaro che la politica vive in un ambito di contrasto e di lotta, ma si deve nutrire di condivisione, soprattutto quando si tratta di giustizia. Non cederò alla tentazione di individuare il colpevole iniziale. Ci sono stati dei fatti, ma non voglio individuare negli elementi che sto per dire – ed hanno reso giustificato il provvedimento – non li riterrò gli unici responsabili. Uno di questi è l’allontanamento del magistrato dirigente in quella forma. Cercherò di guardare in avanti. La sfida del rinnovamento della giustizia è una sfida che tutti dovremmo avere qua dentro. Sulla giustizia dobbiamo essere lungimiranti, ma anche delicati: non possiamo fare in modo che il ragionamento del consigliere Tamagnini si riproponga in futuro.

Sara Conti (Rf): Molto grave che si stia votando una legge ad personam e retroattiva. Evidente il conflitto di interessi degli avvocati presenti in questa Aula che sono nel collegio difensivo di Valeria Pierfelici. Mi rifaccio all’intervento del consigliere Troina. Concordo che un avvocato può inrrervenire quando si parla di giustizia. Il problema c’è quando un avvocato che difende una persona si trova a votare una legge che riguarda quella persona. Violazione gravissima, che mette a repetanglio lo stato di diritto.

Paolo Rondelli (Rete): Pensando al caso della dottoressa Pierfelici, non volendo prendere le sue parti, però un po’ mi ci rispecchio. Una persona abituata a studiare, per certi versi invidiata, che sa rapportarsi con altre istituzioni e mette in ombra il politico di turno e quindi deve essere allontanata. Mi sento toccato da quella vicenda a livello personale. La politica non deve intervenire sulla vita delle persone, non deve fare del male alle singole persone per bieca invidia e bieca posizione politica. Credo opportuno fare grosse differenze tra le forze dell’ex maggioranza. Credo opportuno che ci siano possibili interventi spot. Meno di una settimana fa ho denunciato un magistrato. Sono parte in causa? Non lo so. Non si configura conflitto di interessi qualora un deputato tragga un vantaggio come semplice cittadino o appartenente a una categoria di persone. Leggiamoli tutti, i documenti, per favore, se vogliamo discuterne, non usiamoli solamente a nostro comodo, giocando sulla testa delle persone. Lo dico da persona profondamente colpita da questo sistema 2016-2019 che ammazzava le persone e interveniva sulle loro vite private ad uso e consumo di una forza politica.

Iro Belluzzi (Npr): E’ vero, non si può ritornare indietro nel tempo e ricreare un mondo idilliaco che probabilmente non sarà stato mai. Ho grande paura che il progetto che stiamo affrontando acuisca ulteriormente lo scontro all’interno del tribunale, ma non in funzione di quanto è scritto, ma di quello che non è definito nella legge stessa. Cominciano un serie di illazioni e sospetti. Su questo tema porto una provocazione. Perché si possano ripristinare quegli elementi di dialogo fondamentali. Sicuramente i temi che dovremo affrontare da qui in avanti avranno una portata e una rilevanza che richiederanno una pluralità totale per poterli determinare e farli condividere a tutta la collettività. Su quello che è l’articolato vorrò intervenire più tardi. Il garantismo che è un approccio fondamentale del mio pensiero voglio che sia un elemento comune: basta con la modalità della delazione e del sospetto.

Gian Nicola Berti (Npr): Occorre dare alle persone ferite la possibilità di poter dimostrare, di fronte ad un giudice imparziale, la correttezza dei propri comportamenti. Non c’è alcuna volontà di condizionare la giustizia e i processi: noi non siamo come voi, non cerchiamo di fare gogna mediatica, non usiamo la clava dell’inquisizione per combattere l’avversario politico. Conti e Bindi: vi do il beneficio del dubbio, perché in commissione giustizia non c’eravate, chi ve li ha raccontati vi ha detto delle bugie. Bugie dette in maniera disonesta. Chiunque dica “lui è avvocato della Pierfelici”, è affetto da disonestà intelletuale. Quando un magistrato è costretto, perché denunciato, ad andare davanti al giudice, non lo può fare direttamente, ma attraverso un avvocato iscritto all’ordine. Può esserci chi si rivolge al Congresso di Stato, benché decaduto, chiedendo di pagargli l’avvocato. Questo è l’atto con cui il presidente dell’Ordine degli avvocati ci ha assegnato l’incarico di tutelare la dottoressa Pierfelici avanti al giudice penale. Persone autononome che vogliono rispettare la legge finiscono con la testa tagliata. Quando lei, Renzi, dice che l’articolo 1 aiuta la dottoressa Pierfelici ad uscire dal procedimento penale, le vorrei dire che era presente, il 30 ottobre del 2018, quando si espresse direttamente per significare che c’erano problemi interpretativi della norma. Logico comunque che se fosse stato commesso un abuso, l’abuso resta comunque. Voi di Ap come sempre applicate le regole come vi pare e dopo le andate a interpretare ancora peggio. Ci state portato avanti questa telenovela che non si può fare il processo Mazzini. E’ una telenovela. Il processo Mazzini dal punto di vista tecnico è già finito. Dobbiamo renderci conto che il Segretario di Stato Andrea Massimo Ugolini aveva ragione. Potrebbero esserci degli atti suscettibili di revisione, ma non saranno revisioni che farà la politica: noi dobbiamo riportare nell’alveo dello spirito normativo una serie di distorsioni.

Pasquale Valentini (Pdcs): Credo che sia importantissimo questo dibattito a maggior ragione reso importante dalla procedura di urgenza. Sento e vorrei dare voce a questo: in questo Consiglio, ed è una novità, io sento l’esigenza di tanti nuovi consiglieri di dare voce ad un disagio che avvertono, sentendo che la loro voglia di responsabilità e di contributo fattivo a quello che dobbiamo fare, se continuiamo così viene mortificata. Non usiamo la forza dei numeri per sopprimere questo: è una ricchezza che dobbiamo liberare. Quel progetto di legge si muove sull’intepretazione autentica e la modifica di legge. Già questo creerà un primo problema nell’applicazione. Avremo la necessità che qualcuno distingua i passaggi con l’interpretazione autentica e quelli con la modifica. E’ già un primo problema che si apre. Se domani – e potrebbe anche essere un domani vicino – dovessimo avere bisogno di una figura esterna al tribunale, di chiara fama, che ha tutti i requisiti, siamo sicuri che ci starebbe bene l’applicazione della norma così come la stiamo facendo? Stiamo facendo una norma che vale così oggi oppure sempre? Sulla retroattività: ho trovato che molte sentenze della Cedu dicono che questo discorso non è applicabile laddove nell’amministrazione della giustizia ci siano controversie in corso. Non facciamo questo intervento bendandoci gli occhi, ma facendoci tutte le domande e cercando risposte ragionevoli.

Oscar Mina (Pdcs): La politica in quest’aula è dotata del potere legislativo e deve porre le condizioni di base e legiferare affinché gli organismi giudiziari preposti siano in grado di operare nell’interesse della collettività. Nessuna volontà politica di maggioranza di mettere le mani sulla giustizia. L’organo legislativo è in quest’aula, intende ridisegnare la composizione dell’organismo giudiziario. Un intervento che crea le premesse per una prossima riforma dell’ordinamento giudiziario. Non serve creare un conflitto tra i poteri, facciamo politica e dobbiamo continuare a farla, garantendo l’equilibrio. Se questo è il metodo che come opposizione intendete adottare, allora porteremo in Aula ogni provvedimento necessario senza tentennamenti, previo naturalmente confronto con le parti sociali ed economiche.

Adele Tonnini (Rete): Se il primo che non rispetta le leggi è proprio lo Stato, sbilanciando l’assetto degli organismi, ci sentiamo in dovere di agire per ripristinare la corretta proporzione. L’urgenza sta proprio negli elementi di riequilibrio. Ho sentito davvero di tutto e il contrario di tutto. E’ un primo piccolo passo. L’obiettivo è la riforma generale dell’ordinamento giudiziario. Dobbiamo farlo a piccoli passi in maniera condivisa. Diverse cose saranno da affrontare. Serve la legge sul traffico di influenza e la modifica del codice penale.

Marica Montemaggi (Libera): Procedendo con la forza dei numeri, è normale si produca questo: uno scontro che poteva benissimo essere evitato. Soprattutto mostra come una metodologia che è stata sempre contrastata con toni accesi, oggi si ripropone. Sullo screditamento fatto alle persone non si può imputare una responsabilità unilaterale. Questo non ve lo concedo, non sarebbe onesto. Persone anche solo accennate hanno subito dossieraggi e passaggi nei trituratori. Consiglieri anche di maggioranza dicono che questo intervento non riporterà la pace in tribunale. Non avrà l’effetto di andare a ripianare il grave problema della giustizia.

Emanuele Santi (Rete): Ci sono state delle forzature evidenti. La più evidente è la cacciata del magistrato dirigente con un ordine del giorno. Al suo posto un non magistrato a cui sono stati dati poteri di magistrato. Abbiamo un dirigente del tribunale che è stato nominato dalla politica: lo scrive lui stesso. Può un funzionario della Pa avere le funzioni di magistrato? Se abbiamo un dirigente del tribunale che non è magistrato già si crea una sproporzione. Togliendoli il voto, non ha la possibilità di incidere sugli squilibri. Vorrei porre l’accento su una cosa non da poco, che forse non è stata detta. Credo che quando verrà convocato il Consiglio giudiziario in seduta plenaria, la Reggenza stessa sarà tolta da un grosso imbarazzo: quando venivano convocate le sedute plenarie nella scorsa legislatura, non so se lo erano in maniera regolare. Io credo che con queste interpretazioni si vada a mettere al riparo la Reggenza. Avete avuto il disprezzo di tutte le istituzioni.

Guerrino Zanotti (Libera): Ho sentito presentare questo progetto di legge come se fosse la soluzione a tutti i problemi della giustizia di questi anni. Semplicemente fa due interpretazioni autentiche, discutibili, e una modifica della composizione del consiglio giudiziario. Un punto su cui insistiamo fortemente è quello del metodo. Ci si è sperticati sulla necessità di aprire una nuova fase politica. Questo è il risultato che già ci ritroviamo a distanza di un mese o poco più. E’ inevitabile che nasca la preoccupazione. Prendo come riferimento l’intervento del consigliere Belluzzi che si è interrogato se sia veramente necessario fare questa ulteriore forzatura: quella sul voler arrivare a tutti i costi fare interpretazioni autentiche. E’ possibile arrivare in Aula, chiedere la procedura d’urgenza e poi presentare degli emendamenti? Dove va a finire il confronto?

Manuel Ciavatta (Pdcs): La cosa che mi colpisce è che i problemi ci sono da due anni a questa parte. Prima le problematiche non avevano mai mostrato questa gravità e questo stato di crisi, sia per quello che riguarda i pensionamenti che per quanto concerne la composizione del consiglio giudiziario plenario. Rispetto al tribunale non possiamo essere divisi: dobbiamo essere uniti e il più possibile coesi. Rispetto alla procedura di urgenza vorrei dire questo. E’ una cosa che mi ha colpito e che non ho sentito da nessuno. Nel mio gruppo consigliare sono stato uno di quelli a chiedere la doppia lettura. E’ evidente che la relazione giustizia è un atto giudiziario ma anche politico. E’ chiaro che ho avuto l’impressione avesse accelerato i tempi a fronte anche di accelerazioni fatte dal tribunale. Se la problematica vogliamo affrontarla in maniera lucida, bisogna che tutti ci fermiamo un attimo, anche il tribunale: non ad emettere le sentenze, sia chiaro. Anche qualora dovesse risuccedere che il nostro tribunale abbia bisogno di un dirigente esterno, la richieste deve essere fatta insieme. La cosa che dobbiamo cercare di fare come parlamento è essere il più uniti e oggettivi possibile.

Marianna Bucci (Rete): Condivido il sentimento di amarezza del consigliere Tamagnini. Il nostro ordinamento è stato sotto attaccato di un gruppo criminale ben preciso. Con i gruppi criminali è impossibile parlare. Abbiamo preso un impegno preciso con i cittadini. I contenuti del progetto di legge sono condivisibili con le puntualizzazioni già riportate dal consigliere Zonzini. La prima riflessione la voglio condivdere con chi dice che questo è un progetto per sovvertire lo stato di diritto. Per sovveritre lo stato di diritto bisogna che lo stato di diritto ci sia.

I lavori della seduta pomeridiana del Consiglio Grande e Generale oltre le ore 19

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