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Largo Argentina aperta a turisti e cittadini grazie a Bulgari, al via lavori

Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print ROMA - L'area sacra di largo Argentina sarà accessibile e visitabile

Pubblicato:19-02-2019 09:36
Ultimo aggiornamento:19-02-2019 09:36

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ROMA – L’area sacra di largo Argentina sarà accessibile e visitabile per la prima volta in modo sistematico da romani e turisti grazie a un nuovo atto di mecenatismo culturale, con una serie di lavori e interventi che non turberanno la storica colonia felina che da anni abita il sito archeologico. Una erogazione liberale del valore di 500.000 euro è, infatti, l’oggetto di una convenzione siglata tra Roma Capitale e Bvlgari che consentirà di effettuare una serie di interventi volti a una significativa valorizzazione del sito archeologico, presentati in un punto stampa organizzato sul posto dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, insieme all’amministratore delegato della Maison, Jean-Christophe Babin, al vicesindaco e assessore capitolino alla Cultura, Luca Bergamo e al sovrintendente capitolino, Claudio Parisi Presicce.

La somma donata quest’anno andrà ad aggiungersi al residuo di 485.593,58 euro dei fondi elargiti per il restauro della Scalinata di Trinità dei Monti, così come previsto nella convenzione stipulata con la Maison Bvlgari nel 2014 in cui si stabiliva che gli eventuali residui sarebbero stati destinati ad altri interventi sul patrimonio culturale di Roma Capitale. Il progetto per l’area di largo Argentina può dunque beneficiare di circa 1 milione di euro e prevede interventi che consistono nella costruzione e nel posizionamento di passerelle che consentiranno di percorrere l’area in sicurezza, nella musealizzazione di uno spazio attualmente adibito alla conservazione dei reperti e nella predisposizione di tutti i servizi al pubblico per consentire un’agevole fruizione del luogo.

L’area di largo Argentina è il più esteso complesso di epoca repubblicana, ospita quattro templi romani che vanno dal IV al II secolo a.C. e custodisce il basamento di tufo della Curia di Pompeo, presso cui avvenne l’assassinio di Giulio Cesare il 15 marzo del 44 a.C. (le famose ‘Idi di marzo’), come narrato da Cicerone. La Sovrintendenza sta attuando le procedure necessarie per la conclusione della fase progettuale e per l’affidamento dei lavori il cui termine è stimabile entro la metà del 2021. L’accordo siglato si inserisce nel più ampio programma di valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale della città di Roma.


“Roma Capitale della storia e della vita contemporanea grazie a Bvlgari potrà beneficiare nuovamente di uno dei siti archeologici più amati nel cuore della città. Con il vicesindaco Bergamo stiamo lavorando per dare la possibilità a chi vive e chi visita Roma, sempre di più, di avere accesso ai luoghi culturali”, ha detto Raggi. Per la sindaca quello presentato “è un nuovo gesto d’amore per Roma. Bvlgari dopo aver aiutato la città di Roma a dare nuova luce alla scalinata di Trinità dei Monti a piazza di Spagna, interverrà per restituire questa area ai cittadini romani. Sarà possibile, attraverso delle passerelle, attraversare questa area e viverla maggiormente. Chi mette a disposizione le proprie risorse, con un atto di mecenatismo, merita un ringraziamento”.

Come ha commentato Babin, “siamo molto orgogliosi di questo nuovo regalo alla Città Eterna: dopo il restauro della scalinata di Trinità dei Monti, fin dalla sua costruzione un irrinunciabile punto di ritrovo per romani e turisti, andremo a valorizzare un altro luogo al centro della vita sociale e spirituale dell’antica Capitale. I visitatori potranno finalmente apprezzare da vicino reperti di grandissimo pregio situati in una piazza che ospita anche edifici rinascimentali e medievali. Un respiro culturale che solo una città come Roma è in grado di offrire al mondo”.

Roma, ha sottolineato l’ad, “per Bulgari è una vera fonte di ispirazione, spesso ci consideriamo ambasciatori di Roma all’estero. Questo è uno dei più antichi siti di Roma a cielo aperto, ha un valore straordinario non solo per l’assassinio di Giulio Cesare ma per il concentrato di stili e della storia architettonica romana. L’opera di valorizzazione renderà il sito più vicino ai romani e ai tanti turisti che vengono qui. Un gesto d’amore e che ci conviene, perché più brilla la città di Roma e più brilla il gioielliere di Roma, ovvero Bulgari. Grazie al sindaco e sovrintendente di averci dato questa opportunità, speriamo che ci saranno altre occasioni così”, ha concluso Babin. Per il vicesindaco Bergamo “questo è il risultato di una gestione sana ed efficiente del restauro di piazza di Spagna che ci consente di rimettere a disposizione un’area meravigliosa, inaccessibile dall’inizio e del secolo scorso, a tutti i cittadini. Uno degli obiettivi del mio assessorato è proprio questo ed è per questo che questo è un evento fondamentale anche per il valore simbolico che assume di restituzione alla cittadinanza”. Bergamo ha poi assicurato che “è stato anche fatto un lavoro affinché le colonie dei gatti che vivono qui, e sono diventate famose per questo, non vengano turbate dal processo”.

“Per un archeologo parlare di questo intervento è emozionante, abbattere la distanza tra la città di sopra e di sotto, determinato dagli scavi della prima metà del ‘900, è un traguardo importante”, ha aggiunto Parisi Presicce. “Siamo nel cuore della Roma repubblicana ed è l’area sacra più ricca di testimonianze: qui abbiamo quattro edifici templari. È un’area scavata tra il 1926 e il 1929 ma senza quell’attenzione che avrebbe meritato e senza quelle conoscenze che avrebbero permesso di capire meglio come era fatta nell’antichità”. Dopo i lavori, ha spiegato il sovrintendente, “si potrà accedere all’area dove ci sarà una piccola piazza dove saranno messe a disposizione tutte le informazioni e due passerelle per recarsi davanti alle facciate dei quattro templi. In questo luogo c’è un campionario di tutta l’architettura repubblicana che non era di marmo, come ricorda Augusto nella celebre frase ‘ho trovato una città di pietra e la lascio di marmo’, qui vengono testimoniati tutti materiali utilizzati”. L’area, ha continuato Parisi Presicce, “fu poi sigillata nel 80 d.c. dall’imperatore Domiziano, dopo un incendio che devastò il Campo Marzio. Qui Giulio Cesare venne assassinato alle spalle del Tempio Rotondo, dove si recò il mattino del 15 marzo del 44 a.C., arrivando arrivò a piedi percorrendo l’attuale via Arenula, e poi fu colpito da Bruto e Cassio”.

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