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Eni, sindacati in piazza: no alla cessione di Versalis agli americani

"La chimica dell'Eni rimanga italiana per il bene del Paese". Lo chiedono a gran voce i circa 3mila lavoratori

Pubblicato:19-02-2016 12:05
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:00

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ROMA – “La chimica dell’Eni rimanga italiana per il bene del Paese”. Lo chiedono a gran voce i circa 3mila lavoratori che manifestano da questa mattina in centro a Roma, in protesta per l’annunciata cessione del 70% di Versalis, il braccio chimico del gruppo Eni, al fondo americano ‘SK Capital’. Per questo motivo è in corso uno sciopero generale di 8 ore in tutti i siti e gli stabilimenti italiani del Gruppo Eni, per un totale di 40mila lavoratori che incrociano le braccia. La vicenda riguarda circa 6mila operai negli stabilimenti di Marghera, Ferrara, Mantova, Ravenna, Brindisi, Gela, Priolo, Ragusa, Porto Torres e il Centro di ricerche di Novara.

Il settore – dicono i sindacati – avrebbe bisogno di ulteriori investimenti per completare la trasformazione dei suoi stabilimenti in bioraffinerie ‘green’. “Servirebbero investimenti per oltre 1 mld di euro- dice Paolo Pirani, segretario generale Uiltec Uil- per completare quel processo di trasformazione in ‘green’, necessario per il nostro Paese. Eni deve mantenere le sue basi in Italia e il ruolo deve svolgere un ruolo attivo. Alcuni stabilimenti appartengono al patrimonio italiano, penso al Centro di Novara dove lavorò il premio Nobel, Giulio Natta”. Il fondo americano, avverte Emilio Miceli, segretario generale Filctem Cgil, “non ha le caratteristiche per gestire la chimica italiana: ha la sede alle Cayman e non può fare i giusti investimenti di cui avrebbe bisogno il settore. Inoltre vorremmo capire i criteri di questa operazione, non vorremmo un altro caso-Telecom. La chimica italiana non é solo l’impresa chiamata Versalis-conclude- ma una delle spine dorsali del Paese al pari della siderurgia”.


CAMUSSO: MANCA POLITICA INDUSTRIALE, RENZI DICA COSA VUOLE FARE – “Mancanza totale di un piano industriale”. Il segretario Cgil Susanna Camusso riassume così la vicenda di Versalis. Dal palco di SS.Apostoli in Roma,  il segretario Cgil si rivolge direttamente al premier Matteo Renzi. “Ci dica quale politica industriale ha in mente- dice- perché noi non la capiamo”. “Da questa piazza deve giungere un messaggio ben chiaro: teniamo alla chimica italiana e al nostro Paese, non si può accettare qualsiasi speculatore arrivi. Al governo chiedo il rispetto dei lavoratori. Abbiamo presentato le nostre proposte ma si brancola nel buio. Per tanti anni- conclude il segretario- venivano fatti gli investimenti perché l’azienda era partecipata dello Stato ed era parte integrante della politica industriale. Ora bisogna capire quale piano si ha in mente”.

BARBAGALLO: GOVERNO STA CINCISCHIANDO – Sulla vicenda Versalis “il governo sta cincischiando. Invece dovrebbe agire utilizzando il Fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti”. Lo dice Carmelo Barbagallo, segretario Uil, salito sul palco della manifestazione. Circa tremila i lavoratori in piazza da questa mattina. Il segretario parla a pochi metri da un lavoratore che espone uno striscione inequivocabile: ‘Mattei perdona loro perché non sanno quello che fanno’. “Ci opporremo con tutte le forze- avverte Barbagallo- alla cessione di Versalis all’estero. Avevamo un progetto di ‘chimica verde’, ma con la cessione agli americani tutto questo finirebbe, perderemmo una filiera importante e la prospettiva di risanamento. Mattei aveva un progetto iniziale che andava dall’estrazione al consumo, si rivolterebbe nella tomba oggi se vedesse questi comportamenti vergognosi. Purtroppo- conclude- la politica continua a non intervenire”.

di Federico Sorrentino, giornalista

 

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