A Gaza scatta il cessate il fuoco, ma in tre ore sono state uccise 19 persone nei raid

Da mercoledì oltre 150 vittime; annunciati i nomi dei primi 3 ostaggi tre ostaggi che Hamas libererà alle 16. Sono tre donne: Romi Gonen, Doron Steinbrecher e Emily Damari

Pubblicato:19-01-2025 12:01
Ultimo aggiornamento:19-01-2025 21:31

Gaza
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ROMA – È scattato infine il cessate il fuoco a Gaza: avrebbe dovuto entrare in vigore alle 8:30 di stamani, ma è slittato alle 11.30 per nuove interlocuzioni tra Israele e Hamas. Lo ha fatto sapere in una nota Majed al-Ansari, portavoce del ministro degli Esteri del Qatar, mediatore principale tra le parti: “Il cessate il fuoco a Gaza inizierà. Confermiamo che i nomi dei tre ostaggi che saranno rilasciati oggi sono stati consegnati alla parte israeliana“. In particolare, si tratta di “tre donne israeliane” con doppia nazionalità, “una di nazionalità romena e le altre due di nazionalità britannica, e quindi il cessate il fuoco è iniziato”. Si tratta di Romi Gonen, Doron Steinbrecher e Emily Damari.

Le prime tre donne, come riferiscono ancora le fonti di stampa regionali, saranno rilasciate alle 16 ora locale. Nel frattempo festeggiamenti sono scoppiati nella Striscia di Gaza, che attende l’entrata il vigore del cessate il fuoco da quasi quindici mesi. Stamani, il premier Benjamin Netanyahu aveva annunciato il rinvio della tregua in quanto il gruppo palestinese non aveva ancora consegnato la lista contenente i primi tre nomi degli ostaggi da rilasciare, che sarebbero dovuti arrivare ieri. Hamas, dal canto suo, ha motivato il ritardo con “problemi tecnici”, ribadendo pieno impegno a rispettare i termini dell’accordo.

Nel frattempo però non si sono fermati i bombardamenti israeliani contro la Striscia: a partire dalle 8:30, secondo Mahmoud Basal, portavoce della protezione civile palestinese, diciannove persone sono rimaste uccise nei raid contro Rafah, Khan Younis e alcune zone nel nord di Gaza. Altre 36 sono rimaste ferite. Ciò porta il bilancio delle persone uccise dall’annuncio del cessate il fuoco di mercoledì scorso a oltre 150 vittime.


L’avvio della prima fase del cessate il fuoco prevede anche il via libera di Israele all’ingresso di almeno 600 camion di aiuti al giorno, di cui 50 contenenti carburante, e altri 300 autorizzati a dirigersi al nord, dove le condizioni dei residenti sono state definite dalle agenzie umanitarie “catastrofiche”.
In questo senso, il capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini fa sapere che 4mila camion carichi di aiuti attendono ai valichi di frontiera di poter portare cibo, farmaci, materiale medico sanitario e altri aiuti immediati alla popolazione civile, che dal 7 ottobre 2023 subisce un assedio totale.

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