“Ecco perché mi sono allontanata dai Testimoni di Geova”: il romanzo autobiografico di Martina Pucciarelli

L'autrice, in una lunga intervista per il Corriere della Sera, ha rivelato gli aspetti più bui della sua famiglia

Pubblicato:19-01-2025 11:14
Ultimo aggiornamento:20-01-2025 10:54

Martina Pucciarelli
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ROMA – ‘Il Dio che hai scelto per me‘. Si intitola così il romanzo d’esordio di Martina Pucciarelli, 37enne che vive in provincia di Milano con il marito e i suoi due figli. Il romanzo, edito da Harper Collins che uscirà il 21 gennaio, è il racconto di un coraggioso addio, ispirato alla vera storia dell’autrice, cresciuta nella comunità religiosa dei Testimoni di Geova. Al suo esordio nella narrativa, Pucciarelli ha scritto un romanzo potente ed emozionante. ‘Il Dio che hai scelto per me’ è, infatti, una storia intima e dolorosissima, fatta di privazioni, abusi e violenza, ma anche un libro impregnato di una forza straordinaria che mostra come il coraggio di cambiare nasca sempre da una forma altissima di amore, in questo caso da quello puro e incondizionato di una madre.

“I MIEI GENITORI AVEVANO VISSUTO UNA VITA DI ECCESSI”

L’autrice, in una lunga intervista per il Corriere della Sera, ha rivelato gli aspetti più bui della sua famiglia di Testimoni di Geova che si presentava profondamente devota e rigorosa nel rispettare le regole della comunità, ma non nella loro gioventù. “Avevo capito che mio fratello aveva un altro padre biologico, prima che ce lo dicesse mia nonna e poi mio padre. Ma di recente ho scoperto un’altra cosa sconvolgente: mio fratello maggiore è tornato da Roma perché era morto il suo padre biologico e si è presentato con un plico di lettere di mia madre rivolte a quest’uomo, il suo amante, nei primi anni 80. Ho scoperto che mia madre non aveva amato mio padre e aveva fortemente voluto la nascita di mio fratello da quest’uomo, mentre prima pensavo fosse stato casuale. È poi emerso un aspetto che lei aveva nascosto: era molto libertina, nelle lettere non menziona quasi mai mio padre, mentre parlava di altri uomini, citandoli per nome, con cui voleva fare l’amore. Vivevano in uno stile beat generation, una giovinezza di eccessi, mio padre l’ha confessato a mio fratello. Questa era la loro maniera di ribellarsi. Alla fine, si sono auto-puniti convertendosi. Ho provato rabbia, giustificata, perché c’è una via di mezzo tra fare orge in casa e costringermi a sposarmi vergine. Invece, loro hanno scelto gli estremi. Hanno immolato me per espiare i loro peccati. Dovevano limitarsi a immolare sé stessi. Mi hanno tolto l’adolescenza”.

LA VIOLENZA SESSUALE

Nel 2016 ha deciso di allontanarsi dalla comunità dopo che anche il fratello aveva abbandonato i Testimoni di Geova e da quel momento è stata ‘cancellata’ dalla sua famiglia. Pucciarelli confessa anche di aver subito violenza sessuale: “Per me quel fatto è diventato un tabù per tanti anni. Il dolore più grande è stato che non venisse data importanza alla cosa. Devo riconoscere a mia madre che lei se ne era accorta, io le ho chiesto di portarmi da una sorella di fede che era come una seconda madre, cui ero legatissima e lei ha peccato di superficialità. Comunque ci sono ragazze che hanno subito abusi ben peggiori“.


LA DECISIONE DI LASCIARE I TESTIMONI DI GEOVA

Quando decide di lasciare i Testimoni di Geova? La spinta arriva con il desiderio di diventare mamma: “Mi ero sposata, i figli non arrivavano- racconta- Dicevo a Geova: ‘Sono sempre stata brava e ubbidiente e ho sempre fatto quello che volevi, ho rinunciato a tante cose per te e una cosa ti chiedo, una cosa voglio, perché non me la dai?’. Ci credevo e all’epoca pensavo che mi stesse punendo per qualcosa che non avevo capito. E poi ho fatto la fecondazione assistita, sempre secondo le regole della comunità, con il seme del marito, ma lì mi sono detta che il figlio non me l’ha dato Dio ma la scienza”. La vera decisione è arrivata “dopo alcune sedute di terapia. Era il 2014, e io ero al settimo mese, aspettavo il secondo bambino, e sentivo il bisogno di confrontarmi con qualcuno che non fosse della comunità, e la gravidanza mi ha dato la scusa per andare in terapia, che è vista malissimo. Sono uscita per i miei figli, per me non ci sarei riuscita, forse non mi volevo bene abbastanza”.

LA SINOSSI DEL LIBRO ‘IL DIO CHE HAI SCELTO PER ME’

“Sei sempre stata un faro per la nostra famiglia”, le ripeteva sua madre. Alessandra, però, seconda di cinque figli, non voleva portare luce, voleva che qualcuno illuminasse la strada per lei e rispondesse alle sue domande di bambina. Cresciuta sotto la rigida disciplina dei Testimoni di Geova, ha sempre cercato di soddisfare le attese dei genitori e di non creare problemi. Così, fino a ventinove anni, non ha mai partecipato a un compleanno né spento una candelina. Non ha ascoltato la musica che ascoltavano i suoi coetanei né letto libri non approvati in comunità. E anche l’amore, quando l’ha incontrato, è stato subito sacrificato. Dopo aver sposato Federico, un uomo più grande scelto per lei all’interno dei Testimoni, Alessandra da figlia devota diventa moglie devota. Ma quando scopre di essere incinta qualcosa dentro di lei cambia. Non può più ignorare i propri desideri e per i suoi bambini vuole essere migliore: loro devono avere la libertà che a lei è sempre stata negata. Inizia così il coraggioso atto di allontanamento dalla comunità, un percorso di ricostruzione di sé stessa che stravolge il suo destino e quello delle persone che ama.

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