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Mario Giro: “La guerra in Ucraina svela anche l’egoismo cieco dell’Europa”

Lo scrittore ed esponente della Comunità di Sant'Egidio, già viceministro degli Esteri ha presentato il nuovo libro 'Trame di guerra e intrecci di pace'

Pubblicato:19-01-2023 15:36
Ultimo aggiornamento:19-01-2023 16:08
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armi ucraina
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ROMA – “Il contrario della pace non è la guerra ma l’egoismo” ha detto l’arcivescovo greco Anastasios Yannoulatos, anche noto come Anastasio di Albania, uomo dalle molte patrie lontano da ogni nazionalismo. Con la citazione del religioso, primate della Chiesa ortodossa autocefala del Paese balcanico, si è chiuso un incontro per la presentazione del nuovo libro di Mario Giro, scrittore ed esponente della Comunità di Sant’Egidio, già viceministro degli Esteri. Il titolo del lavoro è ‘Trame di guerra e intrecci di pace’. Centrali la riflessione sulla “deglobalizzazione” e sul conflitto in Ucraina, collegati anche a una “assenza di politica” e un “cieco egoismo” dell’Europa. A ricordare Anastasio di Albania è stato Andrea Riccardi, presidente della Società Dante Alighieri che ha ospitato l’incontro.

UCRAINA. DAMILANO (GIORNALISTA): MONDO TERRIBILE, POLITICA ASSENTE

La guerra in corso in Ucraina ha svelato un mondo “senza pace” e “dove le costruzioni vengono smontate”: ha detto Marco Damilano, giornalista, autore per la Rai e collaboratore del quotidiano Domani, in occasione dell’incontro. Damilano ha parlato di ‘Trame di guerra e intrecci di pace’, nuovo saggio di Mario Giro, ex viceministro degli Esteri, esponente della Comunità di Sant’Egidio e scrittore. “Una parola che ritorna nel libro è de-globalizzazione” dice il giornalista: “È un mondo dove tutto è più piccolo, segnato dal tentativo di costruire filiere più corte e amichevoli, rispetto a un mondo gramscianamente percepito come grande e terribile; un esempio sono magari le importazioni di gas algerino che sostituiscono quelle russe”. Secondo Damilano, a caratterizzare l’attualità internazionale è “il più grande aumento di disuguaglianza e povertà dal Dopoguerra“, evidenziato da un rapporto dell’ong Oxfam proprio nei giorni del Forum economico globale a Davos. Il giornalista ha concluso, in riferimento alla guerra in Ucraina e non solo: “La grande assente è la politica”.

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UCRAINA. CUFFARO (RAI): BASTA DIRE SOLO CHI HA TORTO E CHI HA RAGIONE

“Siamo bloccati nella trappola mimetica della guerra, tutti presi a dire chi ha torto e chi ha ragione; mentre oggi è difficilissimo porre la domanda: ‘Come se ne esce?'”: così Maria Cuffaro, giornalista della Rai, nel suo intervento dedicato al conflitto armato in Ucraina. Cuffaro ha denunciato “un’assenza della politica, che vediamo drammaticamente, e allo stesso tempo un’assenza dell’Europa”. Spazio poi alle citazioni del libro, come quella della “trappola mimetica della guerra”. “Abbiamo assistito a migliaia di talk show con un ospite ucraino e un ospite russo” ha detto Cuffaro, soffermandosi sulle responsabilità e gli errori dei giornalisti: “Non si è quasi mai fatto il passo in più per analizzare e contestualizzare”. La cronista ha aggiunto: “Cosa ricaviamo da questo? Benzina per alimentare la guerra”.


UCRAINA. RICCARDI (DANTE ALIGHIERI): FINISCE L’EGEMONIA EUROPEA

Conclusa la “storia lineare”, sono cominciati i “gorghi di una storia circolare” con la fine dell’egemonia storico-culturale europea: ha detto Andrea Riccardi, presidente della Società Dante Alighieri. “Abbiamo percepito come globalizzazione il ciclo cominciato nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino e abbiamo visto una provvidenza del mercato globale, con una democrazia che si afferma ovunque, grazie a un’unica superpotenza materna che vigila” ha detto Riccardi, con un riferimento implicito agli Stati Uniti. “È un po’ finita la storia, come qualcuno ha scritto; o almeno è finita la storia lineare, quella dei movimenti di liberazione dal colonialismo, e sono cominciati i gorghi di una storia circolare: è terminata l’egemonia storico-culturale europea di Ottocento e Novecento che si nutriva anche dell’idea di esportare la civilizzazione”. Riccardi ha detto poi del “fallimento dell’esportazione della democrazia, quasi fosse una crociata, in Afghanistan, in Iraq o in Libia”. Riferimenti sono stati fatti anche alla regione a sud del Sahara. “In Africa ci sono stati fallimenti” ha detto Riccardi. “C’erano gloriose transizioni democratiche delle società civili in fermento e ora nel suo libro Giro ci parla di un ciclo che si chiude, con la perdita di reputazione della democrazia, con terrorismo e colpi di Stato, in Burkina Faso e non solo”.

UCRAINA. GIRO: STOP BELLICISMO, È DISCESA AGLI INFERI

La guerra in Ucraina sta “ingoiando in un solo boccone” decenni di pensiero e sogni di pace e democrazia, facendoci rassegnare all’idea che la violenza sia “ineluttabile” e che combattere sia l’unico “realismo” possibile: così Mario Giro, scrittore, ex viceministro degli Esteri ed esponente della Comunità di Sant’Egidio. “Quello che accade in Ucraina è un fatto enorme, che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, proprio negli stessi territori dove la Seconda guerra mondiale cambiò segno” ha detto Giro. “Questo fatto ci dà l’impressione falsa che la guerra non sia mai terminata, ingoiando in un solo boccone decenni di pensiero sulla pace e la democrazia”. Secondo Giro, il rischio è che si finisca per “accettare un mondo diviso e relazioni internazionali basate sullo scontro e improntate alla concorrenza”. Al centro dell’intervento dell’autore il richiamo alla manifestazione per la pace a Roma del 5 novembre scorso. “C’è un bellicismo di atmosfera, che porta all’accettazione della guerra perché non c’è nessuna resistenza” ha denunciato Giro. “Manifestazioni come quella di 5 novembre sono un granello che può inceppare questo meccanismo di discesa agli inferi, smascherandolo nella sua inutilità”.

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