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Nordio cita i casi Mori e Ganzer: “Chi ripaga dagli errori dei giudici?”. È bagarre alla Camera

Il ministro della Giustizia in Aula parla dei due carabinieri del Ros assolti dopo lunghi processi come esempi di malagiustizia e scatta la protesta delle opposizioni. Scintille anche sulle intercettazioni

Pubblicato:19-01-2023 12:26
Ultimo aggiornamento:20-01-2023 12:24
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ROMA – “A me pare che quando si parla dello stato generale della giustizia si debbano comprendere anche gli errori giudiziari“. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la sua relazione in Aula alla Camera, ricordando i casi dell’ex comandante del Ros Mario Mori e del generale del Ros dei Carabinieri, Gianpaolo Ganzer, portati ad esempio di fenomeni di ‘malagiustizia’.

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IL CASO MORI

Il Guardasigilli spiega: “Ieri abbiamo reso omaggio alle forze dell’ordine, soprattutto ai Ros, che sono stati determinanti nella cattura di Matteo Messina Denaro, vorrei ricordare che il comandante generale dei Ros, che praticamente è quello che ha fondato questo organismo che funziona così bene, è stato sottoposto per 17 anni a un processo penale nel quale è stato assolto alla fine con formula piena, con una carriera rovinata e sembra che nessuno lo abbia risarcito. Io vorrei che quando si devono tributare questi ossequi a questo benemerito organismo, ci si ricordasse tutte le vittime che sono state fatte nel loro ambito“.


GANZER, PRIMA CONDANNATO E POI ASSOLTO

Dopo il caso Mori, il ministro cita “il generale Ganzer, altro comandante dei Ros che è stato condannato in primo grado a 17 anni di reclusione per un reato che non esisteva e alla fine è stato assolto. Ma vi pare che questa sia giustizia? Vi pare che sia civile che uno Stato metta sotto processo i suoi più fedeli servitori che vengono estromessi dalle cariche importanti?”. Dai banchi delle opposizioni urlano: “Sono fatti”.

Nordio si deve fermare per le proteste. È costretto a intervenire il presidente della Camera Lorenzo Fontana per riportare l’ordine e chiedere ai deputati di far concludere il ministro. “Per cortesia, per cortesia”, ripete più volte Fontana visti gli animi così concitati. Il Guardasigilli conclude sorretto da un forte applauso della maggioranza.

NORDIO: “NON CREDO A BORGHESIA MAFIOSA ALTRIMENTI STATO HA FALLITO”

“La mafia e la borghesia mafiosa? Sono state usate parole di significato sociologico anche abbastanza cruente nei confronti della borghesia, della piccola borghesia, della grande borghesia, io non saprei cosa dire… Allora, se questo è vero significa che in questi ultimi trent’anni la lotta contro la mafia è fallita”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio, durante la replica in Aula alla Camera dopo il dibattito dei deputati sulla sua relazione, rispondendo a un intervento di Federico Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale antimafia eletto con il Movimento 5 Stelle.

“Se è vero che noi oggi siamo circondati da una mafia che si è infiltrata dappertuto la domanda allora è: ma dov’era l’antimafia? – chiede Nordio – Dove erano le legislazioni antimafia se siamo arrivati a questo risultato? Il fatto è che io non credo che l’antimafia abbia lavorato male, al contrario. Credo invece che l’Italia non sia così infiltrata da tutte queste articolazioni mafiose che si siano insinuate fino ai meandri più intimi della nostra vita individuale. Ecco, la realtà sta nel mezzo”.

Parlando ancora dell’intervento del deputato pentastellato Cafiero De Raho, il Guardasigilli aggiunge: “Non metto in dubbio che avendo lei fatto, e molto bene, il Procuratore nazionale antimafia abbia una visione, diciamo, pan-mafiosa dello Stato. Sentendo questo intervento sembra che il nostro Stato sia infiltrato dalla mafia in tutte quante le sue articolazioni”.

L’INTERVENTO DI CAFIERO DE RAHO

“Il ministro Nordio ribadisce che sulle intercettazioni ci sarà una stretta, è gravissimo! Ha anche precisato che non le toccherà per i reati di mafia. Ma cosa significa? Evidentemente al Governo non hanno capito cosa sono le mafie“. Così nel suo intervento alla Camera il deputato del Movimento 5 Stelle, Federico Cafiero de Raho. “La criminalità organizzata oggi non va in giro con la coppola in testa ma opera attraverso la corruzione – ricorda l’ex Procuratore nazionale antimafia -, si infiltra nell’economia, controlla società sparse in tutto il mondo, si presenta di fronte alle difficoltà delle aziende sane, crea grandi cartelli. Non è il reato di mafia che ci fa sconfiggere le mafie. Bisogna colpire l’evasione, la corruzione, la turbativa d’asta, le false fatturazioni“.

“Questo intreccio di interessi e affari – aggiunge il deputato pentastellato – si scopre solo con le intercettazioni. Cercate di capire qual è il nemico che dobbiamo combattere”, dice Cafiero de Raho rivolgendosi al Governo. “Il primo atto di questo governo è stato l’indebolimento del carcere ostativo: adesso i mafiosi che non collaborano hanno accesso ai benefici penitenziari in condizioni ben più agevoli rispetto ai collaboratori di giustizia”.

“Non avete voluto accettare le nostre proposte per modifiche fondamentali – prosegue il deputato – Chiedevamo che i mafiosi che intendano ottenere i benefici dimostrino un vero pentimento civile, spieghino perché non vogliono collaborare e se vivono ancora nell’omertà, dichiarino tutti i beni nascosti. Non ci avete ascoltati: oggi fare il collaboratore non conviene, è più comodo fare il mafioso, stare in carcere alcuni anni e poi tornare a godere dei propri beni. A causa delle vostre scelte – conclude Cafiero de Raho – non avremo più collaboratori di giustizia”

NORDIO: “NON TOCCHEREMO INTERCETTAZIONI SU REATI SATELLITE MAFIA”

Il ministro della Giustizia, nel suo intervento alla Camera, torna anche sulle polemiche riguardanti la riforma delle intercettazioni allo studio del Governo: “Ieri ho detto che molto spesso ci si trova davanti a un sordo che risponde a domande che nessuno gli pone, oggi vorrei dire che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – precisa Nordio – Ripeterò ancora una volta che non si è mai inteso toccare minimamente le intercettazioni che rigurdano il terrorismo e quelle che riguardano la mafia, e ovviamente quei reati che sono ‘satelliti’ nei confronti di questi due fenomeni perniciosi”.

Nordio spiega su che cosa si interverrà, ossia una ‘stretta’ sulla divulgazione sui giornali per quelle giudiziarie. “Le intercettazioni – ricorda – sono di tre tipi. La prima è quella che è di comptetenza unica della Procura generale di Roma che riguardano la sicurezza dello Stato: sono le intercettazioni ultra-segrete e che non sono mai uscite sui giornali per una ragione molto semplice, perché è individuabile la competenza di chi deve garantire la segretezza”.

Il secondo tipo di intercettazioni, continua Nordio, “sono quelle preventive: queste sono autorizzate dal pubblico ministero e servono come impulso delle indagini nella ricerca anche della prova ma soprattutto dei movimenti di quelli che sono i sospettati autori di reati molto gravi. Queste intercercettazioni avvengono sotto la vigilianza e con l’autorizzazione dell’Autorità giudiziaria, cioè del pm, ma tanto sono utili tanto sono segrete per la solita ragione che essendo il pm unico responsabile della loro gestione rimangono in cassaforte del procuratore della Repubblica e non vengono mai diffuse sui giornali perché si individuerebbe subito il responsabile che è il magistrato. Queste intercettazioi sono rilevantissime ed essenziali soprattutto nella fase iniziale delle indagini”.

Poi, spiega Nordio, “vi è un terzo tipo di intercettazioni, sono quelle giudiziarie e vengono effettuare su richiesta del pm e con l’autorizzazione del gip: qui il pasticcio è colossale, perché il legislatore ha fatto una legge tutto sommata buona ma l’ha fatta così buona che per fare la matita così aguzza la punta si è spezzata. Perché transitando dal pm al giudice delle indagini preliminari attraverso il deposito dei difensori, attraverso il transtio delle segreterie e delle cancellerie, e la selezione che viene fatta nel contradditorio della perizia tra difensori, pm e giudice, poi finiscono sotto l’osservazione di decine di persone, e poiché tutti hanno il diritto di ascoltarle, anche se la gran parte riguarda fatti che nulla hanno a che vedere con i processi, inevitabimente, ecco l’abuso dove sicuramente interverremo. È in questo ‘mare magnum’ di intercettazioni che escono sui giornali con notizie che diffamano e vulnerano l’onore di privati cittadini che interverremo”, rimarca il ministro.

NORDIO: “SULLE INTERCETTAZIONI IL PARLAMENTO NON SIA SUPINO AI PM”

“L’Italia non è fatta di pm e questo Parlamento non deve essere supino e acquiescente a quelle che sono le affermazioni dei pubbblici ministeri”, aggiunge poi Nordio scatenando una nuova bagarre in Aula. Nordio parla delle critiche da parte della magistratura, che si sono acuite dopo l’arresto del boss di mafia Matteo Messina Denaro, all’intenzione del Governo di intervenire sulla regolamentazione delle intercettazioni. Parole che provocano una standing ovation dai banchi della maggioranza con un fortissimo e lungo applauso e proteste dall’opposizione. “Non mi stupisco che alcuni colleghi o ex colleghi abbiamo posizioni ferocemente negative – prosegue il Guardasigilli -. Ognuno di noi vede la realtà attraverso la lente più o meno deformante dei propri pregiudizi, quindi è perfettamente normale che ci siano dei colleghi che avendo sempre fatto i pubblici ministeri antimafia abbiano una visione estramente severa di questi problemi”.

Nordio aggiunge: “Così come questi colleghi vedono la realtà attraverso la loro lente di ingrandimento, anche le Camere penali degli avvocati vedono questi problemi sotto un profilo completamente diverso, opposto a quello dei pm. Ma la politica rappresenta i cittadini che non sono né pm né membri delle Camere penali. Noi dobbiamo trovare una composizione che ruoti attorno all’articolo 15 della Costituzione che dice che la segretezza e la libertà delle comunicazioni sono inviolabili, da qui non si scappa”.

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NORDIO: “CON ABUSI SU INTERCETTAZIONI DEMOCRAZIA DIMEZZATA”

Contro “l’abuso” della diffusione delle intercettazioni telefoniche “abbiamo intenzione di intervenire e sicuramente interverremo”, perchè “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, garantisce Nordio ribadendo che il Governo farà una riforma contro l’abuso delle intercettazioni giudiziarie che finendo sui giornali “vulnerano i privati cittadini”. Il ministro della Giustizia replica a chi gli ha opposto l’osservazione che “dopo la riforma Orlando del 2020 tutte queste cose non sarebbero più accadute e quindi il problema sarebbe stato risolto. Peccato – sottolinea – che proprio qualche settimana fa nel mio amato Veneto siano state diffuse le intercettazioni che riguardano il Governatore e altre persone che erano assolutamente estranee alle indagini: non erano né indagate né imputate nè niente e questo dimostra il fallimento di quella riforma e se noi non interverremo radicalmente sugli abusi, sugli errori di queste intercettazioni, noi cadremo in una sorta di democrazia dimezzata perché la segretezza delle informazione è l’altra faccia della libertà“.

Dopo queste parole ancora un lunghissimo e forte applauso dai banchi della maggioranza. Nordio conclude: “Pascale diceva che se tutti noi sapessimo quello che diciamo degli altri non avremmo un amico ed è vero perchè ‘la voce dal sen fuggita’ che noi usiamo ogni giorno, magari condita da imprecazioni o anche di bestemmie, quando vengono riferite e lette nei ‘brogliacci’ della polizia danno un’impressione estramente alterata e hanno una negatività icastica che è irrimediabile ed è qui che bisogna interevenire”.

DA NORDIO OK A RISOLUZIONI MAGGIORANZA E TERZO POLO

Al termine della sua replica in aula alla Camera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha espresso parere favorevole a due risoluzioni: quella della maggioranza che approva pienamente le sue comunicazioni, e quella presentata dal gruppo di Azione e Italia Viva che nell’impegnare il Governo “a intraprendere le iniziative normative finalizzate all’attuazione delle linee programmatiche illustrate” chiede che sia garantito “un confronto costante con le forze di opposizione che condividano l’obiettivo di un’azione riformatrice di matrice liberale e garantista, in conformità con i principi della Costituzione”.

Parere contrario dal ministro della Giustizia a tutte le altre risoluzioni delle opposizioni. In tutto sono cinque le risoluzioni presentate in Aula. Dopo il parere di Nordio si sono avviate le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni del ministro della Giustizia.

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