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Peste suina, salgono a 15 i casi accertati. In Liguria saranno abbattuti tutti i maiali della ‘zona rossa’

Le carcasse di cinghiali in cui è stato trovato il virus, proveniente dalla Georgia, sono 12 in Piemonte e 3 in Liguria

Pubblicato:19-01-2022 16:08
Ultimo aggiornamento:19-01-2022 16:08

maiale allevamento
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GENOVA – Salgono a 15 i casi di peste suina accertati nelle carcasse dei cinghiali rinvenute nella zona rossa fissata dai ministeri dell’Agricoltura e della Salute, dodici in Piemonte, tre in Liguria. È il dato aggiornato riferito dal direttore dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Angelo Ferrari, in una conferenza stampa al termine del tavolo sull’emergenza in Regione Liguria. “La situazione in Liguria è rimasta stabile negli ultimi giorni – spiega – per questo, l’obiettivo è ridurre la zona considerata infetta nel più breve tempo possibile, per limitare il numero dei comuni coinvolti dalle restrizioni“.

Ferrari aggiunge, inoltre, che “con la nuova disposizione ministeriale, da oggi le carcasse sospette saranno analizzate solo dall’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e non sarà più necessaria la conferma da parte del centro di Perugia, almeno per quanto riguarda i rinvenimenti nelle zone infette”. Intanto, in Liguria sono iniziate oggi “le battute in grande stile per la ricerca delle carcasse di cinghiali nei boschi. Domenica ce ne sarà un’altra. Presto avremo numeri più certi”. Nel frattempo, prosegue il lavoro di sequenziamento del virus, la cui provenienza è stata localizzata in una zona intorno alla Georgia.


Entro un mese la Liguria abbatterà circa 500 maiali presenti negli allevamenti allo stato brado o semibrado presenti nella zona rossa individuata dall’ordinanza ministeriale per il contenimento della peste suina africana. È quanto disposto dall’ordinanza che il governatore, Giovanni Toti, firmerà nel pomeriggio. Previsto anche il divieto di riproduzione e ripopolamento per i prossimi sei mesi. Macellazione immediata anche per i suini negli allevamenti familiari destinati all’autoconsumo, con annesso divieto di ripopolamento. Misura identica anche per i cinghiali presenti nei campi di addestramento cani. Già concordati con le aziende agricole del territorio i necessari ristori.


“Si tratta di un’esigenza sanitaria – spiega il direttore dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Angelo Ferrari – dobbiamo fare di tutto per evitare il salto della peste dal selvatico all’allevamento. Abbiamo ritenuto tale che il numero di suini sia tale che l’abbattimento di massa ci consente un grosso vantaggio. Anche perché i suini, in ogni caso, dovrebbero rimanere fermi negli allevamenti per sei mesi, senza possibilità di commercializzazione dei prodotti macellati. Speriamo che, a breve, lo decida anche il Piemonte”. Secondo Ferrari, anche per le famiglie i disagi dovrebbero essere limitati perché “è buona consuetudine, a metà gennaio, con la festa di Sant’Antonio, abbattere il maiale per l’autoconsumo”. Resta da capire che cosa fare con l’ingente quantitativo della carne macellata che, per ordinanza nazionale, non può uscire dalla zona infetta. “È un prodotto che non ha mercato – spiega il responsabile del servizio veterinario di Alisa, l’azienda ligure sanitaria, Roberto Moschi – si potrebbe pensare di darla in beneficenza perché non esiste alcun pericolo per l’uomo, ma sono valutazioni ancora da fare”.

Restano il fermo divieto di passeggiate, bici e altre attività nei sentieri, il divieto assoluto di ricerca di funghi e di pesca in laghi e fiumi, ma la Regione Liguria prova a dare un piccolo respiro al lockdown dei boschi imposto dall’ordinanza dei ministeri dell’Agricoltura e della Salute per contrastare la diffusione della peste suina africana. In un’interpretazione ufficiale del testo nazionale, che sarà firmata nel pomeriggio dal governatore Giovanni Toti sotto forma di ordinanza regionale, viene consentito l’accesso alle aree verdi dei centri urbani e ai relativi parchi, spiagge, moli e strade lungomare, nonché alle aree ricreative recintate di pertinenza dei centri abitati. Resta il divieto di lasciare in libertà i cani o altri animali domestici. Via libera anche alle attività all’aperto svolte sulle strade provinciali e comunali e su tutte le strade asfaltate, anche private, necessarie per raggiungere abitazioni, i luoghi di lavoro, i fondi agricoli di proprietà nonché le strutture ricettive aperte al pubblico.


Sono, poi, consentite le attività di manutenzione, monitoraggio, sorveglianza ambientale svolte da enti pubblici e privati, connesse alla salute pubblica e alle attività indifferibili e urgenti di interesse pubblico. Sospese, invece, per un mese le attività selvicolturali, ma il taglio dei boschi sarà prorogato di 30 giorni rispetto alle scadenze ordinarie: consentiti, al momento, solo i tagli per approvvigionamento di legna da ardere da parte dei residenti. Possono, invece, proseguire i cantieri già avviati.


Sospesa per 30 giorni la caccia in braccata e la caccia in forma vagante con i cani nei comuni confinanti con la zona vietata, con la fine della stagione che viene dunque anticipata di qualche giorno. Sospesa l’attività dei centri di recupero della fauna selvatica proveniente dalla zona infetta, salvo autorizzazione del servizio veterinario dell’Asl e disposto il controllo virologico del servizio veterinario Asl di tutti i suini e cinghiali detenuti morti e dei casi sospetti. L’accesso ai boschi per la ricerca delle carcasse è consentito esclusivamente al personale autorizzato: nella zona ritenuta infetta, qualsiasi carcassa va immediatamente segnalata alla Asl territorialmente competente. La rimozione e il trasporto saranno effettuati solo da personale Asl autorizzato.


“Abbiamo anche definito i criteri generali per una delibera di giunta, che verrà adottata martedì, in cui stanzieremo le prime somme per i ristori – aggiunge Toti – dopodiché si utilizzerà il sistema dei ristori della Protezione civile, previa ricognizione della Camera di commercio. Proprio sul tema ristori, ho parlato poco fa con i ministri Speranza e Patuanelli a cui abbiamo chiesto un tavolo politico che faremo nei primi giorni della prossima settimana”.

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