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A 20 anni dal suo rapimento Ingrid Betancourt si candida di nuovo alla presidenza della Colombia

Lo ha reso noto nel corso di una conferenza stampa in un hotel della capitale Bogotà a circa cinque mesi dal voto, previsto per fine maggio

Pubblicato:19-01-2022 11:55
Ultimo aggiornamento:19-01-2022 11:55
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ingrid betancourt_colombia
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ROMA – A 20 anni dall’ultima volta e dal suo rapimento per mano delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc), l’inizio di quelli che furono sei anni di prigionia, la politica colombiana Ingrid Betancourt si candida nuovamente alla presidenza della Paese sudamericano. Lo ha reso noto lei stessa nel corso di una conferenza stampa in un hotel della capitale Bogotà a circa cinque mesi dal voto, previsto per fine maggio.

Betancourt, 61 anni, figlia dell’ex ministro dell’Istruzione Gabriel Betancourt e della ex senatrice Yolanda Pulecio, ha sancito la sua candidatura affermando: “Vent’anni fa sono stata rapita come aspirante presidente che lottava contro la corruzione, ora sono qui per concludere quello che ho iniziato”. Prima di diventare la candidata ufficiale della sua coalizione, l’alleanza di centro Coalición Centro Esperanza (Cce), Betancourt dovrà vincere le primarie che si terranno a marzo.

La politica si candida in rappresentanza del partito di ispirazione ambientalista e pacifista da lei fondato nel 1998, Verde Oxígeno. L‘aspirante presidente venne rapita nel febbraio 2002, nel pieno della campagna elettorale per le consultazioni che avrebbero poi eletto Alvaro Uribe, ritenuto il mentore dell’attuale presidente Ivan Duque. Dopo sei anni di prigionia Betancourt venne liberata nel luglio 2008 nella foresta del dipartimento centro-meridionale di Guaviare grazie a un’operazione dell’esercito colombiano. Nonostante all’epoca diversi media locali e internazionali ipotizzarono il pagamento di un riscatto, le autorità colombiane hanno sempre smentito questa ipotesi.


Nel 2018, dopo diversi anni passati in Francia lavorando a sostegno delle vittime del terrorismo, Betancourt è tornata a prendere posizione nella politica colombiana per sostenere l’allora candidato alla presidenza Gustavo Petro, poi sconfitto da Duque.

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