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Onu: “2015-2021 i sette anni più caldi, tutti un grado sopra i livelli preindustriali”

Il 2016, il 2019 e il 2020 sono stati gli anni più bollenti, dagli anni 80 ogni decennio è stato più caldo del precedente

Pubblicato:19-01-2022 12:25
Ultimo aggiornamento:19-01-2022 12:25

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Foto Facebook del World Meteorological Organization

ROMA – Sebbene le temperature medie globali siano state temporaneamente raffreddate dagli eventi di La Niña del 2020-2022, il 2021 resta uno dei sette anni più caldi mai registrati, secondo sei importanti set di dati internazionali consolidati in un unico rapporto dall’Organizzazione meteorologica mondiale, agenzia delle Nazioni unite.

La temperatura media globale nel 2021 è stata di circa 1,11 gradi (± 0,13) al di sopra dei livelli preindustriali (1850-1900). Il 2021 è il settimo anno consecutivo (2015-2021) in cui la temperatura globale è stata di oltre un grado al di sopra dei livelli preindustriali, secondo tutti i set di dati compilati dall’OMM.


UN RISCALDAMENTO MEDIO GLOBALE DA RECORD

Nel 2016 si è poi verificato un evento El Niño eccezionalmente forte, che ha contribuito a un riscaldamento medio globale da record. I sette anni più caldi sono stati tutti dal 2015, con 2016, 2019 e 2020 che si piazzano sul podio dei più bollenti. Dagli anni 80, ogni decennio è stato più caldo del precedente e “questa tendenza dovrebbe proseguire”.
In tutto ciò il riscaldamento globale e altre tendenze a lungo termine del cambiamento climatico “continueranno a causa dei livelli record di gas serra che intrappolano il calore nell’atmosfera”, avverte l’agenzia meteorologica delle Nazioni unite.

Con 1,11 gradi al di sopra dei livelli preindustriali (1850-1900), “la temperatura media globale nel 2021 si sta già avvicinando al limite inferiore di aumento della temperatura che l’accordo di Parigi cerca di evitare“, ricorda l’Organizzazione metorologica mondiale. “Gli eventi consecutivi di La Niña significano che il riscaldamento del 2021 è stato relativamente meno pronunciato rispetto agli ultimi anni”, spiega Petteri Taalas, segretario generale dell’OMM.

“Anche così, il 2021 è stato ancora più caldo degli anni precedenti, influenzato da La Niña– prosegue Taalas- Il riscaldamento globale a lungo termine dovuto all’aumento dei gas serra è ora molto più elevato della variabilità annuale delle temperature medie globali causata dai fattori climatici naturali”.

Il 2021 sarà ricordato per una temperatura da record di quasi 50 gradi in Canada, “paragonabile ai valori riportati nel caldo deserto del Sahara in Algeria”, prosegue il segretario generale OMM, e per “precipitazioni eccezionali e inondazioni mortali in Asia e in Europa, nonché siccità in alcune parti dell’Africa e del Sud America”. Gli impatti dei cambiamenti climatici e i rischi legati alle condizioni meteorologiche “hanno avuto impatti devastanti sulle comunità di ogni singolo continente”, ammonisce Taalas.

SEI SET DI DATI A DISPOSIZIONE DELL’OMM

L’Organizzazione metorologica mondiale utilizza set di dati (basati su rilevazioni climatologiche mensili da siti di osservazione, navi e boe marine) sviluppati e gestiti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e dal Goddard Institute for Space Studies (NASA GISS) della NASA dagli Stati Uniti, dal Met Office Hadley Center e dall’Unità di ricerca climatica (HadCRUT) dell’Università dell’East Anglia dal Regno unito e dall’organizzazione Berkeley Earth.

L’OMM utilizza anche set di dati di rianalisi del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio, del Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea e dell’Agenzia meteorologica giapponese (JMA).

Il Copernicus Climate Change Service ha stimato che il 2021 è stato il quinto anno più caldo mai registrato, ma solo leggermente più caldo del 2015 e del 2018. NOAA e Berkeley Earth hanno rilevato che il 2021 è stato nominalmente il sesto anno più caldo. NASA GISTEMP e HadCRUT hanno piazzato il 2021 al sesto posto tra i più caldi. I dati della rianalisi dell’Agenzia meteorologica giapponese (JMA) classificano il 2021 come il settimo anno più caldo.

“Le piccole differenze tra questi set di dati indicano il margine di errore per il calcolo della temperatura globale media”, precisa OMM. I dati sulla temperatura saranno incorporati nel rapporto finale dell’OMM ‘State of the Climate in 2021’, che sarà pubblicato ad aprile. 

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