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Cinema, un milione di euro dall’Emilia-Romagna per le piccole sale

Pd, Emilia-Romagna Coraggiosa e lista Bonaccini hanno chiesto alla regione ristori e fondi straordinari per sostenere i cinema, soprattutto le sale tradizionali più colpite dalla pandemia

Pubblicato:19-01-2021 16:41
Ultimo aggiornamento:19-01-2021 17:04

sala cinema
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BOLOGNA – L’Emilia-Romagna reclama ristori e fondi straordinari per sostenere i cinema, soprattutto le sale “tradizionali” più colpite dagli effetti della pandemia. Molte, infatti, rischiano di non riprendersi da questo lungo periodo di stop. La richiesta è contenuta nella risoluzione approvata oggi dall’Assemblea legislativa e presentata da Pd, Emilia-Romagna Coraggiosa e lista Bonaccini. A livello regionale, spiega la dem Francesca Marchetti, presidente della commissione Cultura di viale Aldo Moro, “sono ancora oggi attivi circa 200 cinema tradizionali, monosale o piccole multisale fino a quattro schermi, che svolgono una preziosa attività di presidio del territorio nei piccoli paesi e nei centri storici delle città”.

La chiusura prolungata a causa della pandemia, però, “fa stimare che in assenza di aiuti le sale regionali potrebbero subire una flessione del 20-25%“, afferma Marchetti. La risoluzione impegna dunque la Giunta Bonaccini “a prevedere sostegni straordinari alle sale cinematografiche tradizionali, inserendoli nei ristori che l’Emilia-Romagna assegnerà alle realtà economiche con fondi governativi, sulla base dei decreti Ristori”. Per l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, “se vogliamo che le sale sopravvivano nelle scelte delle persone, dobbiamo far fare loro un salto. Molte non sono competitive dal punto di vista degli standard qualitativi a cui siamo sempre più abituati”. La difesa delle sale, quindi, “deve essere attiva anche con un investimento per farne dei gioielli tecnologici e ambientali“. Ma, avverte Felicori, “stiamo anche attenti a non guardare solo indietro. Mentre difendiamo le sale, teniamoci anche aperti a come i problemi della cultura si pongono rispetto al digitale e alle nuove piattaforme. Sono una opportunità o produrranno più disuguaglianze? Cosa cambierà?”.

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APPROVATO IL NUOVO PROGRAMMA TRIENNALE PER IL CINEMA

In mattinata l’Assemblea legislativa ha approvato anche il nuovo Programma triennale per il cinema, nel quale sono confermati per il periodo 2021-23 gli incentivi alla produzione e il supporto per consolidare il sistema audiovisivo dell’Emilia-Romagna. Per il programma precedente, nel triennio 2018-20, la Regione aveva stanziato 15,5 milioni di euro. “I risultati ottenuti sono una solida base per la sfida che ci attende- sostiene Felicori- il superamento delle restrizioni dovute alla pandemia, la valorizzazione delle relazioni con il territorio e con le imprese e il potenziamento dell’occupazione. L’obiettivo è far crescere tutta la filiera e sostenere le produzioni, accompagnandole anche nella promozione e nella internazionalizzazione”. Astenuto invece il centrodestra.

“Oggi è più che mai necessario utilizzare i fondi regionali per valorizzare tutto il nostro territorio– sostiene il leghista Matteo Montevecchi- è questa la direzione da seguire. Ma non possiamo dare fiducia al nuovo programma triennale, perché non possiamo certamene valutare in modo positivo quello precedente”. Il Carroccio torna infatti a criticare il finanziamento della Regione al lungometraggio “Gli anni amari” sulla vita dell’attivista del movimento omosessuale Mario Mieli, il cui pensiero era “pericoloso e indifendibile- sostiene Montevecchi- la Regione avrebbe dovuto prendere le distanze. Troppa ideologia ha svilito una legge importante”.

GLI AIUTI NON TARDANO: STANZIATO UN MILIONE DI EURO

Un milione di euro per salvare le piccole sale cinematografiche in Emilia-Romagna. Sono questi (per il momento) gli aiuti che faranno seguito alla risoluzione approvata oggi in Assemblea legislativa. Ad annunciarlo è Federico Amico, consigliere regionale di Emilia-Romagna Coraggiosa. Si tratta di un milione di euro per le circa 200 sale con meno di tre schermi e 500 posti, per i Comuni sotto i 30.000 abitanti, spiega Amico, e a quelle con meno di quattro schermi e 800 posti per i Comuni sopra i 30.000 abitanti. “Non essendo risorse infinite- sottolinea il consigliere- intendiamo rendere il più efficace possibile l’intervento, indirizzandolo dove questa misura di ristoro può fare la differenza”.

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Il provvedimento, continua Amico, servirà a “consolidare il ruolo di aggregazione sociale e di interesse pubblico rivestito dalle sale cinematografiche, con l’obiettivo di salvaguardare soprattutto quelle collocate nei centri storici o nelle aree più periferiche e decentrate, attraverso il miglioramento e la diversificazione dei servizi e dei prodotti culturali, con particolare riguardo alla distribuzione di opere di qualità nel circuito di sale d’essai“. Il consigliere della lista Coraggiosa assicura: “Nessuna nostalgia. Ovviamente lo sguardo va tenuto anche sulle innovazioni tecnologiche, ma il tessuto capillare e relazionale che le sale cinematografiche sanno intessere è qualcosa a cui non possiamo permetterci di rinunciare. Che il mondo della cultura e dello spettacolo sia in grave difficoltà è cosa più che evidente: oggi guardiamo ai cinema tradizionali, spazi seriamente a rischio già prima della pandemia. Chiuderli definitivamente, oltre ad avere riflessi economici e occupazionali sull’intera filiera, significherebbe perdere presìdi culturali fondamentali per la crescita civile e sociale dei cittadini”, conclude Amico.

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