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Regione Lombardia, parla il soldato Gallera: “Io, il più votato di tutti”

"Questa è una regione che è stata colpita alle spalle e in quel momento ha saputo reagire, e non so se gli altri avrebbero reagito come abbiamo reagito noi"

Pubblicato:19-01-2021 16:39
Ultimo aggiornamento:19-01-2021 19:01
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Giulio Gallera
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MILANO – “Finisco il mio turno di guardia e torno ad occuparmi in maniera diversa del mandato che mi hanno conferito. Io sono il consigliere più votato di tutti i partiti di tutta la regione, dopo sei anni in giunta torno a fare il legislatore, come nel 2013″. E’ un giorno speciale per Giulio Gallera, ex assessore al Welfare più famoso d’Italia, che torna a Palazzo Pirelli da consigliere dopo sei anni di assessorato, prima sotto la guida del governatore Roberto Maroni, chiamato in sostituzione di Mario Mantovani nel 2016.

Questa è una regione che è stata colpita alle spalle e in quel momento ha saputo reagire, e non so se gli altri avrebbero reagito come abbiamo reagito noi”, racconta alla ‘Dire’ Gallera, che evita accuratamente ogni polemica sul rimpasto ricordando l’incredibile 2020 passato dalla Regione Lombardia, vero e proprio epicentro mondiale della pandemia. Un’esperienza forte, a tratti traumatica, che però secondo Gallera ha permesso all’istituzione regionale di crescere.

“Da aprile in poi è diventata la prima regione che faceva i tamponi, ha messo in campo una presenza territoriale strutturata, ha gestito la seconda ondata molto meglio di tantissime regioni e nazioni che erano portate come esempio“, afferma l’ex assessore, orgoglioso di aver contribuito “a far vedere cos’è la Lombardia, ed è stato un onore- dice- anche se faticoso”.


Un anno in apnea, ma anche un anno, a suo modo, da ricordare: “Essere sulla plancia di comando quando arriva la tempesta perfetta cercando di tenere la barra dritta è stata un’esperienza faticosissima che mi ha segnato ma mi ha dato evidenza della qualità di un personale straordinario, partendo dagli infermieri per finire ai dirigenti”, aggiunge Gallera, che nel futuro non vede altro che mantenere il suo ruolo regionale. “Adesso entro nella commissione Attvità produttive, perché dopo l’emergenza sanitaria c’è l’emergenza economica, dunque metterò a disposizione le mia competenze e le mie capacità sui ristori, sulle ripartenze economiche, dopodiché il tema sanitario resta sempre un mio punto di osservazione importante”.

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