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Report del Consiglio grande e generale del 19 gennaio- Seduta mattutina

Si parla dell'intesa tra la Repubblica di San Marino e la Comunità Europea sullo scambio automatico di informazioni finanziarie, e poi si passano in rassegna alcuni progetti di legge, tra cui quello sul Condominio degli edifici e sulla Legittima difesa

Pubblicato:19-01-2016 12:55
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:48

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SAN MARINO – I lavori in mattinata riprendono dal comma 10, la Ratifica del Protocollo di modifica dell’Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Comunità Europea in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi, firmato a Bruxelles l’8 dicembre 2015. Il segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, spiega che riguarda l’intesa fra San Marino e l’Ue sullo scambio automatico di informazioni finanziarie “per migliorare l’adempimento fiscale internazionale”. Infatti, “nell’ottobre dell’anno scorso- ricorda- siamo stati inseriti fra i Paesi che entro il 2017 dovranno attuare lo scambio automatico di informazioni”, perciò per San Marino questa ratifica che ha fatto cessare l’obbligo della ritenuta così detta Ecofin,”è molto importante- sottolinea Valentini- e per certi aspetti sarà esecutiva da gennaio 2016”.
I lavori proseguono con la presentazione dei progetti di legge in prima lettura inseriti all’ordine del giorno: il Progetto di Legge presentato dalla segreteria di Stato per l’Industria, “Il Condominio degli edifici”, quello presentato dall’ Upr, Progetto di legge “Modifiche all’articolo 41 (Legittima difesa), Capitolo IV, del Codice Penale”, infine la seduta si interrompe all’avvio del dibattito sul “progetto di legge sui Semi”, di iniziativa legislativa popolare. I lavori consiliari riprenderanno nel pomeriggio.

Di seguito un estratto degli interventi odierni della mattina.
Comma 10. Ratifica del Protocollo di modifica dell’Accordo tra la Repubblica di San Marino e la Comunità Europea che stabilisce misure equivalenti a quelle definite nella Direttiva 2003/48/CE del Consiglio in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi, firmato a Bruxelles l’8 dicembre 2015/ ratificato a maggioranza
Pasquale Valentini, Segretario di Stato agli Affari Esteri: “Il nuovo protocollo è stato firmato l’8 dicembre. Nel testo si dice che si sostituisce quello che era la precedente direttiva con anche un titolo diverso, è l’accordo fra San Marino e Ue sullo scambio automatico di informazioni finanziarie per migliorare l’adempimento fiscale internazionale. Nell’ottobre dell’anno scorso siamo stati inseriti fra i Paesi che entro il 2017 dovranno attuare lo scambio automatico di informazioni. Per noi è molto importante questa ratifica, per certi aspetti sarà esecutiva da gennaio 2016. Ciò ha fatto cessare l’obbligo della tassazione prevista nella direttiva precedente per San Marino”.
Marco Podeschi, Upr: “Solo per dire che ciò prosegue nell’allineamento del nostro sistema a quello internazionale. A nostro modo di vedere è un atto sicuramente positivo. Cosa avverrà con l’Ue in materia bancaria e finanziaria nei prossimi mesi? San Marino è parte del Sepa. Nei prossimi mesi pensiamo andrebbe fatta una riflessione”.
Andrea Zafferani, Civico 10: “Esprimo contentezza per l’accordo. Faccio due domande al segretario di Stato. L’accordo ha un paragrafo sullo scambio di informazioni a richiesta. Ciò, da quanto ho percepito, dovrebbe andare a sparire. Si dice che potesse essere attivato da un Paese straniero o da San Marino se c’è un accordo sulle doppie imposizioni. Se ci fosse un accordo contro le doppie imposizioni, con per esempio l’Italia, quale delle due forme si applica? Questo accordo internazionale supera quello sulle doppie imposizioni? Una parte di questo accordo tratta la riservatezza dei dati scambiati. Sancisce una serie di diritti per il risparmiatore o possessore di conti bancari o di deposito. Qual è l’autorità, a San Marino, che ha il compito di tutelare il risparmiatore rispetto alla riservatezza dei dati?”.
Ivan Foschi, Sinistra Unita: “Questa ratifica pone un passo importante. Oggi tutti concordiamo sulla necessità di questo percorso e la sua inevitabilità. Possiamo valutare come si sia perso tempo in passato. Si poteva avere delle carte migliori da giocare sul tavolo negoziale, per mostrare che non c’erano tentennamenti. Oggi paghiamo la conseguenze di certe scelte sbagliate. Se abbiamo cercato di fare i furbi non dando la nostra disponibilità abbiamo pagato con un calo di smalto per il nostro sistema. Ora occorre adeguare la normativa interna per dare attuazione a questi passaggi. Una domanda al segretario di Stato. Chiedo se viene ancora applicata la cosiddetta Euroritenuta sui risparmi dei non residenti. Se venisse applicata sarebbe un paradosso. Se non sarà più applicata, chiedo da quando ciò avverrà”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Il Paese ha prima subito e poi voluto e accelerato un cambio di ottica rispetto alle disposizioni sulla trasparenza. Affrontiamo la ratifica due giorni prima del voto sul presidente di Banca Centrale, che si troverà immerso in un sistema diverso rispetto a cinque anni fa. Pur essendo non all’interno dell’Ue, avremo circa gli stessi dispositivi utilizzati nell’Europa che è parte dell’Ue. E’ importante riuscire a collocarsi, come sistema, in un contesto che non tollera più le peculiarità e le competitività che vanno in direzione contraria alla trasparenza. Al centro del dibattito ci deve essere come riuscire a cambiare il sistema totalmente. Su questo siamo in ritardo, ma nulla di irrecuperabile. Dobbiamo essere capaci di competere internazionalmente. La nomina del presidente di Banca Centrale sarà utile in questo senso. Vedo coerenza in quanto portato avanti in questi giorni”.
Luca Beccari, Pdcs: “E’ un accordo che segna un punto di evoluzione nei Paesi fra San Marino e l’Ue. E’ un accordo che si innesta in un percorso per noi incominciato con la firma a Berlino del 2014 degli impegni sullo scambio automatico di informazioni. Lì avevamo la base legale per scambiare informazioni con i 28 Paesi dell’Unione. In un primo passaggio l’UE aveva intenzione di modificare la direttiva sui redditi di risparmio del 2003, che qui chiamiamo Ecofin, mantenendo quell’impianto, espandendo il ventaglio dei prodotti finanziari oggetto di quella direttiva. I cambiamenti introdotti dal Fatca e CRS Ocse hanno portato a modificare quell’approccio. L’applicazione era unilaterale, gli impegni dal 2003 erano solo per San Marino, non c’era reprocità. Nel 2010 e 2011 c’è stato un importante dibatto sullo scambio informazioni. La posizione del governo era legata al non applicarlo fintanto che a livello internazionale non ne fossero stati definiti i contorni e gli standard. Lo dico in riferimento a Foschi. Non avrebbe avuto alcun senso farlo quando nemmeno le nostre controparti erano pronte per lo scambio. Con lo scambio automatico si scambia fino a un certo punto, solo sull’informativa di avere uno o più conti e sui saldi dei conti. Ciò non consente approfondimenti. Laddove la giurisdizione ricevente lo voglia, può approfondire e attivare il canale dello scambio su richiesta per le prerogative previste dallo standard Ocse e gli elementi utili per l’accertamento fiscale. E’ difficile avviare trattative quando le distanze sono da colmare. Quando invece sono colmate, è più semplice ragionare con gli interlocutori, perché c’è una base di equivalenza”.
Pasquale Valentini, Segretario di Stato agli Affari Esteri, replica: “A Foschi, sull’obbligo della ritenuta dal gennaio 2016 non abbiamo obblighi. Negli allegati a questa convenzione ce n’è uno che parla dei rapporti fra San Marino e l’Unione. Si rileva la necessità che il sistema finanziario possa a sua volta essere considerato, per quanto riguarda l’attività bancaria e finanziaria, al pari dei Paesi dell’Unione. E’ importante perché, siccome i tavoli hanno operato in maniera separata, si è detto che se non se ne parla in questo ambito, se ne parla in ambito di accordo di associazione. Se San Marino è conforme agli standard internazionali, ciò comporta che l’operatività del settore è equivalente a quella dell’Unione”.

Comma 11.Progetto di Legge “Il Condominio degli edifici” (I lettura)
Iro Belluzzi, Segretario di Stato al Lavoro: “Il segretario Arzilli purtroppo è assente per motivi familiari. Il progetto di legge mira a vedere regolamentata la comunione del condominio degli edifici e la sua amministrazione. Leggo la relazione del collega Arzilli. ‘Lo sforzo è colmare la lacuna esistente nell’ordinamento in materia. E’ stata introdotta l’indicazione del codice identificativo del condomino, rilasciato dalla Camera di Commercio. Vengono definite le parti comuni. Si istituisce la figura del tecnico iscritto ad apposito albo quale estensore delle tabelle millesimali. Si prevede l’obbligo di nomina dell’amministratore quando i condomini sono più di sei. Si prevede il dovere dell’amministratore di presentare domanda, con potere di firma e rappresentanza del condominio, previa delibera assembleare assunta dalla maggioranza dei condomini rappresentanti almeno 501 millesimi di proprietà, presso i competenti uffici pubblici al fine di ottenere eventuali autorizzazioni per lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria di parti comuni. Si riconosce una specifica rappresentanza legale in capo all’amministratore di condomino. E’ previsto che per la riscossione dei contributi in base al piano di ripartizione, l’amministratore possa procedere innanzi all’autorità giudiziaria con procedura sommaria documentale rendendo così più facilmente e rapidamente esigibili i contributi medesimi”.
Francesca Michelotti, Sinistra Unita: “La norma dovrebbe contenere la litigiosità nei condomini. C’è una formulazione debole sul precetto di questa norma. Penso che potrebbe portare a un aumento della conflittualità la mancanza di chiarezza e di esaustività. Il decoro non viene contemplato. Pensate alle case che si trovano nella zona Unesco del monte Titano. Il problema del decoro dell’immobile diventa non solo condominiale, ma anche di tutela dello Stato. Si dice che le parti comuni si modificano con il consenso unitario di tutti i proprietari, però penso che se c’è per esempio una iniziativa volta a migliorare la sicurezza, un unico condomino può impedire a tutti gli altri, anche se non ci vive, di fare opere migliorative. C’è poi il discorso della morosità. Bisognerebbe forse consigliare al segretario di rivedere la riscossione dei contributi. Manca una parte. Sembra che in qualsiasi caso, quando vuole riscuotere, l’amministratore può andare per la via giudiziaria. Questi articoli saranno usati come armi dai condomini durante le assemblee condominiali, serve un linguaggio più accessibile di quello usato”.
Andrea Belluzzi, Psd: “La legge fa una discriminate, o comunque un punto di divisione, dove identifica condomini con più o meno di sei unità. Così c’è piccolo e grande condominio. Credo che si possa modificare il numero anche per stabilire una gestione più leggera di condomini di dimensioni ridotte. Con la crisi molti condomini hanno rinunciato all’amministratore condominiale. Mi auguro, in commissione, una riflessione sul mantenere leggera la gestione dei condomini piccoli, con meno costi”.
Elena Tonnini, Rete: Pochi giorni fa era stato fatto un incontro fra Arzilli e i tecnici che hanno fatto la legge. Arzilli avrebbe riferito che la legge è tecnica e anche per lui sarebbe difficile scendere in alcuni dettagli. Questa legge impone requisiti minimi obbligatori, come dotare il condominio di un COE e relativo conto bancario. Ciò sarebbe utile a proteggere i condomini da gestioni non proprio trasparenti. Si apre il discorso della deducibilità delle spese condominiali per la Smac. La circolare dell’ufficio tributario che serve a proposito è pronta? Se non è pronta, quanto tempo serve? La Camera di Commercio è stata coinvolta per gli obblighi e le novità introdotte dalla legge? E’ pronta? A che punto siamo con questo tipo di lavoro? E’ importante che i tecnici non si sostituiscano ai legislatori. Occorre cercare di rendere le leggi leggibili dai cittadini, in modo che non debbano sempre rivolgersi a dei professionisti”.
Iro Belluzzi, Segretario di Stato al Lavoro: “Sulla leggibilità delle leggi, i tecnicismi devono essere tradotti per permettere l’interpretazione come è nelle intenzioni dell’estensore per evitare contenziosi. Se c’è qualche elemento che deve essere reso più comprensibile, credo che Arzilli in Commissione cercherà di trovare le migliori soluzioni”.


Comma 12. Progetto di legge “Modifiche all’articolo 41 (Legittima difesa), Capitolo IV, del Codice Penale” (presentato dal Gruppo Consiliare Unione per la Repubblica) (I lettura)
Marco Podeschi, Upr: “Funzione della norma è accordare una tutela rafforzata al domicilio contro indebite intrusioni che possono porre in pericolo l’incolumità delle persone presenti. La valutazione del requisito della proporzione è resa problematica nei casi in cui i beni in conflitto siano tra loro eterogenei: si pensi al caso di colui che invoca la legittima difesa perché ha sparato all’indirizzo di un individuo che si era introdotto in camera da letto impossessandosi di un orologio riposto nel comodino. Non può essere considerato legittimo l’uso delle armi contro chi si sta dando alla fuga dopo aver abbandonato la refurtiva. La portata della norma appare circoscritta al fine di evitare che venga legittimato il farsi giustizia da sé. L’uso delle armi può essere considerato legittimo solo nel domicilio. L’arma deve essere legittimamente detenuta. Chi spara al ladro che si è dato alla fuga non è giustificabile. A San Marino molti cittadini detengono legittimamente delle armi”.
Massimo Cenci, Noi Sammarinesi: “Troviamo questo intervento assolutamente opportuno. Il principio è la tutela di chi reagisce. Siamo vicini a una città con tassi di microcriminalità tra i più alti a livello italiano. Nostra intenzione è di inserire questa presunzione di importanza prioritaria del diritto minacciato rispetto a quello leso”.
Alessandro Cardelli, Pdcs: “Il tema è sentito nella cittadinanza, è legato alla sicurezza. La modifica al codice penale portata dall’Upr è un atto dovuto sul quale la politica deve intervenire. Chiedo perché nel progetto non viene considerata questa misura nei luoghi di lavoro, ma solo nel domicilio. Nell’ordinamento britannico e statunitense c’è un’inversione nell’onere della prova. Qui chi deve dimostrare la proporzione fra difesa e offesa è chi si difende. In Usa e Inghilterra spetta a chi vìola il domicilio. Quello dei furti è un pericolo reale”.
Matteo Zeppa, Rete: “La normativa americana è quella che colpisce maggiormente l’immaginario di chi detiene un’arma in casa legittimamente. In Usa ci sono casi che sono sui generis. Io non ho armi e non ho intenzione di comprarle per difendere la mia sfera privata. Se ce l’avessi ed entrasse un ladro in casa, sarei sottoposto a uno stress emotivo forte, irrazionale. Penso che non avrei il raziocinio di dire di non premere il grilletto. Ci potrebbe scappare il morto anche se il ladro ha abbandonato la refurtiva. E’ un ambito difficile da valutare, serve delicatezza”.
Enrico Carattoni, Psd: “C’è l’impressione di tendere a una deregulation. Non si vuole negare che ci sia un problema con l’ondata di furti e una percezione della sicurezza inferiore rispetto ad anni fa. Il tema va affrontato investendo nella sicurezza e nel rafforzamento dei corpi di polizia. Gli agenti devono essere nella condizione di poter esercitare il loro lavoro. Servono turn-over fra chi fa lavori d’ufficio e chi di pattuglia”.
Augusto Michelotti, Sinistra Unita: “E’ un chiarimento, un rassicurare, mettere una norma più precisa a una situazione che va gestita in maniera diversa da qualsiasi altra. Va bene aumentare le forze di polizia, ma c’è un problema culturale di fondo. Negli Usa si sono accorti che l’uso smodato del mezzo di autodifesa permette a degli squinternati di fare quello che gli pare, armati fino ai denti. Ed ecco le stragi che si verificano puntualmente nelle scuole e nelle strade. Anche la polizia si comporta in maniera esagerata. La conclusione è che armare la gente non è una cosa positiva. In Inghilterra i poliziotti di quartiere non sono armati dal 1600, hanno un bastone e un fischietto. La gente lo sa. Per chi li tocca la condanna è dura e certa. A noi servono condanne e pene certe”.
Federico Pedini Amati, indipendente: “La certezza delle pene è fondamentale. Se passa la tesi che la pena è di 2, 3 o 5 anni ed è certa, si disincentiva chi vuole commettere certe azioni a San Marino. Chi detiene un’arma in casa, con le nuove norme sul censimento, deve avere una certificazione sullo stato psicofisico. Anche se non svolge attività sportiva o di caccia. Lo prevede la legge. Non penso che San Marino debba diventare un Paese militaresco. L’introduzione prevista è dovuta. Sfido chiunque a non difendere un proprio caro, in particolari modo nel proprio domicilio, specialmente se è un minore. In Texas ora si può girare armati in strada, purché l’arma sia visibile. Sono contrario a una situazione del genere a San Marino”.
Andrea Zafferani, C10: “Il presupposto è che non si deve arrivare alla libertà di detenere un’arma senza controlli, il progetto parla di arma legittimamente detenuta e non cambia niente rispetto la situazione attuale. Diversamente non si può arrivare a degli estremi che esistono in altri Paesi e che non ritengo civili. Ma più che a dover arrivare ad una colluttazione armata a casa propria per difendersi, crediamo si debbano prevenire certe situazioni, per questo noi siamo stati a favore di incentivi per introdurre sistemi di allarme nel proprio domicilio. C’è un lavoro di prevenzione che va fatto con gli strumenti più opportuni. Chi mi ha preceduto ha parlato di tutela della propria incolumità nel proprio domicilio, la legge allarga il cerchio e faccio un rilievo su questo perché ciò implica il poter essere con un arma in altro domicilio e presuppone che le persone, pur detenendole legittimamente, girino con le armi per il territorio. Limiterei la cosa al proprio domicilio. Fatte queste premesse, si arriva alla questione centrale: la proporzione della legittima difesa. La legge così formulata inverte l’onere della prova. Oggi bisogna dimostrare di essere a rischio per poter dire che ci si è dovuti difendere, questa legge inverte le cose. E questo può essere oggetto di rilievo. Poi la legge parla non solo di difesa della propria incolumità, ma anche di difesa per tutelare i propri beni e uccidere una persona per questo mi lascia delle perplessità. Fatte queste riflessioni, sono disponibile a discutere”.
Andrea Belluzzi Psd: “Comprendo le ragioni appena esposte. La premessa è che non è con questa proposta che si possa risolvere il problema della sicurezza. C’è un impegno da parte della maggioranza su questo fronte, sono stati avviati corsi e procedure per preparare i nostri agenti, il primo focus deve essere questo. Lo sforzo deve riguardare certo anche il potenziamento di altri strumenti di prevenzione passiva, quali telecamere di controllo sul territorio. Sulla proposta di legge bisogna dire che la legittima difesa è tutelata a San Marino dalla legge in base al principio di proporzionalità tra minaccia potenziale e facoltà del cittadino di farvi fronte. Questa proposta di modifica viene a rompere questo delicatissimo equilibrio, eliminando proprio il concetto di proporzionalità relativo alla minaccia. Se la norma va in questa direzione, non sono d’accordo. Si torna al far west del 1800. Mi auguro vi sia possibilità di tenere conto di questo e delle legislazione esistente”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Il tema della sicurezza nelle proprie abitazioni è un tema caldo. Credo non sia mai un bene quando si legifera sull’onda emotiva. Certo se dovesse capitarmi, anche io farei di tutto per difendermi, anche reagendo in modo superiore all’offesa. All’interno della propria abitazione uno deve sapere che c’è uno Stato e delle leggi e che deve andare incontro a delle conseguenze di quello che ha fatto. Se iniziamo a stabilire che ci sono delle attenuanti, stiamo inserendo un terreno in cui una persona si sente libera di reagire nell’impunità, con una tutela di legge. Chiunque entra in casa mia, con l’inversione dell’onere della prova, è una potenziale vittima. Ci devono essere delle distinzioni. Lo Stato dovrebbe dissuadere eventuali ladri ad entrare in territorio: come? Con la certezza della pena, ilprocesso per direttissima, il carcere vero per fare in modo di disincentivare i ladri a venire a San Marino. Poi c’è la parte coercitiva: come punire. Ed è un ambito che va distinto”.
Ivan Foschi, Su: “L’esigenza di sicurezza è legittima, ma è un aspetto non sufficiente e deve essere ben calibrato perché non ci siano abusi. Va affrontato il tema della legittima difesa, il punto è come fare. Parliamo di conseguenze molto gravi e va mantenuto il principio di proporzionalità. Il primo punto è come andare a disciplinare i casi in cui la minaccia è presunta? Non ci deve essere il pretesto per farsi giustizia da soli. A chi spetta l’onere della prova? Dobbiamo stare molto attenti. Non mi piacerebbe una Repubblica di “pistoleri”, dobbiamo fare in modo che non si diffonda la cultura dell’arma per difesa. Si valutino tutti gli aspetti per inquadrare correttamente anche questo tipo di problematica”.
Vladimiro Selva, Psd: “Ho condiviso nella totalità il discorso di Ciavatta, in primis il presupposto che l’Aula non debba compiere scelte sulla base dell’emotività. Non credo che Upr abbia fatto qualcosa di sbagliato portando questo progetto di legge, ha aperto un dibattito interessante, ma sarei curioso di avere dei dati su cui parlare. Sarebbe interessante fare un’analisi su quali sono stati i furti nel domicilio a San Marino. Noi crediamo la legittima difesa sia già inclusa nel nostro ordinamento. Non può essere che venga slegata la dimensione della reazione di chi può veder violato un diritto rispetto la minaccia. Bene il controllo e tutto il possibile per dissuadere l’ingresso dei ladri in Repubblica. A pochi chilometri da noi esiste un sistema di criminalità organizzata che può facilmente arrivare ai nostri confini e tutti i sistemi di difesa ci devono interessare. La dissuasione si fa inasprendo le pene e con un sistema giudiziario che dia pene in tempi brevissimi. Su questo si deve ragionare. Interventi sulle norme della legittima difesa possono essere fatti, ma non mettendo in discussione il principio di proporzionalità”.
Marco Podeschi, Upr: “Non abbiamo presentato questo Pdl sull’onda emotiva, è stato depositato già all’inizio del 2015 e l’Upr l’ha preparato nel 2014. I colleghi hanno citato gli Usa, il principio è totalmente diverso. Negli Stati uniti esiste un’associazione che è una lobby potentissima e che ha sempre agito negli organi decisionali affinché vi fosse libera vendita di armi, cosa totalmente diversa che a San Marino. In 47 Stati si possono comprare fucili di assalto. Ogni Stato deve agire in base alla propria sensibilità e tradizioni. Ricordo ai colleghi che c’è una vecchia norma che vieta ai consiglieri di entrare armati in Aula. Se i nostri avi hanno messo una norma del genere significa che avere armi a San Marino non è una cosa così peregrina. Upr non è composta da sceriffi, ma raccogliamo un sensibilità sentita nel Paese da molto tempo. Molti cittadini detengono legittimamente delle armi. Siamo disponibili al ragionamento anche accogliendo le riflessioni dei colleghi, ma riteniamo che su questo elemento vadano fatte delle considerazioni. Un cittadino può ricevere minacce dal ladro armato nel proprio domicilio e non vedo nulla di male, se detiene delle armi, reagire. Le norme ci sono ma vanno aggiornate”.
Comma 13. Progetto di legge di iniziativa legislativa popolare “Legge dei semi” (I lettura)
Filippo Tamagnini, Pdcs, legge la Relazione dei proponenti: “Si tratta di un strumento per difendere la libertà dei cittadini e la sovranità dei semi, nonché una guida pratica per ogni futuro sviluppo di leggi e politiche in materia di sementi. Tale legge dei semi tutela e garantisce la biodiversità, i diritti degli agricoltori e la produzione agroecologica come obiettivi superiori. Sostiene inoltre l’avanzamento della ricerca sulla diversità delle sementi, sulle loro qualità e sulla loro resilienza, caratteristiche che permettono di affrontare le sfide della crisi economica, ecologica e della sicurezza alimentare all’interno di uno scenario segnato dai cambiamenti climatici. Per un piccolo Paese come San Marino è indispensabile tutelare e proteggere la propria biodiversità per poter difendere la sua stessa sovranità. Non vi è sovranità senza una base di indipendenza alimentare. La diversità genetica delle culture è indispensabile per fornire resilienza, per affrontare i cambiamenti climatici e ambientali, soddisfare le esigenze della sua popolazione in espansione; migliorare la qualità del cibo, sviluppare resistenza a parassiti e malattie, garantire una maggiore stabilità di produzione, migliorare le condizioni d egli agricoltori e migliorare l’integrità degli ecosistemi agricoli e anche naturali”.
Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “C’è tutta una sensibilizzazione e un’azione di convincimento da fare a livello culturale, ma è un obiettivo condiviso nel mondo agricolo, in particolare tra i giovani agricoltori. Ci sarà a breve una borsa di studio per un giovane che voglia assistere l’Ugraa e accompagnare gli agricoltori verso l’agricoltura biologica. C’è già accordo con il Consorzio.
Anche a Parigi, durante la conferenza sui cambiamenti climatici, molto si è parlato di questo, sono stati invitati i rappresentanti di mondi indigeni che stanno riuscendo a difendere quello che nei secoli scorsi non era stato possibile difendere. Come Stato, riteniamo che il sostegno alla biodiversità ci debba sempre essere, e se con una legge diamo il segnale che questa sensibilità esiste, daremo un segnale significativo. Ci sono poi alcune ditte a San Marino che commerciano semi brevettati e dovremo fare in modo che questa legge non crei danni diretti a chi segue politiche europee. Dobbiamo piuttosto incentivare chi commercializza certi semi a commercializzare semi non brevettabili. Pur essendo consapevoli che siamo un piccolo Paese e non cambiamo le sorti del mondo, certamente la nostra volontà è di dare un segnale forte di tutela di biodiversità e del cammino da fare verso il biologico”.

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