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CIAMPINO (ROMA) – Chi ci è cresciuto, chi ha frequentato le scuole, e conosce i giardini della piazza, la via Pignatelli di un giovane Pasolini, il palazzo diroccato dell’Igdo, la stazione ferroviaria, chi l’ha attraversato da via Mura dei Francesci a via Morena in bici nella migliore gioventù, e quella pista dell’aeroporto che di notte è tutta un luccichio: di Ciampino ama tutto. Anche le sue cose meno belle, quelle che del loro errore lasciano una nostalgia. Perché qui i giovani sono stati e provano ancora oggi ad essere comunità. Oggi Ciampino ha 50 anni e una folla di persone, ragazzi, cittadini con i capelli bianchi, ex sindaci hanno riempito la sala consiliare Nenni e la biblioteca comunale, ma un po’ di gente è stata anche fuori nel piazzale. È festa nelle strade con le luminarie di Natale che quest’anno brillano con un 50 tondo tondo, rosso e blu. Per molti un avamposto dei Castelli, per altri un’estrema propaggine della Capitale, Ciampino festeggia un’identità e sorprende tutti.
“Cinquanta anni fa era un sogno che ha preso forma“, ha detto la sindaca Emanuela Colella aprendo la cerimonia con “un’emozione che sentite nella mia voce- ha detto- Sono qui presenti alcuni padri fondatori e li ringrazio per la passione e dedizione che hanno impiegato per costruire questa comunità che ha superato sfide e ostacoli” anche per il valore della “sua posizione strategica”. La sindaca ha voluto ribadire il valore “dell’identità e comunità” di Ciampino. Una pietra tombale sugli epiteti grigi della città dormitorio.
“Celebriamo la storia di un luogo e di tutti noi che lo abitiamo”, ha continuato. E un appello ai ragazzi, quelli del coro Unisono del liceo Volterra che si sono esibiti con diversi brani: “Siate curiosi di conoscere le radici della comunità di cui siete parte”.
“Ci si può sentire periferia o centro- ha detto il vicesindaco della Citta metropolitana di Roma, Pierluigi Sanna- Se ci sentiamo centro nessuno può collocarci in periferia”. E citando Calvino ha sottolineato: “La città prende forma dal deserto a cui si oppone”.
Ciampino è centro, lo ha ricordato il comandante del 31mo stormo, colonnello dell’Aeronautica militare Marco Angori: “Quando si parla del 31mo stormo in Aeronautica si parla di Ciampino, è Ciampino. Portiamo in volo la speranza e abbiamo il privilegio e la responsabilità di trasportare le alte cariche dello stato e i pazienti per i voli sanitari, anche bambini molto piccoli”. Un libro donato alla sindaca ripercorre la storia dell’aeroporto e i presidenti e le massime autorità passate per Ciampino nella storia.
La sindaca ha ricordato che il comune è riconosciuto come città della pace e ha ringraziato la Polfer, la Tenenza dei Carabinieri, la Polizia locale e il comandante Roberto Antonelli e la consigliera regionale e vice presidente della commissione cultura Eddy Palazzi, il coro polifonico. L’evento è organizzato dal Comune di Ciampino con la partecipazione della Regione Lazio.
Nel corso della cerimonia è stata scoperta la targa dedicata al sindaci che sarà collocata in sala Nenni. E’ stato inoltre conferito il premio Citta di Ciampino, con la riproduzione della statua dell’Apollo Pizio rinvenuta nel 1884 a Ciampino nella Villa di Quinto Vaconio Pollione, ad Antonio Blacona’, già comandante della Tenenza dei Carabinieri. E poi menzioni per particolari meriti a cittadini e realta” illustri, dall’università della Terza Età al 31mo stormo. Presenti parroci, autorità locali, associazioni.
In conclusione la dedica della sindaca a “colui che prima di me si è seduto su questo banchi e da lassù guida il mio cammino politico: mio padre. Buon compleanno e auguri a tutti noi”, ha concluso.
Tantissime le iniziative per questi 50 anni e la mostra inaugurata il 7 dicembre che aspetta solo di essere visitata. Lì nelle fotografie tutti i segreti delle origini della città: quando c’era la chiesa e poco altro. Poi le scuole, le case e quei versi pasoliniani, qui professore delle medie, che cercavano bellezza su quello che allora era un paese in cerca di storia: “Sotto sbiadite stelle e vibranti aeroplani”.
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