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Video |La sociologa: con il digitale il medico diventa collaboratore, basta con il ruolo paternalistico

La docente Silvia Surrenti ha partecipato all'incontro in programma al Festival della Filosofia

Pubblicato:18-12-2022 12:19
Ultimo aggiornamento:18-12-2022 12:20
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festival della filosofia
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ROMA – La medicina digitale è “un nuovo modo di ripensare la salute, la cura e la relazione medico-paziente”. Con la medicina digitale entrano in scena “nuove relazioni di cura non solo legate a una dimensione antropocentrica, ma nuovi attori ad esempio i dati o le piattaforme digitali in cui pazienti si ritrovano per avere supporto o ricercare nuovi percorsi di cura. O ancora sui social network, anche insieme con i medici: si crea di fatto un nuovo ambiente relazionale con attori umani e non umani”. Una rivoluzione profondissima, che ha attinto linfa dalla recente emergenza pandemica, quella di cui ha parlato con la Dire la sociologa e docente all’università di Firenze, Silvia Surrenti, a margine di un incontro a Lanuvio del il Festival internazionale della Filosofia.

Nasce “un nuovo concetto di salute”, ha spiegato l’esperta, che potremmo definire “ecologico”, in connessione con l’ambiente esterno, il clima e la salute. È un tradimento di Ippocrate? No, secondo Surrenti, ma si tratta di cambiare il ruolo dei medici: “Il medico piano piano dovrà assumere un nuovo ruolo, essere collaboratore nel percorsi di cura e perdere il ruolo paternalistico. Si trova in un insieme di reti in cui i percorsi di cura si co-creano con la visione di un paziente più attivo”, ha concluso.

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