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Quella volta a Roma con Sylvester Stallone: l’intervista

Finalmente è scaduto l’embargo e possiamo mostrarvi l’intervista a Sylvester Stallone per il debutto della serie ‘Tulsa King’, dal 25 dicembre su Paramount+

Pubblicato:18-12-2022 10:56
Ultimo aggiornamento:18-12-2022 11:04

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ROMA – Finalmente è scaduto l’embargo e possiamo mostrarvi l’intervista a Sylvester Stallone per il debutto della serie ‘Tulsa King’. Il gangster drama creato da Taylor Sheridan dal 25 dicembre su Paramount+ con due episodi, poi un nuovo episodio ogni domenica. Finale il 12 febbraio. 

Era settembre, qualche giorno dopo il nostro ritorno nella Capitale dalla Mostra del Cinema di Venezia ci siamo recati all’Hotel de la Ville di Roma. In un attimo ci siamo ritrovati davanti a un’icona del cinema, che ha dato il volto a personaggi indimenticabili come Rocky Balboa o Rambo. Per Stallone è la prima volta in una serie. E per noi è la prima volta con lui. Nello show di Paramount+ “Sly” interpreta il capo della mafia newyorkese Dwight “The General” Manfredi. È appena uscito di prigione dopo 25 anni ed esiliato senza tanti complimenti dal suo boss per stabilirsi a Tulsa, in Oklahoma. “Sono molto consapevole del tempo che passa. Più invecchi e più l’orologio scorre velocemente. Hai due possibilità: una è sedersi e guardare le scarpe tutto il giorno e magari imparare a pescare, oppure scegli di prendere a morsi la scena e continuare a reinventarti. Mi pongo sempre degli obiettivi e delle sfide da superare. Mi fanno sentire vivo“, ha detto Stallone all’agenzia Dire. Rendendosi conto che la sua famiglia mafiosa potrebbe non avere a cuore i suoi interessi, Dwight costruisce lentamente una ‘banda’ composta da un gruppo di personaggi improbabili, per aiutarlo a stabilire un nuovo impero criminale in un luogo che per lui potrebbe anche essere un altro pianeta. “Non so se avete mai letto Franz Kafka nel libro ‘La metamorfosi’. Il protagonista si sveglia ed è uno scarafaggio. In altre parole, lo stesso cervello, ma con un corpo diverso. Ho pensato: ‘perché non provare a copiare tutti i gangster stereotipati? E se fossi un gangster, ma con questa personalità, proprio come sono ora? Non cambierei all’improvviso. Questo non sono io. ‘Tulsa King’ è la cosa più vicina a chi sono davvero“, ha concluso “Sly”.


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