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Report del Consiglio grande e generale del 17 dicembre – Seduta pomeridiana

Prosegue l'esame della legge di Bilancio: i lavori odierni ripartono dagli emendamenti dell'opposizione che puntano a introdurre nuovi strumenti a sostegno dei disoccupati

Pubblicato:18-12-2015 10:19
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:43

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SAN MARINO – Prosegue l’esame della legge di Bilancio: i lavori odierni ripartono dagli emendamenti dell’opposizione volti ad introdurre nuovi strumenti a sostegno dei disoccupati: l’emendamento Ps aggiuntivo art. 34 bis “Contributo di solidarietà” e gli emendamenti aggiuntivi art. 34 Ter “Lavoro minimo di cittadinanza”, art. 34 Quater “Cantieri Aperti” e art. 34 Quinquies “Baratto amministrativo” di Cittadinanza attiva. Tutte e quattro le proposte sono respinte. Stessa sorte anche per l”Emendamento aggiuntivo 36 bis “Tassazione immobili per attività economiche non utilizzati, presentato da Ca, Rete e dai consiglieri indipendenti Denise Bronzetti e Luca Lazzari, su cui si apre un lungo dibattito.

Di seguito un estratto degli interventi.

Comma 7. Provvedimenti in esecuzione della legge 18 Febbraio 1998 n. 30 “Norme Generali sull’Ordinamento contabile dello Stato”: a) Rendiconto generale dello Stato e degli Enti pubblici per l’esercizio finanziario 2014 (II lettura); b) Progetto di legge “Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2016 e Bilanci Pluriennali 2016/2018 (II lettura)”.


Emendamento Ps aggiuntivo art. 34 bis “Contributo di solidarietà”/ respinto
Paolo Crescentini, Ps: “E’ un emendamento volto a istituire un fondo che può aiutare chi è in difficoltà perché non recepisce una retribuzione, poiché hanno terminato gli ammortizzatori sociali Il fondo viene finanziato con un contributo dello 0,10% degli stipendi dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato di qualunque settore. E’ una tassa di solidarietà e lo 0,10% è un contributo piccolissimo ma tanti 0,10% possono aiutare persone in difficoltà. Auspico l’emendamento possa essere accolto anche da governo e maggioranza”.
Gian Carlo Capicchioni: “Capisco il principio. Non capisco le tempistiche, si parla del versamento delle somme per l’anno successivo, queste persone hanno necessità ora. A me piacerebbe inserire non solo poi lavoratori a tempo indeterminato in un possibile contributo di solidarietà, abbiamo anche lavoratori a tempo determinato con una certa stabiità, penso ai frontalieri, che un lavoro ce l’hanno. Questo emendamento va solo a complicare le cose”.
Paolo Crescentini, Ps: “Dispiace che ogni volta che l’opposizione presenta emendamenti, questi complicano sempre la situazione. Il segretario ha fatto la proposta interessante di estendere lo 0,10% anche ad altri lavoratori. Se c’è disponibilità all’estensione da parte del governo, il Ps è disposto anche a migliorare l’emendamento, diversamente sono solo parole al vento e lo metteremo in voto”.

Emendamento aggiutnivo art. 34 Ter “Lavoro minimo di cittadinanza” di Cittadinanza attiva /respinto
Tony Margiotta, Su: “Il lavoro minimo di cittadinanza è esteso a tutti i disoccupati compiuti i 50 anni che hanno terminato gli ammortizzatori sociali. Le tipologie di attività sono individuate in un apposito elenco definito da Ooss, segreterie di Stato per il Lavoro, il Turismo e il Territorio. Si vuole introdurre uno strumento nuovo per dare una risposta a tutti quei lavoratori disoccupati con determinate caratteristiche- avendo compiuto 50 anni, sono vicini all’età pensionabile- per dare loro un’opportunità di lavoro. Attraverso figure come sindacati e segreteria di Stato sono individuate le attività per questi lavoratori. Si vuole dare una risposta a una parte di disoccupati. L’emendamento ha soprattutto una finalità sociale che permetterà, se approvato, di far sentire questi lavoratori utili. Chiediamo appoggio a questo emendamento, sia Su che C10 credono fortemente in questo strumento”.
Franco Santi, C10: “Dichiaro il nostro appoggio. E’ un emendamento che istituisce uno strumento innovativo di protezione per una fascia di persone deboli per la loro rioccupazione, in caso di perdita di lavoro e che risponde ad un principio molto importante, che è quello di mantenere una dignità in capo all’individuo attraverso un’attività lavorativa. E’ una risposta parziale ma assolutamente importante, in un contesto di crisi prolungata come quella che stiamo attraversando da anni”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “E’ certo uno strumento interessante, ma ci sono ancora molte cose da definire. Non è stato ancora introdotto l’Isee nel nostro ordinamento, facciamo fatica a pensare a un parametro, mentre ci stiamo ancora lavorando. Mi sembra poco corretto, creiamo così disparità di trattamento se paghiamo un servizio secondo il reddito famigliare. Attenzione particolare a chi è in difficoltà l’abbiamo sempre prestata in mille maniere, con strumenti straordinari. Ma vorrei uscire dal fatto che sia sempre lo Stato ad intervenire. Lo Stato deve essere impegnato non solo a dar lavoro in ambiti poco produttivi. Penso più a un sostegno al reddito. Stiamo rivedendo tutte le forme di ammortizzatori sociali e prenderemo questo emendamento come uno spunto il lavoro di Ca che può essere espletato in modo differente e lo riporterei in quell’alveo”.
Vladimiro Selva, Psd: “Vorrei ricordare che il Psd lo scorso anno ha avuto un gruppo di lavoro che si è impegnato su questi temi, sulla disoccupazione, perché i posti di lavoro non si creano per decreto. Nei documenti approvati il 25 marzo 2015 abbiamo indicato nel lavoro di Cittadinanza attiva uno strumento utile e un’evoluzione verso cui i nostri ammortizzatori devono evolvere. Chi è inoccupato, a casa, è un problema non solo reddituale ma anche sociale. Probabilmente così come presentato, l’emendamento presenta problemi applicativi reali. L’applicazione di un sogno può avere dei percorsi da studiare meglio. Mi auguro che nella riforma degli ammortizzatori su cui sta lavorando la segreteria al Lavoro si tenga conto dei deliberati del Psd”.
Francesca Michelotti, Su: “Ringrazio il segretario di Stato che ha fatto osservazioni sensate e non faremo barricate. Questo emendamento riprende un’iniziativa legislativa che è rimasta lettera morta, quindi ci ponevamo l’obiettivo di risollevare questo tema. Comprendo che i compensi dati alle persone siano da valutare sulla base dell’indice Isee e che ciò comporti delle riflessioni più articolate. Però noi volevamo lanciare l’opportunità di individuare soluzioni inedite nella nostra realtà. In un momento come questo bisogna essere vicini ai disoccupati”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Al di là del fatto che la proposta possa essere più o meno articolata, ci sono emendamenti che tentano di cambiare quello che viene definito dalla maggioranza ‘sogno’ per far finire invece degli incubi. Mesi fa Ca ha proposto un dibattito sull’emergenza lavoro con un Odg. Il segretario si è rifiutato di parlarne qui in Aula, come nella sua segreteria. Ma il problema è cogente. Gi sgravi a pioggia dati alle imprese sono evidenti a tutti. Bisogna iniziare a pensare di rivedere il mondo del lavoro. Tutti questi emendamenti ‘sognatori’ dovrebbero far pensare al segretario di Stato al Lavoro e a gli altri, in primis quello alle Finanze, di rivedere il concetto del lavoro stesso. Il problema non finirà né con questa Finanziaria, né con la prossima. Bisogna fare sistema sul mondo del lavoro e questo le è mancato e le mancherà sempre, segretario Belluzzi”.
Milena Gasperoni, Psd: “Ringrazio per i distinguo anche dai banchi di opposizione che hanno provato trovare tutti insieme una soluzione a un problema terribile che stanno affrontando tanti cittadini in questo momento. Ben vengano gli spunti proposti. Sono state criticate norme urgenti fatteper stimolare le assunzioni. Gli sgravi contributivi non hanno la bacchetta magica e l’obiettivo di risolvere tutti i problemi per il mondo del lavoro. In questo momento l’intervento è mirato ad abbassare il costo del lavoro per le imprese e a stimolare lavoro. Credo che i risultati ci siano stati. Numerose persone hanno potuto trovare lavoro grazie a questi sgravi”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Al consigliere Zeppa: il problema di riqualificare e rimettere sul mercato del lavoro in modo più competitivo ogni singolo lavoratore privo di occupazione non si risolve con un emendamento a ha bisogno di confronto, partecipazione con tutte le forze politiche e sociali. E’ un percorso articolato che ha bisogno di tempo e del contributo di tutti e ha bisogno di risorse e che il bilancio dello Stato attraverso nuove economie possa avere nuove risorse per anche guidare i lavoratori privi di occupazione in un percorso di riqualificazione in funzione delle richieste che avrà il Paese”.
Marco Podeschi, Upr: “Ne 2013 avete varato legge sullo sviluppo con grande enfasi, noi dall’opposizioe vi abbiamo detto che in alcuni passaggi non l’abbiamo condivisa, ma auspicavamo che avesse portato sviluppo economico. Sono passati 27-28 mesi e devo dire che quella legge dei grandi risultati non li ha prodotti. Si parlava di sviluppare il settore audiovisivo a San Marino, il settore medico, la riconversione di imprese. Oggi il problema è quello di attivare un sistema di protezione sociale che vada oltre i tradizionali strumenti esistenti. Con proposte come queste, fatte più volte, tentiamo di dare risposte ai lavoratori, d’altra parte cari colleghi di maggioranza, quando vi arrivano proposte dalla minoranza invece di bocciarle con i sorrisetti, come ieri sera con l’emendamento Upr sul welness district, dovete interrogarvi se i vostri progetti hanno raggiunto gli obiettivi sperati. Ottimo emendamento di Ca che noi sosterremo. Forse le chiacchiere le fa la maggioranza, io ancora aspetto gli indiani in arrivo e i 600 posti di lavoro annunciati due estati fa”.
Federico Pedini Amati, Indipendente: “Non capisco perché ogni volta che arriva un emendamento chiaro che si può accettare viene fuori che la maggioranza dice che è una condizione da prendere in considerazione, ma non va bene e l’opposizione è demagogica. Non è così. Questo emendamento vuole dare qualche possibilità in più a chi a 50 anni ha difficoltà enormi a ritrovare un lavoro e rdignità. Voi vi nascondete sempre in un qualche prossimo studio in cui verificare una realtà che è sotto gli occhi di tutti tranne che ai vostri”.
Andrea Zafferani, C10: “Oggi presentiamo la seconda proposta per i disoccupati, dopo quella di ieri sera, ci sentiamo dire che manca sempre qualcosa per approvarle, ma l’urgenza di queste persone è ora.
Senza sviluppo è vero non c’è lavoro, non ci sono risorse e non ci sono ammortizzatori sociali, ma nel frattempo bisogna che i cittadini abbiano soldi per sbarcare il lunario nel brevissimo periodo, in attesa di tutti i bei discorsi”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato replica: “Ringrazio Michelotti per aver compreso la difficoltà nell’applicare questo emendamento che sarà sicuramente la base per un confronto. Ho rispetto per questa fascia di popolazione, se veniamo a calcolato cosa verrebbe restituito per ridare loro dignità, sono 300-400 euro al mese. E’ questa la dignità che si vuole dare ai cittadini? Abbiamo esteso i lavori socialmente utili a chi è in mobilità. L’economia si sta muovendo, stanno arrivando investitori e si sta cercando di dare lavoro dignitoso ai cittadini, come loro diritto inviolabile”.

Emendamento aggiuntivo 36 bis “Tassazione immobili per attività economiche non utilizzati, presentato da Ca, Rete, Denise Bronzetti, Luca Lazzari/respinto
Luca Santolini, C10: “E’ un emendamento che nasce da riflessione fatta in modo trasversale, anche dai consiglieri di maggioranza, quando ci siamo trovati a discutere della convenzione di Rovereta per il polo del Lusso. Con lo sblocciìo di un terreno a parco, è emersa la difficoltà degli investitori a trovare un immobile da riconvertire o un terreno già edificabile in una zona adatta a prezzi abbordabili, perché siamo pieni di immobili da convertire, di qualità non buona e di dimensioni non adatte per certi investimenti, e soprattuto che hanno prezzi che tengono lontani gli investitori. E’ una problematica di cui tutta l’Aula è consapevole ed era stata fatta una riflessione in merito alla possibilità di presentare una sorta di tassazione annuale sui grandi patrimoni immobiliari e sulle grandi superfici, non affittati, non utilizzati per attività economiche, dove potrebbero installarsi queste attività, magari riconvertendoli, proprio per spingere i prezzi verso cifre più abbordabili. Visto che molti consiglieri di maggioranza si erano espressi in favore, ma nulla ancora è stato fatto per risolvere questa problematica, noi vorremmo evitare di consumare ulteriore suolo quando si riproporrà un’analoga situazione e presentiamo questo emendamento”.
Elena Tonnini, Rete: “Obiettivo non è tanto di rispondere alle esigenze di singoli, ma dare risposta a un problema allargato e conclamato sul territorio. Si vuole evitare il consumo di territorio rispetto nuovi possibili progetti e colpire così la speculazione edilizia e chi ne ha avuto benefici. Si vuole cercare di evitare che il valore immobiliare sia inficiato da interessi. Si vuole tutelare anche chi ha scelto di investire, noi cerchiamo di colpire la speculazione. L’emendamento va nella linea di una tassazione inserendo delle discriminanti precise, in primis la dimensione, si tratta di immobili non residenziali con superficie maggiore di 400 mq. Si parla unicamente di spazi non utilizzati. Si identificano i proprietari dei beni. C’è disponibilità a valutare eventuali modifiche che possono venire da maggioranza che dimostrino sensibilità verso questo tema”.
Vladimiro Selva, Psd: “Nelle intenzioni c’è qualcosa di molto condivisibile, ovvero incentivare i proprietari degli immobili a metterli a disposizione dello sviluppo economico. Teoricamente diventa difficile capire come è possibile incentivare lo sviluppo con una tassa. Chi ritiene di voler guadagnare di più dal proprio immobile deve essere libero di farlo o di lasciare sfitto il proprio immobile, in caso allora è giusto che paghi. A volte la situazione è diversa, può essere veramente che non si riesca ad affittare quell’immobile. Sarebbe utile quindi creare un registro in cui chi è proprietario di un immobile disponibile ad affittarlo lo dichiari. Vanno corretti dei parametri rispetto la locazione geografica e dal valore catastale è possibile definire un valore equo del canone. Potrebbe così essere di incentivo avere la certezza di un registro con immobili con un canone già definito. Sarebbe importante inserire questo intervento con un decreto che definisca chiaramente i parametri. C’è ancora molto da fare, oggi così com’è l’emendamento non lo condivido perché colpisce indiscriminatamente tutti. Con i giusti accorgimenti, se ne può riparlare in un progetto più organico”.
Augusto Michelotti, Su: “Siamo al giro di boa e la proposta è questa. Un equo canone come proposto da Selva è comunque interessante. Dobbiamo ricominciare a gestire urbanisticamente il Paese e si fa anche con incentivi e disincentivi”.
Denise Bronzetti, Indipendente: “Non è un emendamento punitivo, ma tenta di incentivare insediamenti di attività produttive e commerciali. Dove questo emendamento tenta di tenersi in equilibrio tra incentivi e disincentivi? Quando è evidente che a qualcuno- non faccio nomi, sono i dati di fatto visibili a tutti- conviene tenere quel bene sfitto in ogni caso. Non è mia intenzione colpire chi invece mette a disposizione un bene immobile ma, visto le difficoltà del Paese, non riesce ad affittarlo. C’è tutta la disponibilità a verificare e modificare questo emendamento. Massima disponibilità a rinviare allo strumento del decreto che disciplina tutte le modalità, come elencate da Selva. Ma non un decreto che arrivi a fine 2016, chiediamo che l’intervento sia veloce per dare una mano reale e concreta a chi venga ad investire nel Paese. Chiediamo ai colleghi se c’è disponibilità a riscrivere l’emendamento e a rinviare a un decreto l’intervento”.
Luca Beccari, Pdcs: “Si scontrano visioni diverse sulla fiscalità partendo da una visione comune. La proposta di intervento nasce dalla base tangibile della sovraproduzione di unità immobiliari. Il problema è applicare la fiscalità che si basa sulla capacità contributiva con tassazioni settoriali e selettive dove paradossalmente un immobile che produce reddito ed è indice di capacità contributiva segue la strada normale, mentre quello improduttivo viene tassato. Ha ragione Selva che chiede un ragionamento diverso. Poi mi sapete creare voi una graduatoria di motivi per cui un immobile è sfitto? Diventa difficile fiscalmente agire con gli strumenti che proponete. Oggi ci sono strumenti reddituali efficaci, l’immobile sfitto paga le tasse sulla rendita catastale”.
Remo Giancecchi, Pdcs: “Questo emendamento non lo condivido nella sostanza e nella forma. Faccio un esempio: gli uffici sono insediati in centri commerciali. All’interno di una costruzione è possibile che un’unità di 50 mq possa bloccare la vendita dell’intero immobile. In questo caso chi blocca la vendita non paga nulla, e chi vuole ma non può vendere paga. E’ un provvedimento che mette ancora più in difficoltà il settore edile, immobiliare e finanziario. E’ un disincentivo per chi vuole investire”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Abbiamo sottoscritto l’emendamento perché lo riteniamo una proposta di buon senso. Chi ha un patrimonio edile troppo spesso non ha intenzione di venderlo. Vi ricordate che Borletti ha raccontato come è sfumata la vendita dell’immobile cui era interessato perché il proprietario all’ultimo ha alzato il prezzo di 6 mln di euro? Beccari ha fatto un gran discorsone con dei numeri, si cerca di girare attorno ad un problema che esiste ed è stato riconosciuto anche da qualcuno in maggioranza. Siamo qui per lavorare all’emendamento”.
Andrea Zafferani, C10: “Fare in modo che gli investitori trovino immobili a prezzi non diversi da quelli poco più lontani da qua è un’emergenza. La speculazione del passato ha portato una serie di capitali che non necessitano di remunerazione immediata e c’è chi può permettersi di tenere sfitti una serie di immobili. Abbiamo necessità, con opportune politiche anche fiscali, di invertire questa tendenza per liberare immobili a uso produttivo e facilitare investimenti in Repubblica”.
Gian Franco Terenzi, Pdcs: “Questi immobili non nascono oggi. Oggi li troviamo liberi e sfitti per la grande maggioranza perché l’occupazione ha subito la crisi che osserviamo. E’ un problema sotto gli occhi di tutti e ci si pone la domanda di come possano essere utilizzati e quali possano essere incentivi e tassazioni. Ma dobbiamo pensare che il Paese ha bisogno di investimenti e occupazione e gli incentivi servono per questo. Ma osservo che c’è un qualcosa che non va incontro questa situazione. Noi, giorno dopo giorno, creiamo incertezza nella gestione economica e imprenditoriale del Paese. Dobbiamo continuare a creare incertezze agli investimenti? Non è questa la strada giusta. Quello che viene presentato ha più dell’ideologia che la volontà di creare posti di lavoro ed essere attrattivi all’esterno. Cerchiamo di essere realisti e non penalizziamo la libera impresa”.
Franco Santi, C10: “I motivi che ci hanno portato a presentare questo emendamento vanno proprio verso quanto detto poco prima da Terenzi. L’imprenditore che arriva a San Marino trova proprio incertezza rispetto ai costi degli immobili a causa di un mercato immobiliare drogato”.
Tony Margiotta, Su: “Ho sentito interventi discutibili. Uno dei problemi principali, ascoltati dagli imprenditori, è proprio quello dei costi dell’affitto delle strutture. Fatico a comprendere e capire chi dice che questa proposta possa essere disincentivante. Un imprenditore che vuole affittare una struttura oggi si trova di fronte un mercato bloccato, che fa cartello. La politica dovrebbe sbloccarlo attraverso incentivi, se non è la tassazione per le strutture sfitte può essere qualcos’altro. Parliamone”.
Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Anche questo è un tema dibattuto da diverso tempo. Non sono certamente d’accordo con il consigliere Margiotta. Non credo che non ci siano nuovi insediamenti in territorio perché gli affitti sono troppo alti. Mi risulta ci siano centinaia di rinegoziazioni di affitti in essere. Se un locale è sfitto bisogna capire il perché. Come andiamo a individuare se il proprietario ha volontà o meno di affittarlo? Non basta dimostrarlo attraverso un registro. Oggi gli immobili sono già tassati, sia quelli sfitti che quelli locati. Il Catasto deve portare a compimento la riforma attuata per definire la rendita catastale. Non si può andare a istituire una tassazione di un intero comparto perché molti non si sono comportati bene in passato. Lasciamo fare le cose al mercato”.
Luca Santolini, C10: “Tutti questi problemi non ve li siete posti quando avete introdotto la patrimoniale. Noi siamo d’accordo con la proposta del consigliere Selva, chi si iscrive all’equo-canone non paga la tassa anche se l’immobile resta sfitto. L’intento non è colpire a caso su tutto, ma dare soluzione alla difficoltà che incontra chi deve aprire un’attività a San Marino”.

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