Il nostro suolo è in pericolo: dal Cilento il progetto Medi-Terra

Roversi: "Ogni anno perdiamo otto tonnellate di suolo per ettaro. Se non ci prendiamo cura del suolo non ci sarà più Dieta mediterranea"

Pubblicato:18-11-2024 18:27
Ultimo aggiornamento:18-11-2024 18:27

Progetto Medi-terra
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“Ogni anno perdiamo otto tonnellate di suolo per ettaro. Questo è il motivo per cui, con il Future Food Institute, abbiamo deciso di coinvolgere il Comune di Pollica e tanti altri partner del Cilento: suolo è vita e se non ci prendiamo cura del suolo non ci sarà più Dieta mediterranea“. Lo spiega alla Dire Sara Roversi, presidente di Future Food Institute, presentando, durante il Global Summit “Mediterranea diet feeds the future” che si è svolto a Pollica (Salerno), comunità emblematica Unesco della Dieta Mediterranea, e che raggiungerà la sede delle Nazioni Unite, a New York, Medi-Terra, progetto pilota del programma europeo H2020 HuMUS che cerca di affrontare le sfide del suolo prevalenti nella regione del Mediterraneo, dove fattori come il cambiamento climatico, il degrado del territorio e le pratiche agricole non sostenibili rappresentano minacce significative per la salute del suolo.

Concentrandosi sul Parco Nazionale del Cilento, dove si è svolta la prima sessione del progetto, l’iniziativa mira a sensibilizzare e comprendere il ruolo cruciale che il suolo svolge nel sostenere gli ecosistemi, la produzione alimentare e la gestione delle risorse idriche. “Durante il Global Summit – dice ancora Roversi – abbiamo coinvolto i nostri partner internazionali e ci ritroveremo a fine percorso, la prossima primavera, a firmare un impegno, un Patto territoriale di gestione del suolo“.

Capofila dell’iniziativa è il Comune di Pollica, promotore della Dieta Mediterranea come modello di sviluppo ecologico integrale, e, a supporto di questa missione, un consorzio di partner locali e internazionali. Coinvolti gli attori che guidano il cambiamento nel territorio cilentano, come l’azienda agricola La Petrosa, Cooperativa Nuovo Cilento, Rareche e Bio-Distretto Cilento, e, ancora, Strobilo S.r.l., pionieri di neuroscienze applicate nello studio delle relazioni tra ambiente e benessere umano, e Soil Sommelier zzp, “una startup olandese creata per dissotterrare l’aroma e connettere la salute umana con quella del suolo attraverso esperienze sensoriali”, afferma Yasmine Cathell, Founder e Ceo.

Combinando neuroscienze applicate con pratiche agroecologiche, Medi-Terra mira a esplorare la relazione tra suolo, odore, risposte cognitive e salute ambientale. Una componente chiave del progetto prevede il coinvolgimento di un gruppo eterogeneo di cittadini del territorio, tra cui agricoltori, cittadini, industria, decisori politici e mondo accademico (oltre ai giovani, agricoltori e accademici di nuova generazione) in un esperimento inedito. Il punto di partenza di Medi-Terra è riflettere su una domanda centrale: siamo ancora in grado di distinguere un suolo sano da uno degradato?

I partecipanti, infatti, valutano la salute del suolo attraverso la percezione olfattiva e le loro risposte neurologiche vengono registrate. Seguono analisi di laboratorio complete per convalidare i risultati iniziali. In un periodo di nove mesi, riceveranno un’educazione alla gestione del suolo facilitata da esperienze in azienda e completata dal Soil Steward Programme del progetto HuMUS. Grazie a workshop pratici facilitati e guidati da esperti come Edmondo Soffritti, Yasmine Cathell e Alessio Corti, i partecipanti sono invitati ad approfondire tecniche di agricoltura rigenerativa, pratiche di gestione sostenibile del suolo e riconnettersi alla natura e alla fonte del cibo. Alla conclusione del progetto, sarà siglato un Patto territoriale di gestione del suolo: l’obiettivo finale è coltivare una nuova generazione di “sommelier del suolo”, capaci di riconoscere un suolo in salute e di riattivare i processi di rigenerazione del suolo attraverso piccole azioni quotidiane, dalla cura dell’orto al consumo di prodotti coltivati in modo rigenerativo.

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