Rientro “blindato” nella scuola del raid punitivo alla prof

A Castellammare di Stabia non si placano le tensioni dopo l'aggressione di un gruppo di genitori ad una docente: la donna sarebbe finita in una "gogna social" orchestrata da due studenti. Ecco cosa è successo

Pubblicato:18-11-2024 11:24
Ultimo aggiornamento:18-11-2024 12:27

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NAPOLI- Tre pattuglie di carabinieri fuori dai cancelli, striscioni solidali per le mamme, capannelli di giornalisti e genitori all’ingresso, tra il via vai di ragazzini con lo zainetto: così è iniziato il lunedì mattina per gli alunni della scuola media Salviati di Scanzano, frazione di Castellammare di Stabia, nel napoletano. Il presidio delle forze dell’ordine si avrà da oggi “fino a quando non saranno finite le condizioni di rischio” per i docenti.
A richiedere la presenza dei militari è stata la  preside dell’istituto, Donatella Ambrosio, a seguito del “raid punitivo” contro una docente di sostegno da parte di trenta genitori e parenti di studenti, avvenuto giovedì scorso ed emerso sui social e sulla stampa solo ieri. E  solo nella giornata di ieri, domenica mattina, la dirigente ha presieduto un’assemblea con il personale e il corpo docente per dare rassicurazioni sulla loro incolumità.   

L’AGGRESSIONE

Una insegnante di sostegno 37enne lo scorso giovedì è finita nel mirino di una “spedizione punitiva” di circa 30 persone- genitori, nonni, parenti vari degli alunni- che hanno fatto irruzione nella scuola di Scanzano con brutte intenzioni: la docente, temendo il peggio, aveva chiamato in aiuto i suoi genitori e purtroppo la situazione è degenerata in una rissa a calci e pugni. Alla fine il padre della docente ha riportato la frattura del polso e la donna un trauma cranico e solo l’intervento dei Carabinieri ha consentito loro di evitare il linciaggio e uscire dalla scuola, scortati. Gli stessi uomini dell’ordine hanno poi requisito pc e telefoni delle persone coinvolte ed è stato aperto un fascicolo – al momento contro ignoti- per lesioni aggravate.

DA UN POST VIRALE LA RABBIA DEI GENITORI

A scatenare l’ira dei familiari degli alunni, sono stati dei post e messaggi diventati virali dal titolo “L’urlo di una madre”, rintracciabili tuttora sui social, condivisi da numerose mamme di Scanzano, in cui si fa riferimento a presunti e generici “abusi” di una docente- non menzionata- verso i loro figli e si invitano altre mamme a unirsi in solidarietà alla loro protesta. Per la scuola si tratta di accuse senza fondamento, di veri e propri “fake” e si ipotizza persino che ad orchestrare il tutto siano stati alcuni alunni. 

LA PISTA DELLA VENDETTA DEGLI STUDENTI 

Secondo quanto sta emergendo anche sui media, a monte del raid dei genitori ci sarebbe invece un’azione diffamatoria avviata dagli studenti che lunedì scorso la stessa insegnante aveva sorpreso a fumare in bagno. Si tratterebbe di due ragazzi che sono stati segnalati e sospesi. E proprio all’indomani della sospensione sarebbero iniziate a girare voci sulla prof che si è vista ricevere minacce di morte via mail e sul cellulare. Da lì a poco si è diffuso sui social anche il post accusatorio  intitolato “l’urlo di una madre” che ha scosso i genitori e li ha portati a irrompere a scuola per richiedere l’allontanamento immediato della docente, iniziativa finita poi in una vera e propria azione punitiva. La docente, in conclusione, sarebbe finita in una gogna mediatica e poi vittima di un’aggressione per via della segnalazione fatta nei giorni scorsi che ha portato alla sospensione dei due studenti.     

L’ISPEZIONE RICHIESTA DAL MINISTERO

Dopo il blitz a scuola, con il passare dei giorni la tensione non è venuta meno, così come la preoccupazione del corpo docente: di lì la richiesta di un presidio delle forze dell’ordine all’ingresso dell’istituto, mentre la professoressa di sostegno resta assente per malattia,  a seguito del trauma cranico. Sull’episodio di violenza che ha visto vittima l’insegnante, il ministro Valditara ha intanto disposto una ispezione.

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