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Tutelare i civili nei conflitti, a Dublino 80 paesi si impegnano (e l’Italia c’è)

Sempre più guerre coinvolgono le città, la Dichiarazione punta a evitare conseguenze umanitarie derivanti dall’uso delle armi esplosive

Pubblicato:18-11-2022 19:22
Ultimo aggiornamento:18-11-2022 19:22

dichiarazione di dublino sulla tutela dei civili contro le armi esplosive
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ROMA – L’Italia è tra gli oltre 80 i paesi che oggi hanno aderito alla Dichiarazione politica internazionale “per rafforzare la protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso delle armi esplosive nelle aree popolate”, durante la Conferenza intergovernativa sulle armi esplosive organizzata dall’Irlanda. Lo riportano in una nota congiunta l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (Anvcg), la Campagna Italiana contro le Mine e Rete Italiana Pace e Disarmo, che hanno rilanciato in Italia l’iniziativa internazionale sulle armi esplosive con lo slogan “Stop alle bombe sui civili”. Nel testo, si esprime soddisfazione per la firma del nostro paese.

TRIPODI: PRIORITARIO RISPETTARE IL DIRITTO INTERNAZIONALE

Maria Tripodi, sottosegretaria per gli Affari Esteri e la cooperazione internazionale, ha dichiarato: “Il Governo italiano attribuisce grande valore a questo processo, che si inserisce nel solco dell’impegno del nostro Paese a sostegno dei diritti dell’uomo e della protezione dei civili nei conflitti, così come di una più compiuta attuazione del diritto internazionale umanitario”.

ESTESO IL CONCETTO DI PROTEZIONE

La Dichiarazione include nel suo ambito di applicazione una nozione estesa del concetto di protezione dei civili, non limitata alla mera ricognizione degli effetti diretti e immediati derivanti dall’uso di armi esplosive, bensì tale da considerare i danni che nel medio-lungo termine compromettono tanto il diritto dei singoli ad un’esistenza libera e dignitosa, quanto beni di natura collettiva, come la salute, l’educazione, uno sviluppo equo e sostenibile”.


Rilanciando l’invito della coalizione internazionale Inew sulle armi esplosive a impegnarsi per l’universalizzazione e implementazione della Dichiarazione, le organizzazioni del coordinamento italiano “auspicano che l’Italia si impegni in questa direzione con coraggio e determinazione al fine di rendere il documento realmente efficace nell’alleviare le sofferenze dei civili causate dalle armi esplosive nelle aree popolate”.

ROCCA (CROCE ROSSA): BENE, SEMPRE PIÙ GUERRE IN CITTÀ

“Questa Dichiarazione è una pietra miliare e rappresenta un passo significativo verso una migliore protezione dei civili nelle aree urbane e il rispetto del diritto internazionale umanitario”. Lo ha detto Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, al termine della conferenza.

La Cri ricorda che la crescente urbanizzazione dei conflitti armati solleva importanti preoccupazioni. Il Rapporto del 2019 del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati ha stimato che, nel 2018, oltre 20mila civili sono stati uccisi o feriti da armi esplosive.

L’uso di armi esplosive in aree popolate causa anche danni alle infrastrutture critiche, provocando effetti a lungo termine per la popolazione civile.

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