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VIDEO | A Bologna professori e bidelli cantano ‘Bella ciao’ per cacciare la preside

"O partigiano, portami via" diventa "Provveditore, portala via": a Bologna l'originale protesta del personale dell'Istituto Aldrovandi-Rubbiani che non approvano la gestione della dirigente

Pubblicato:18-11-2022 17:21
Ultimo aggiornamento:21-11-2022 10:47

bologna_protest studenti Aldrovandi
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(di Maurizio Papa e Mattia Cecchini)

BOLOGNA – C’è spazio anche per una versione ritoccata di “Bella ciao” nello sciopero che stamattina, a Bologna, ha coinvolto il personale dell’istituto Aldrovandi-Rubbiani che protesta contro la gestione della scuola da parte della dirigente Teresa Pintori.

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Nel corso del presidio che si è svolto davanti all’Ufficio scolastico di via de’ Castagnoli, infatti, i manifestanti hanno intonato il canto dedicato alla Resistenza partigiana modificandone i versi: “Una mattina mi son svegliata e ho trovato la Pintori” e poi “provveditore, mandala via, che mi sento di morir“.

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Dai rappresentanti dell’Ufficio scolastico, nel corso della mattinata “saremo ricevuti, era stato già accordato un incontro- spiega Luca Castrignanò, Rsu Cobas dell’istituto- per portare le nostre ragioni negli uffici amministrativi periferici del ministero dell’Istruzione, che secondo noi in questo momento devono prendere in mano e assumersi la gravità di questa situazione”. La mobilitazione, dopo un’assemblea a cui hanno partecipato sia docenti che Ata, è stata proclamata da Flc-Cgil, Cisl scuola, Gilda, Cobas scuola e Rsu di istituto.

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GLI STUDENTI CHIEDONO “CONDIVISIONE NON IMPOSIZIONE”

Prima dell’esibizione canora sotto al Provveditorato, un’altra protesta contro la preside Teresa Pintori era andata in scena davanti all’istituto stesso, e in quel caso avevano partecipato anche gli studenti. Gli alunni si erano ritrovati di primo mattino davanti al portone di ingresso della scuola in via Marconi, tappezzando le pareti dell’edificio con manifesti sulle ragioni della protesta. In sintesi, una gestione troppo “autocratica” della dirigente Pintori.

“E’ la prima volta che si vede uno sciopero del genere”, racconta una prof. “La scuola è praticamente chiusa: saranno entrate sei-sette classi, ma con docenti in prova o precari… Dopo le 10 si svuoterà”, dice Luca Castrignanò, della Rsu. Fuori invece “c’è gente che è al primo sciopero della sua vita dopo anni di servizio a riprova- aggiunge- che è venuto meno il presupposto della serena convivenza all’interno dell’Istituto. Si sono aggiunti perfino ex docenti ora in pensione”.

Gli studenti si sono poi diretti verso la manifestazione nell’ambito della giornata di mobilitazione nazionale contro le politiche scolastiche del governo Meloni. Ma il presidio davanti alle Aldrovandi-Rubbiani non ha smobilitato: sono iniziati vari interventi al megafono per raccontare i problemi nella scuola e della scuola in generale. “Libertà di insegnamento”, recitava uno striscione; “Chiediamo trasparenza, no apparenza” e “No a presidi padroni” e soprattutto: “Condivisione non imposizione” sono gli slogan che riecheggiano su manifesti e striscioni fuori dalla scuola. I manifestanti ‘vestono’ piccoli cartelli con l’immagine di un coccodrillo e la scritta “Vogliamo parlare di moda, non di colpi di coda” (moda è uno dei corsi dell’Istituto). Ma tutto questo perchè? “E’ uno sciopero contro le decisioni calate dall’alto per docenti e Ata, lo strapotere dei presidi, l’imposizione di servizio su più plessi”.

Lo sciopero alle Aldrovandi-Rubbiani serve anche per chiedere “il rispetto degli organi collegiali, la chiarezza e trasparenza nelle comunicazioni, la contrattazione sull’uso delle risorse, un ambiente di lavoro sereno e cooperativo”. Tutto messo anche nero su bianco nei volantini distribuiti ai passanti. Poi il presidio si è tramutato in corteo diretto all’Ufficio scolastico regionale a cui ‘bussare’ per sollecitare un intervento “che permetta di dare una prospettiva di superamento a questi problemi”, dice Castrignanò.
Lo sciopero di oggi era stato indetto da Cisl scuola, Flc Cgil, Cobas scuola, Gilda e Rsu. “E siamo soddisfatti dell’adesione. Peraltro, da decenni non si vedeva lo sciopero e un corteo di una singola scuola di Bologna”, dice Castrignanò, parlando alla ‘Dire’, a rimarcare la particolarità della vertenza. Peraltro, dall’indizione dello sciopero, ormai varie settimane fa, “la posizione della dirigente non è cambiata. C’è stato un incontro per parlare di questioni che attengono alla qualità del lavoro nell’Istituto e che si trascinano da giugno, ma abbiamo registrato aperture solo sull’orario e non sul 90% delle questioni sollevate dal personale”. Quindi, conclude il delegato, le iniziative di mobilitazione proseguiranno “per far capire anche fuori dalla scuola cosa sta accadendo in questa scuola”.

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