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Lazio, Zingaretti: “Scado nel 2023, nessuna intenzione di ricandidarmi”

Il presidente della Regione: "In questi 8 anni abbiamo affrontato una condizione drammatica, figlia della cattiva politica. Ma abbiamo risalito la china"

Pubblicato:18-11-2021 14:34
Ultimo aggiornamento:18-11-2021 14:34

nicola zingaretti
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ROMA – “Ora siamo una comunità che non produce più debiti. Io scadrò nel 2023, non mi posso ricandidare e non ci penso proprio. Ma la cosa più importante di tutto quello che ci stiamo dicendo è che grazie al lavoro fatto in questi anni in Regione, la mole immensa di investimenti che stiamo mettendo in campo non graverà per un centesimo sui nostri figli e sui nostri nipoti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervenendo all’Assemblea annuale di Coonfcoperative Lazio ‘Costruttori di bene comune. Per una Regione sostenibile’, andata in scena stamattina al Palazzo della Cooperazione di via Torino, a Roma.

“Voglio dire grazie a Confcooperative- ha aggiunto Zingaretti- per questi 8 anni in cui sono stato presidente della Regione e insieme abbiamo affrontato una condizione drammatica, figlia della cattiva politica e di un cattivo modo di essere. Insieme abbiamo risalito la china: 7 anni fa la Regione sostanzialmente non esisteva, era commissariata e ogni 1 gennaio doveva trovare 850 milioni per il disavanzo sanitario, aveva azzerato possibilità di fare politiche sociali, pagava imprese e cooperative in media a 1.027 giorni dalla fattura e a gennaio 2019 aveva censito 12 miliardi di euro non pagati e fuori bilancio. Per questo dico grazie anche a Confcooperative, perché noi siamo partiti da qui e insieme abbiamo dimostrato che con la buona politica, le buone economie e le buone relazioni che la Regione con il secondo prodotto interno lordo italiano non era destinata a rimanere una carogna delle politiche sanitarie“.

Ora, ha sottolineato Zingaretti, “arriviamo nella fase post-Covid in maniera totalmente diversa e carica di responsabilità, con una Regione figlia di un progetto in cui i passi avanti si fanno tutti insieme come sintesi del coinvolgimento di tutti i soggetti. In un mondo sempre più unito, e lo sarà ancora di più dopo il Covid e con l’economia digitale, il lavoro cooperativo è l’unico che per definizione non si delocalizza in nessun altro luogo del pianeta. Noi non vogliamo e non dobbiamo rimanere dentro gli angusti concetti del Pil, abbiamo bisogno di sostenibilità e green economy per generare ricchezza e innovazione e per generare lavoro qui”.


Per il governatore “in una fase di riscatto e rinascita è proprio il lavoro cooperativo quello che serve, non solo per l’aumento del Pil ma anche per il benessere collettivo della comunità. Garantiremo il nostro sostegno a quelle imprese che cambino nel profondo il proprio modo di lavorare all’insegna della sostenibilità”.

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