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Nel carcere di Taranto trentadue detenuti positivi

Uilpa: "Nel penitenziario della città dei due mari 680 detenuti presenti a fronte di 500 posti"

Pubblicato:18-11-2021 10:53
Ultimo aggiornamento:18-11-2021 10:53
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prigione
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ROMA – “Nuovo cluster di covid-19 presso la Casa Circondariale di Taranto. Sono ben trentadue i detenuti, tutti appartenenti alla stessa sezione detentiva, risultati positivi al Coronavirus nella giornata di ieri. Ma il dato sembra destinato ad aumentare con gli screening successivi e che interesseranno anche il personale. Fra quest’ultimo, infatti, fino a lunedì scorso, vi era un solo appartenente alla Polizia penitenziaria affetto da Covid”. Lo riferisce Gennarino De Fazio, segretario nazionale della UILPA Polizia Penitenziaria, che poi prosegue: “Da quanto trapela, molti dei detenuti cui è stata riscontrata la positività al Covid, per lo più asintomatici o paucisintomatici, avrebbero completato il ciclo vaccinale, ma come sta del resto avvenendo in tutto il Paese, specie quando è passato del tempo dalla vaccinazione, ciò non impedisce il contagio. Soprattutto, non aiuta la prevenzione il persistente sovraffollamento carcerario, che nel penitenziario della città dei due mari è particolarmente pesante con 680 detenuti presenti a fronte di 500 posti. Fra i ristretti, peraltro, più di 100 non sarebbero vaccinati”.

“A tal proposito- segnala ancora il segretario della UILPA Polizia Penitenziaria- sarebbe assolutamente opportuno che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, anziché diffondere il numero delle dosi di siero anti-covid somministrate ai detenuti dall’inizio della campagna vaccinale (ricomprendendo dunque anche quelle iniettate a detenuti poi scarcerati e, di contro, non conteggiando coloro che hanno fatto ingresso in carcere dopo essersi vaccinati), indicasse il numero dei ristretti immunizzati ed effettivamente presenti in carcere. Se si pensa che ogni mese, in periodo pandemico, escono dal carcere circa 2.500 detenuti e ne entrano in maggior numero, tener conto delle dosi somministrate in quasi un anno, senza peraltro sapere se si tratta di vaccini doppia o mono dose, è assai poco significativo”. “Soprattutto- conclude- sarebbero necessarie e consone per un paese civile concrete misure deflattive della densità detentiva la quale, come riconosciuto anche dalla ministra Cartabia, senza che però a questo siano conseguite particolari iniziative tangibili, sta tornando a crescere in maniera molto preoccupante”.


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