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Violenza donne, Valente (Pd): “Al Cav spetta orientare la cultura corretta”

"Entro il 25 novembre al Senato ddl su statistiche e dati"

Pubblicato:18-11-2020 13:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:35

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ROMA – “Stiamo provando a portare nei prossimi giorni, speriamo in occasione proprio del 25 novembre, un disegno di legge in Senato sulle statistiche e i dati sulla violenza di genere. Per leggere correttamente la violenza dobbiamo anche avere dati corretti e giusti che indaghino, per esempio, la relazione tra autore e vittima della violenza, anche rispetto ad altri tipi di reati, perché altrimenti ci saranno reati che si consumano e noi non ascriviamo alla violenza contro le donne o viceversa. Per combattere correttamente un fenomeno devi leggerlo e conoscerlo, per questo il mio grazie a Lella non é formale”. Cosi’ la senatrice Pd e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Valeria Valente, nel corso del suo intervento al Senato alla presentazione del libro di Lella Palladino ‘Non è un destino. La violenza maschile contro le donne, oltre gli stereotipi’, di cui Valente ha scritto la prefazione.

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Una legge ritenuta da Valente fondamentale per una lettura corretta della violenza, per monitorare il fenomeno “in collaborazione con l’Istat” e “con cadenze periodiche”, intervenendo soprattutto “sulle modalità, cioé su che cosa noi andiamo a cercare. Cerchiamo innanzitutto di capire la relazione autore-vittima, quindi chiediamo agli operatori delle forze di Polizia”, spiega la senatrice.


Bisogna cambiare “un modo di approcciare, anche nel modo di fare le domande. Faccio un esempio, se la domanda è: ‘Come eri vestita?’ La stai leggendo in un modo. Se la domanda è: ‘Che tipo di relazioni hai avuto con quest’uomo?’ Allora stai cercando un’altra cosa”.

Cruciale anche il ruolo delle “agenzie educative, formative, in primis le università, dove passano i nostri insegnanti, i giornalisti, molti politici, tanti operatori, giudici, avvocati. Stiamo lavorando col sistema di valutazione delle università per capire in che modo gli atenei possono valorizzare non le sperimentazioni, ma dei veri corsi integrati ai tradizionali corsi di studio, ore dedicate, come per la scuola”.

In questo, i centri antiviolenza sono, per Valente, particolarmente “preziosi, non solo perché accolgono le donne, ma perché riescono a leggere in maniera corretta la violenza. Ai cav spetta un ruolo oggi non solo di protezione e di accoglienza, ma anche di prevenzione. I cav- conclude la presidente della Commissione femminicidio- come soggetto per costruire e orientare una cultura corretta sulla violenza contro le donne”.

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