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Il M5S bolle, il Governo scricchiola ma andrà comunque avanti

L'editoriale di Nicola Perrone

Pubblicato:18-11-2019 16:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:37

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ROMA – Ci mancava anche l’appartamento a suo tempo destinato all’ex ministra della Difesa indicata dal M5S, Elisabetta Trenta. L’alloggio alla fine del mandato andava restituito. Invece, alla fine il contratto è transitato al marito, ufficiale dell’esercito. Tutto regolare? L’ex ministra giura di sì, ma la Procura militare oggi ha aperto una indagine e vuol vederci chiaro. Una vicenda che ha suscitato una marea di mal di pancia, soprattutto dentro al Movimento già sotto botta. Al centro, la debolezza del Capo politico, Luigi Di Maio, che a livello parlamentare viene contestato da più parti. Ormai manca una linea politica chiara e l’autorevolezza, spiegano alcuni deputati. Non si riesce da mesi ad eleggere il nuovo capogruppo, sottolineano: «Di Maio spinge sul suo ma non passa. All’ultima riunione è venuto a minacciare… “Chi non ci sta può andarsene”, ha detto. Ma ormai a queste cose nessuno dà più peso». Che cosa pensate di fare? «A questo punto- sottolinea un parlamentare M5S- abbiamo deciso di spingere l’alleanza di Governo dal fronte parlamentare. Su determinati provvedimenti ci stiamo organizzando per riunire, di volta in volta, i responsabili delle altre forze e, insieme, presentarlo o avanzare modifiche concordate. Così facendo aiuteremo il Governo ad andare avanti».

Andare avanti, senza il rischio di elezioni anticipate. Perché nei corridoi dei palazzi della politica il rischio di andare presto alle urne si avverte nell’aria, si sentono scricchiolii: «Normale fibrillazione dovuta alla legge di bilancio, ognuno punta ad ottenere qualcosa. Vedrete che alla fine saranno scricchiolii di assestamento, qui in Parlamento nessuno ha voglia di tornare a casa», giura un esponente del Pd. Certo tra i Dem la paura di venir travolti e risucchiati dal crollo del M5S è forte. Ma è altrettanto forte la spinta a non consegnare il Paese al leader della Lega, Matteo Salvini. Per il momento gli occhi sono puntati alle regionali dell’Emilia-Romagna del 26 gennaio: lì il leader del Carroccio cercherà la vittoria per affondare il Governo, mentre Zingaretti lavora e spera che la riconferma del presidente Bonaccini si trasformi in linfa vitale per il nuovo corso Dem.

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