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‘Criminalità archeologica crotonese’, due arresti per scavi illeciti. Franceschini: “Recuperati migliaia di beni”

L'accusa è per danneggiamento, ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato

Pubblicato:18-11-2019 12:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:37
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REGGIO CALABRIA – “Grazie a sofisticate tecniche investigative e alla collaborazione di Europol e delle forze di polizia estere competenti, in Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Serbia, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha condotto a termine con successo una vasta operazione di contrasto al traffico illecito di reperti archeologici dalla Calabria al Nord Italia e verso l’estero recuperando migliaia di beni e sequestrando materiali utilizzati per gli scavi clandestini. Un’operazione che dimostra ancora una volta l’eccellenza del Comando dei Carabinieri che opera dal 1969 a difesa del patrimonio culturale italiano. A loro, alla Procura di Crotone che ha diretto le indagini e a tutti i soggetti che vi hanno partecipato va il plauso del governo italiano”. Così il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, commenta l’esito dell’operazione dei Carabinieri.

‘CRIMINALITÀ ARCHEOLOGICA CROTONESE’: 2 ARRESTI E 23 MISURE CAUTELARI

Sono in tutto 23 le misure cautelari notificate oggi dalla Procura di Crotone ed eseguite dal Comando dei Carabinieri di Cosenza per la tutela del patrocinio culturale tra la Calabria, Lombardia, Umbria e Campania. Due soggetti, ritenuti i più attivi, sono stati tradotti in carcere.

L’accusa è danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, ricettazione ed esportazione illecita e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.


Sono state eseguite perquisizioni in diverse località italiane: Crotone, Bari, Benenvento, Bolzano, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Ferrara, Frosinone, Latina, Matera, Milano, Perugia, Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Roma, Siena, Terni e Viterbo. Inoltre grazie alla collaborazione delle Forze dell’ordine estere sono state eseguite perquisizioni in: Francia, Germania, Inghilterra e Serbia.

I magistrati di Crotone hanno messo in luce una vera e propria ‘Criminalita’ archeologica crotonese’ molto radicata sul territorio, atta a saccheggiare il patrimonio storico calabrese, commercializzando in Italia e all’estero molti reperti. Il territorio di riferimento degli scavi illeciti era prevalentemente quello di Isola Capo Rizzuto nel crotonese.

Le indagini sono state avviate nel 2017 con una serie di accertamenti in alcuni scavi clandestini in varie aree archeologiche. Al vertice dell’organizzazione gli inquirenti hanno individuato Giorgio Salvatore Pucci, 59 anni di Cirò Marina, e Alessandro Giovinazzi, 30 anni di Scandale, ritenuti esperti conoscitori dei luoghi in cui reperire il materiale archeologico.

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