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“Ora non ci sono le condizioni per riaprire ‘La Pecora elettrica’”

Oggi l'incontro di comitati e associazioni di Centocelle (insieme ai proprietari delle tre attività distrutte nell'ultimo mese da altrettanti roghi) hanno avuto con la Regione Lazio

Pubblicato:18-11-2019 12:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:37

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ROMA – “Siamo molto soddisfatti di questo incontro per un intervento più strutturato sul territorio, coinvolgendo le realtà già attive. Ci sembra un buon percorso avviato, vediamo dove porta. Mi sono apparsi molto realistici, determinati e sinceri su quello che si può fare o che non si può fare. Mi sembra un buon inizio di un percorso che a Roma non c’è mai stato”. Danilo Ruggeri, proprietario della libreria La Pecora Elettrica, distrutta due settimane fa da un incendio doloso, ha commentato così l’incontro che comitati e associazioni di Centocelle (insieme ai proprietari delle tre attività distrutte nell’ultimo mese da altrettanti roghi) hanno avuto con la Regione Lazio.

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“La Pecora elettrica” in realtà di incendi ne ha subiti due, il primo risale allo scorso aprile, e Ruggeri ha ribadito la volontà di non riaprire nonostante le novità emerse anche nell’incontro nella sede di via Colombo, come l’istituzione di un fondo di un milione (dedicato alle attività oggetto di questi atti violenti) e l’intenzione della Regione di essere più presente sul territorio aiutando l’apertura di spazi socio culturali.


Chiudiamo questo capitolo e poi vediamo, si tratta di una cosa talmente grande che abbiamo bisogno di tempo per valutare la strada da prendere- ha spiegato Ruggeri- Adesso non ci sono le condizioni per riaprire poi vediamo cosa succede. Ci sono tante energie sul territorio che si stanno muovendo, ma al momento la Pecora Elettrica per come esisteva non esiste più e non c’è l’intenzione di riaprire. In questo casi è importante avere un momento di riflessione, le emozioni sono tante: certe volte penso di riaprire e fare la guerra a tutti ma dopo ti abbatti”.

Con la Regione Lazio “si apre la questione dei fondi per chiudere quello che si deve chiudere, a prescindere dalle scelte future, perché abbiamo subito dei danni economici. Stanno capendo con noi a quanto ammonta questa stima e quali sono gli strumenti che loro possono mettere in atto per non andare a perdere tutto quello che abbiamo investito finora. Poi si aprirà il capitolo di intervenire su un territorio che già e’ ricco di protagonismo sociale e capire come farlo coinvolgendo queste realtà- ha concluso- Questa non è una cosa scontata e ne do atto alla Regione“.

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