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di Carlotta Di Santo e Walter Gatti
NAPOLI – “Le carenze/indisponibilità di farmaci hanno un impatto significativo nell’assicurare la continuità terapeutica ai pazienti in trattamento, soprattutto per quei farmaci che non possono beneficiare di analoghi prodotti con medesima azione o medesima indicazione. Per i farmaci biologici/biosimilari, poi, una eventuale carenza ha impatto su problemi di gare e di shift terapeutico”: l’ha dichiarato Filippo Urso, componente del Consiglio Direttivo SIFO e coordinatore del progetto Drughost, attività collaborativa condotta da anni da SIFO i stretta collaborazione con AIFA. Non poteva mancare questo approfondimento all’interno del 45° Congresso nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO grazie ad una sessione dedicata alla mancanza di farmaci, plasmaderivati e dispositivi medici moderata da Adriano Cristinziano (presidente comitato organizzatore del Congresso), con Urso e Silvia Adami (Regione Veneto): SIFO ha da sempre considerato prioritario il tema di carenze ed indisponibilità, e proprio il progetto Drughost, è strumento predittivo delle carenze e mira a scovare tutte le indisponibilità ospedaliere e dei servizi farmaceutici territoriali.
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Prosegue Urso: “Le carenze vengono, come hanno dimostrato i dati del nostro progetto, nella stragrande maggioranza dei casi, precedute da una indisponibilità (intesa anche come fornitura parziale, indice di contingentamento) dello stesso farmaco. Le vere emergenze tra le carenze, però, si contano sulle punte delle dita di una mano in un anno. Da una survey SIFO è emerso che, nel 55% dei casi analizzati, a causa della carenza del medicinale prescritto, i pazienti hanno seguito un percorso terapeutico differente, che quindi esiste, e nella maggior parte dei casi viene applicato”.
Alla base del progetto, come già sottolineato, c’è la strettissima collaborazione tra SIFO ed AIFA – come dimostrato anche oggi con la partecipazione di Domenico Di Giorgio, Direttore Ufficio Qualità dei prodotti e Contrasto al Crimine Farmaceutico, alla sessione – che prosegue fluida. Senza dimenticare che, inoltre, SIFO ed AIFA hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa su 5 grandi temi, di cui uno è proprio quello delle carenze e delle indisponibilità dei farmaci. Conclude Filippo Urso: “Il percorso comune SIFO-AIFA è solo all’inizio, e, per quanto riguarda l’irreperibilità dei farmaci, si arriverà a fornire una stima sempre più puntuale e rappresentativa di questa importante criticità per il percorso terapeutico del paziente”.
Nella sessione si è parlato anche di plasmaderivati: perchè questa sottolineatura? “La carenza di plasmaderivati, specialità farmaceutiche prodotte attraverso processi di lavorazione industriale del plasma che esercitano un ruolo chiave, e talora non sostituibile, nel trattamento di molte condizioni cliniche acute e croniche, può impattare sulla salute pubblica”, ha dichiarato Silvia Adami, coordinatrice della sessione. A tale riguardo, AIFA e il Centro Nazionale Sangue – con il coinvolgimento del Ministero della Salute, delle Strutture Regionali di Coordinamento per le attività trasfusionali, della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, delle Associazioni dei donatori, delle Associazioni e Organizzazioni dei Pazienti, delle Aziende produttrici di medicinali plasmaderivati e di Farmindustria – hanno predisposto “una serie di attività volte a monitorare e gestire il fenomeno della carenza e a massimizzare l’appropriatezza di utilizzo clinicoterapeutico delle immunoglobuline”.
Infine, puntualizza Adami, “AIFA ha ritenuto opportuno fornire linee generali di indirizzo per richiamare all’uso appropriato delle IG nelle diverse indicazioni, raccomandando che la prescrizione avvenga esclusivamente nel rispetto delle indicazioni autorizzate da scheda tecnica e di quelle ammesse alla rimborsabilità ai sensi della Legge 648/96, che venga garantito l’utilizzo prioritario nelle indicazioni per le quali non sono disponibili alternative terapeutiche e che vengano ottimizzati i dosaggi di uso delle immunoglobuline”. Ma rimanendo sempre nell’ambito delle criticità terapeutiche, nella sessione SIFO si sono è posto anche l’interrogativo su come sia possibile affrontare in modo tempestivo la carenza di Medical devices.
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La risposta di Silvia Adami su questo piano è che “la carenza di dispositivi medici rappresenta certamente un’importante criticità per il SSN, poiché mette a rischio la continuità terapeutica del paziente. Da una survey della European Association of Hospital Pharmacist del 2023 è emerso che il 61% dei farmacisti ospedalieri ha segnalato la carenza di dispositivi medici come un problema rilevante nel proprio ospedale, identificando come fattori trainanti di questa criticità i problemi della catena di approvvigionamento e la mancanza dei componenti dei dispositivi. Inoltre, dalla stessa survey: il 71% dei farmacisti ha constatato che i produttori raramente comunicano la carenza di dispositivi. Affrontare in maniera tempestiva la carenza di dispositivi medici – ha sottolineato concludendo Adami – è complesso e richiede un’attenta programmazione degli acquisti in modo da mitigare l’impatto della carenza”.
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