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Caroli (Sisac): “I medici scelgono altro perché il Sistema sanitario nazionale è poco attrattivo”

Il coordinatore della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati al 54° Congresso nazionale Sumai Assoprof: "La maggiore remunerazione non dipende da noi ma dal ministero dell'Economia"

Pubblicato:18-10-2022 19:01
Ultimo aggiornamento:12-10-2023 13:12

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ROMA – “Mi voglio soffermare sulla carenza di medici e la poca attrattività della professione, ovvero i soldi. Non è vero che in assoluto manchino i medici. I medici, soprattutto quelli giovani, scelgono altro, perché il Servizio sanitario nazionale non ci permette di essere attrattivi rispetto all’offerta, che oltretutto si è decuplicata durante la pandemia, e ha canalizzato tanti medici verso altri settori”. Lo ha detto il coordinatore della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (Sisac), Marco Luca Caroli, durante i lavori della Tavola Rotonda ‘Decreto 77: il ruolo della specialistica ambulatoriale convenzionata interna’, organizzata a Roma in occasione del 54° Congresso nazionale del Sumai Assoprof, dal titolo ‘Pnrr, Missione 6, specialista dove sei?’.

“Una maggiore remunerazione non dipende da noi – ha precisato rivolgendosi alla platea – non siamo noi Sisac a decidere quale sarà la vostra retribuzione oraria, che dipende invece dalla politica, dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Mi auguro innanzitutto che venga approvato al più presto l’atto di indirizzo, quantomeno per dare un piccolo sollievo, perché dei soldi abbiamo già su questa nuova contrattazione. E spero che si dia avvio a quello che potrebbe essere un sistema di avvicinamento della Legge 502, così come riformata dalla Balduzzi, a quello che sarà l’applicazione del DM 77″.

“Abbiamo alcuni problemi nell’applicazione del DM 77 – ha tenuto a sottolineare Caroli – se non viene messa mano alla riforma legislativa che ci riguarda. Mi auguro che ci sia una riforma sulla programmazione: se dobbiamo programmare il territorio, dobbiamo sapere di cosa ha bisogno. Ma non a livello nazionale, quanto piuttosto andando a vedere le particolarità, anche considerando che la diffusione delle patologie è uniforme sul territorio”.


“Quindi – ha proseguito il coordinatore Sisac – soprattutto per quanto riguarda la vostra categoria, sapere quanti e quali specialisti servono nelle varie case di comunità è, secondo me, un compito che dovrebbe svolgere principalmente la Regione, chiamata ad avere dati e capire il proprio territorio e le sue necessità”. “L’augurio – ha concluso Caroli – è di ripartire subito con una contrattazione e porre rimedio a tante di quelle criticità che oggi sono state evidenziate”.

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