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Tg Ambiente, edizione del 18 ottobre 2022

Si parla di animali in estinzione, eco-cooperazione e smog

Pubblicato:18-10-2022 16:09
Ultimo aggiornamento:18-10-2022 16:09

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LIVING PLANET REPORT WWF, IN 50 ANNI SPARITO 70% SPECIE

In 50 anni abbiamo fatto fuori il 70% delle specie selvatiche. È un calo medio devastante quello subìto dalle popolazioni di mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci dal 1970 in tutto il mondo. Le popolazioni di fauna monitorate dal Living Planet Report 2022, il rapporto biennale sulla salute del pianeta, sono calate in media del 69%. Il rapporto, pubblicato ogni 2 anni dal WWF dal 1998, segnala che tra le specie di acqua dolce si registra il maggior declino a livello globale, con una diminuzione dell’83%. Bilancio drammatico per fauna selvatica in America Latina e Caraibi, diminuita in media del 94% dal 1970. Le principali cause del declino delle popolazioni di fauna selvatica sono i cambiamenti nell’uso del suolo e del mare, lo sfruttamento eccessivo di piante e animali, il cambiamento climatico, l’inquinamento e le specie aliene invasive, le minacce provenienti da agricoltura, caccia e bracconaggio, e deforestazione sono particolarmente gravi ai tropici, avverte il rapporto, mentre i danni da inquinamento sono particolarmente importanti in Europa. Inoltre, avverte il Living Planet Report 2022 a meno che non limitiamo il riscaldamento globale a meno di 2 gradi, o preferibilmente 1,5 gradi, è probabile che il cambiamento climatico diventi la causa principale della perdita di biodiversità e del degrado degli ecosistemi nei prossimi decenni.

MAL’ARIA ITALIA, 13 CITTÀ FUORI DA VALORI SMOG OMS

Nessuna delle 13 città monitorate dalla campagna Clean Cities di Legambiente rispetta i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità sia per quanto riguarda le polveri sottili PM10 (15 microgrammi/metro cubo) che per quelle ultrasottili PM2.5 (5 microgrammi/metro cubo) e per gli ossidi di azoto (10 microgrammi/metro cubo). Insomma, denuncia il dossier ‘Mal’aria 2022 edizione autunnale’, in Italia l’emergenza smog è sempre più cronica. In questi primi dieci mesi del 2022 suona già il primo campanello d’allarme per inquinamento atmosferico. Per il PM10 la soglia di 35 giorni da non superare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo è stata ampiamente superata con almeno una delle centraline in 3 delle 13 città analizzate. Sono già in codice rosso Torino, Milano e Padova che si trovano fuori dai limiti di legge, rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Codice giallo, invece, per Parma (25), Bergamo (23), Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato la metà dei giorni di sforamento. A seguire, le città di Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il PM2.5, dove lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano. Male anche per gli ossidi di azoto: l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell’OMS varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.

ZEROEMISSION MEDITERRANEAN 2022, FIERA ECO INNOVAZIONE

Indipendenza energetica, energie rinnovabili, crescita della produzione e dell’occupazione, ma anche riequilibrio sociale e difesa dell’ambiente sono solo alcuni dei temi affrontati durante la nona edizione di ZeroEmission – Mediterranean 2022 che si è svolta dal 12 al 14 ottobre alla Fiera di Roma. Istituzioni, aziende, associazioni e società civile si sono incontrate per discutere, analizzare e programmare le soluzioni più innovative ed efficaci, al fine di individuare gli obiettivi strategici in campo energetico. Fotovoltaico, agrivoltaico, eolico, produzione di biometano e biomasse, solare termodinamico, idrogeno verde, risparmio energetico sono settori in crescita grazie alle tecnologie di ultima generazione in campo di batterie e sistemi di accumulo, reti di distribuzione, pompe di calore, infrastrutture e sistemi di ricarica ev, celle a combustibile, di metodi per la riduzione della CO2. Ma nella Fiera hanno avuto un ruolo di primo piano anche l’innovazione sociale, le comunità energetiche, le smart city, l’e- mobility, le politiche più avanzate delle multiutility. Sono infatti oltre 100 le aziende che hanno esposto nei padiglioni della Fiera di Roma. Accanto agli appuntamenti istituzionali, ci sono stati tre giorni di eventi speciali, come ad esempio i test drive con le moto e i veicoli elettrici nell’area esterna ai padiglioni. Durante la manifestazione i visitatori hanno potuto scoprire infatti scoprire e toccare con mano le ultime novità della mobilità elettrica a due e quattro ruote, richiedendo un Test Drive personalizzato.


PESCA E AMBIENTE, IN ECUADOR ECO-COOPERAZIONE ITALIA

Aiutare i pescatori a prendere possesso di tutta la catena di produzione ittica, sostenere le associazioni locali che si battono per preservare l’estuario, supportare la riforestazione delle mangrovie, essenziali per la difesa degli ecosistemi anfibi contro riscaldamento climatico ed erosione del suolo.
Sono alcuni degli obiettivi del progetto Innovación y Sostenibilidad de la Pesca Artesanal en Manabí – o Isospam – finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) nel cantone di Pedernales, nella provincia costiera di Manabì, nord-ovest dell’Ecuador. Isospam è coordinato dal comune marchigiano di San Benedetto del Tronto ed è realizzato dal governo della provincia di Manabì insieme all’Universidad Politécnica Salesiana di Quito, l’Università di Ferrara, Terra di Siena Lab, la Cooperativa Blu Marine Service e l’ong Cospe. Beneficiari oltre 2000 pescatori della zona, che si sono raccolti in tre comitati di base in località situate lungo e nei pressi dell’estuario: Canoa, La Chorrera e appunto Cojimies. All’interno del progetto è stato istituito anche un osservatorio ambientale sulla pesca, di cui fanno parte anche la Fao e il ministero delle Pesca di Quito. L’organismo collabora anche con l’associazione locale Servicios Ambientales de Cojimíes. “La difesa dell’ecosistema è l’unica chiave per rilanciare le attività ittiche nella zona, duramente danneggiate dagli effetti dei cambiamenti climatici, dall’inquinamento dell’estuario e dalla perdita delle mangrovie, abbattute in molti casi per far posto agli stagni di allevamento dei gamberi. Inoltre portiamo avanti un piano della riforestazione delle mangrovie nel cuore dell’estuario, sull’Isla del Amor. Si chiama così perché qui venivano diverse specie di uccelli a riprodursi, secondo diversi esperti circa 200 specie di volatili passavano per l’isola. Vogliamo che torni a essere il santuario che era un tempo e stiamo lavorando per questo”.

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