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Spedizione Everest, Di Blasio: “Pronti per difficoltà tecniche e fisiche”

Dal 20 ottobre all'8 novembre 2022 un gruppo composto da 22 italiani, dopo un anno di preparazione fisica e mentale, sfiderà i propri limiti per giungere tappa dopo tappa sulla cima dell'Everest

Pubblicato:18-10-2022 13:02
Ultimo aggiornamento:18-10-2022 13:31

FOTO HIMALAYA 3
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ROMA – Sta per partire il progetto internazionale ‘Lobuje Peak-Pyramid: exploration & Physiology 2022’ che coinvolgerà dal 20 ottobre all’8 novembre 2022 un gruppo composto da 22 italiani, uomini e donne che dopo un anno di preparazione fisica e mentale sfideranno i loro limiti, vinceranno resistenze per giungere tappa dopo tappa la cima dell’Everest e arrivare così al Campo Base posto a 5364 metri. L’obiettivo, al centro dello studio che coinvolge esperti provenienti da 16 atenei nazionali ed internazionali, è quello di registrare i parametri fisici, le performance fisiche individuali e l’impatto psicologico in base anche al genere e all’età che un viaggio così può avere su sportivi a livello non agonistico. Per capire come ci si prepara fisicamente a scalare l’Everest l’agenzia di stampa Dire, che supporta e segue il progetto, ha intervistato Gaetano Di Blasio, Presidente del Collegio Regionale D’Abruzzo Guide Speleologiche che guiderà sotto il profilo tecnico la spedizione.

DESTINAZIONE EVEREST, TUTTE LE TAPPE DEL VIAGGIO

“Ogni partecipante- ha dichiarato Di Blasio in esclusiva alla Dire- è informato delle difficoltà che andrà affrontare. I componenti del gruppo saranno chiamati a effettuare delle lunghe salite, ma naturalmente si procede in progressione fino a guadagnare le quote più ‘critiche’. Per le salite più tecniche, come questa, saremo dotati dell’equipaggiamento necessario che contempla: la corda, la piccozza e i ramponi. La partenza per tutti è Kathmandut per arrivare a Lukla (2840 metri), da Phakdingme via fino al Namche Bazaar (3446 metri) dove è prevista una sosta di due giorni per favorire l’acclimatamento del gruppo. Si riprende la scalata da Tengboche (3867 metri) e ancora su a Dgboche (4343 metri). Solo 4 alpinisti, precedentemente reputati idonei a seguito di test medici, scaleranno con me fino al Lobuche. Si sale ancora, ma sempre in progressione per evitare il ‘mal di montagna’, arrivando al Passo Cho La (5420 metri). La meta è il Campo Base Everest a 5384 metri.

I REQUISITI FONDAMENTALI: PRONTEZZA FISICA E CAPACITÀ DI REGGERE LO STRESS

“Abbiamo consigliato ad ogni partecipante un protocollo di allenamento al fine di aumentare la capacità polmonare e la resistenza muscolare. L’obiettivo- precisa Di Blasio- è evitare il ‘mal di montagna’ che si traduce in pratica in un mal di testa pulsante e che può degenerare, se non curata, in edema cerebrale oppure in un edema polmonare, condizioni gravissime, che meritano cure ospedaliere. In ogni caso l’alta quota, anche per le persone più allenate, è sempre un punto interrogativo. Una volta che la persona ha raggiunto l”acclimatamento’, il livello ideale tra ossigeno ed emoglobina, si può raggiungere la massima performance fisica. Anche se questo è un trek noto, la somma dei vari dislivelli del percorso è pari a 8mila metri. Il gruppo dovrà dare il massimo e dovrà essere in grado di reggere lo stress sia fisico che mentale. Sarà compito della parte medica e tecnica fare in modo che le persone, a 5mila metri di altitudine, siano perfettamente in salute”.


CIBI ALLEATI IN ALTA QUOTA. CARBOIDRATI BENZINA PER I MUSCOLI

“La dieta sarà ricca di carboidrati. In particolare nella fase della salita i partecipanti si nutriranno quasi esclusivamente di carboidrati per produrre energia per salire la montagna. Il menu tipo dell’alpinista– aggiunge l’esperto- si compone di grandi quantità di riso, patate e di una quota di proteine soprattutto dalla carne bianca”. “Molto difficile sarà reperire invece la carne rossa. La ragione risiede nel fatto che dove sosteremo, nelle valli buddiste, non è ammessa e reperibile. Ovviamente porteremo con noi in viaggio molte proteine, sotto forma di barrette, e poi liquidi e integratori”, conclude Di Blasio.

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