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Spedizione Everest, Federica Romano: “Di corsa tra timori e perplessità”

“Più che un viaggio è una sfida personale", dice Federica Romano, avvocato e maratoneta in partenza con la spedizione che scalerà il monte Everest

Pubblicato:18-10-2022 13:28
Ultimo aggiornamento:18-10-2022 15:29

FOTO HIMALAYA 5
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ROMA – Sta per partire il progetto internazionale ‘Lobuje Peak-Pyramid: exploration & Physiology 2022’ che coinvolgerà dal 20 ottobre all’8 novembre 2022 un gruppo composto da 22 italiani, uomini e donne che dopo un anno di preparazione fisica e mentale sfideranno i loro limiti, vinceranno resistenze per giungere tappa dopo tappa la cima dell’Everest e arrivare così alla Piramide del CNR (vicina al campo base dell’Everest). L’obiettivo è quello di registrare i parametri fisici, le performance fisiche individuali e l’impatto psicologico in base anche al genere, all’età e all’etnia che un viaggio del genere può avere su sportivi a livello non agonistico. Per capire come una sportiva e maratone si prepara fisicamente a scalare l’Everest l’agenzia di stampa Dire, che supporta e segue il progetto, ha intervistato la dottoressa Federica Romano, avvocato a Roma e maratoneta.

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Più che un viaggio è una sfida personale. Credo di essere l’interprete del sentimento di tutte le donne e gli uomini che parteciperanno con me a questa spedizione. Un vero e proprio sogno per chi ama la montagna. Ma oltre alla passione- precisa la Romano- ci vuole una adeguata preparazione fisica e uno stato di salute ottimale visto che si tratta di un viaggio dal duplice obiettivo: sportivo ma soprattutto scientifico”.


GLI ALLENAMENTI IN MONTAGNA

“E’ la prima esperienza per me ad alta quota- precisa la sportiva- certo ogni estate trascorro le mie vacanze in montagna ma è una esperienza di trekking diversa. Amo correre (soprattutto le maratone) e da poco mi sono approcciata al triathlon, per cui l’allenamento fisico – muscolare e cardiovascolare – per me è pane quotidiano. Credo di avere una buona resistenza muscolare ma non per questo non vivo momenti di cedimento, del tipo ‘chi me lo ha fatto fare’. Questa nuova esperienza di montagna però è decisamente diversa: non so cosa mi aspetta e non conosco gli altri 22 componenti della spedizione, ma non vedo l’ora di partire. In caso di sconforto? Mi tranquillizza l’idea che potrò contare su un supporto psicologico e sulla bellezza della natura che mi circonderà”.

IL DIARIO DI BORDO

“Per natura non mi intimidisce nulla e voglio provare ad andare costantemente oltre i miei limiti. Da sportiva mi piace ‘alzare’ l’asticella insomma cerco di andare sempre lontano dalla mia zona di comfort. Anche per questo durante la spedizione pubblicherò per la prima volta, ogni sera dal Campo Base un ‘diario di bordo‘, per raccontare come è andata la giornata, le emozioni e anche le difficoltà provate e vinte insieme al gruppo”.

Aspettando la partenza Federica racconta in conclusione: “Continuo a svegliarmi alle 5 ogni mattina per allenarmi. Terminata la sessione mi preparo per andare al lavoro. Cerco di dare il massimo e far convivere la mia professione di avvocato con la mia passione sportiva. Attualmente sono reduce dal mio primo mezzo Ironman a Cervia, dalla maratona di Londra e da quella di Chicago. E poi curo adeguatamente l’alimentazione, infatti sono seguita da Francesco Fagnani, nutrizionista sportivo del quale mi fido ciecamente”.

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