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Locatelli: “Accelerazione dei contagi, ma niente panico. Lavoriamo per evitare lockdown totale”

Ospite di Lucia Annunziata a 'Mezz'ora in più' ribadisce che la priorità va data a scuola e lavoro

Pubblicato:18-10-2020 13:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:04

locatelli
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ROMA – “Che ci sia stata un’accelerazione negli ultimi dieci-quindici giorni è indubitabile. Ma prima di parlare di crescita esponenziale ci andrei cauto, non siamo in questa situazione. Giusto guardare ai numeri con attenzione massima ma non siamo in una situazione né di panico né di allarme. Solo un terzo del numero di ieri di positivi è in soggetti sintomatici, a febbraio e marzo erano tutti sintomatici”. Lo dice Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e componente del Comitato tecnico-scientifico (Cts) intervendo a ‘Mezz’ora in più’ su Raitre.

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Con il coronavirus “dovremo convivere finchè non avremo un vaccino e un vaccino probabilmente lo avremo nella primavera 2021. Fino ad allora dobbiamo conviverci in modo da minimizzare l’impatto il piu’ possibile”.


Il “contributo della scuola a diffusone epidemica è assolutamente limitato”, riflette Locatelli. “La scuola è la priorità di questo Paese, insieme al lavoro e alle attività produttive– aggiunge- Lo sforzo fatto dai ministri Azzolina e Speranza è stato straordinario e va tenuta aperta”.

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“Non credo che dobbiamo arrivare” a un coprifuoco serale per contrastare la diffusione dei contagi da coronavirus, “certo un occhio sugli assembramenti forse va dato, magari implementando i meccanismi di sorveglianza“.
“Certo- aggiunge- va dato un occhio di più agli assembramenti incrementando i meccanismi di sorveglianza. La gente deve capire che è l’unico modo per uscirne fuori“.

AL LAVORO PER EVITARE LOCKDOWN TOTALE

“Io voglio sperare, come ha ricordato in maniera puntuale il presidente del Consiglio Conte, che non ci arriviamo a un lockdown su scala nazionale. Ci possono essere delle chiusure territoriali qualora si configurino degli scenari epidemiologici che richiedano di essere attuati, ma quello su cui si sta lavorando è esattamente evitare un nuovo lockdown anche per contemperare la tutela della salute il mantenimento delle attività produttive nel Paese“, spiega Locatelli.

SITUAZIONE FUORI CONTROLLO CON 600MILA INFETTI

“C’è una linea di pensiero che si sta sviluppando in ambito europeo che dice il sistema” di gestione della pandemia “rischia di andare fuori controllo nel momento in cui c’e’ circa l’1% della popolazione infetta. In Italia questo vuol dire 600 mila persone” ma “questo è concetto appena emerso, non siamo a questi numeri”, specifica Locatelli.

Locatelli precisa poi che “i modelli matematici sono certamente utili, ma bisogna anche tenere in considerazione il dato che va a interferire”. E spiega: “Ci sono dei contesti che in qualche misura vengono a essere influenzati anche dall’esperienza dei mesi di febbraio-marzo. In Lombardia le due province piu’ colpite adesso lo sono di meno e la ragione, parlo di Bergamo, puo’ essere magari legata ad un’attenzione piu’ spiccata rispetto alle misure di protezione ma anche perche’ c’e’ una sorta di protezione di comunità”.

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