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Guido Lombardi presenta “Ladro di giorni” in concorso alla Festa del Cinema di Roma

Nel cast anche Riccardo Scamarcio nel ruolo di protagonista e il giovane esordiente Augusto Zazzaro, scoperto durante i provini a Napoli

Pubblicato:18-10-2019 16:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:51

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NAPOLI – Un padre, un figlio e il loro viaggio alla (ri)scoperta di un amore sopito ma non perduto. Unica meta da raggiungere, ripercorrendo il passato, un futuro da vivere insieme. Sul loro cammino la caccia, spietata per uno, inconsapevole per l’altro, a quel “ladro di giorni” che, per un proprio tornaconto personale, segnò per sempre le loro vite. Questi gli elementi del film “Il ladro di giorni” di Guido Lombardi che sarà presentato, in concorso, domenica 20 ottobre alla Festa del Cinema di Roma.

Già vincitore del Premio Solinas nel 2007, riconoscimento dedicato ai soggetti cinematografici, il film arriva nelle sale dopo, caso più unico che raro, essere diventato un romanzo, nell’aprile di quest’anno, edito da Feltrinelli (collana I Narratori, pagg. 288). Dal Solinas, spiega Lombardi alla Dire, “sono partite due strade. Da una parte ho cominciato a scrivere il romanzo, dall’altra ho sviluppato con Marco Gianfreda e Luca De Benedittis la sceneggiatura del film che abbiamo girato nell’estate del 2018, con Riccardo Scamarcio come protagonista e il bravissimo Augusto Zazzaro, un bambino undicenne che abbiamo scoperto dopo tanti provini proprio qui a Napoli”.


Nel romanzo – sottolinea Lombardi – a narrare la storia è lo stesso bambino. Ho fatto quindi lo sforzo di creare una voce narrante credibile attingendo anche alla mia infanzia vissuta negli anni ’80. La libertà quando scrivi un romanzo è totale. Puoi decidere tu quando interrompere il flusso dei pensieri e ricominciare l’azione”.

Non è così in un film dove “ti devi confrontare con gli artisti che collaborano alla sua realizzazione. Augusto, e in primis Riccardo, ad esempio, hanno dato vita a quello che non c’era nella sceneggiatura”. Libro e film, insomma, sono per Lombardi “due belle avventure. E non so quale delle due cose mi abbia appassionato di più”. Una bella avventura “è quella che vivi in solitaria scrivendo nel tuo studio” ed altrettanto bella “è quella che ti porta a confrontarti con una troupe di 70 persone, attori, badget e location. Credo però di essere riuscito, grazie anche alla produzione di Nicola Giuliano e di Gaetano Di Vaio che mi hanno fornito professionalità di spicco e il tempo che mi era necessario, a realizzare il film che avevo in mente. Cosa difficile e mai scontata”.

“Il ladro di giorni” è un film “on the road” dal finale a sorpresa. Padre e figlio, viaggiando per l’Italia da nord a sud, proveranno a rompere quel muro che il tempo ha innalzato tra loro e “ogni tappa che copriranno diventerà una piccola sfida nella crescita o nella decrescita del loro rapporto. I film, ma è una mia convinzione – conclude Lombardi – assomigliano sempre a dei viaggi”.

Il ladro di giorni” è il terzo lungometraggio di Lombardi e arriva dopo gli acclamati “Là-bas – Educazione criminale” (2011) e “Take five” (2014). Per una strana combinazione numerica il titolo è anche quello del suo terzo libro, dopo “Non mi avrete mai” firmato con Gaetano Di Vaio (Einaudi Stile Libero, 2013) e “Teste matte” ancora a quattro mani ma con Salvatore Striano (Chiarelettere, 2015).

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