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Sanità, al meeting Post-Esmo di Napoli focus su novità in campo oncologico

A promuovere l'evento Women for Oncology Italy, associazione nata su iniziativa di 9 oncologhe italiane che si sono distinte in ambito nazionale

Pubblicato:18-10-2019 16:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:51

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NAPOLI – “Il meeting, che quest’anno si svolge a Napoli nella sede dell’Università Vanvitelli, ha lo scopo di discutere le novità del Congresso europeo della società di oncologia medica (Esmo) che si è svolto nelle settimane passate a Barcellona”. Lo spiega alla Dire Erika Martinelli, associato di Oncologia medica dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, a margine della terza edizione di ‘Post-Esmo Italy 2019’ in corso al complesso monumentale di Santa Patrizia.

All’incontro si è discusso, spiega Martinelli, “con esperti nazionali di quelli che sono i dati più importanti emersi nelle patologie di riferimento: tumore della mammella, del colon, del polmone, il melanoma, i tumori genitourinari e ginecologici”. Tra i dati evidenziati all’Esmo c’è il “rafforzamento dell’immunoterapia che è valida in alcune tipologie di tumore come quello del polmone, del rene e il melanoma.


Un altro dato interessante – continua – è l’utilizzo dei farmaci a bersaglio molecolare, nel tumore del polmone e della mammella, con il vantaggio dato dagli inibitori di ciclina nella sopravvivenza delle pazienti con un tumore della mammella metastatico che riescono ad avere, grazie a questi farmaci, un importante miglioramento della sopravvivenza”.

A promuovere l’evento Women for Oncology Italy (W4O), associazione nata nel 2016 come spin-off dell’associazione internazionale Esmo Women for Oncology, su iniziativa di nove oncologhe italiane che si sono distinte per il conseguimento di importanti risultati professionali in ambito nazionale.

“In tutta Europa – sottolinea Marina Chiara Garassino, presidente di W4O Italia, oncologa fondazione Irccs Istituto nazionale tumori Milano – le donne sono la maggior parte della forza lavoro in oncologia e quando l’associazione è stata lanciata solo il 10% aveva una posizione di leadership. La mission della nostra associazione è promuovere le donne, aumentare la loro consapevolezza, ridurre gli stereotipi”.

Negli ultimi anni, rimarca Garassino, “sono migliorate le possibilità delle donne di accedere come speaker ai congressi, ai simposi satellite, ma esistono ancora dei gap importanti: sono, ad esempio, poche le donne che hanno primo e ultimo nome sulle pubblicazioni scientifiche, sono meno le donne che accedono a Grant, sono meno quelle che risiedono in comitati scientifici. Si è arrivati a circa il 30% di rappresentanza femminile a congressi e comitati, ma negli ultimi 2-3 anni” si assiste ad una situazione di stallo dovuta “probabilmente a degli stereotipi culturali”. Si deve, quindi, lavorare sulle nuove generazioni per abbattere quello stereotipo per cui “l’uomo debba essere il primario e la donna debba essere l’assistente o l’infermiera”.

Per cambiare lo stato delle cose “è necessaria un’alleanza che a parità di merito favorisca – conclude – un bilanciamento tra uomini e donne”.





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