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Ex responsabile Centro oli Eni Val d’Agri a processo per disastro ambientale, Regione Basilicata si costituisce parte civile

Il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi: "È la risposta più semplice e lineare alle polemiche strumentali dei giorni scorsi"

Pubblicato:18-10-2019 13:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:51
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POTENZA – La Regione Basilicata si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario, che inizierà il prossimo 28 ottobre, nei confronti di un dirigente dell’Eni accusato di disastro ambientale per lo sversamento di greggio dai serbatoi dell’impianto del Centro Olio Val d’Agri. Lo rende noto l’ufficio stampa.

“Questa – commenta il presidente della Regione, Vito Bardi – è la risposta più semplice e lineare alle polemiche strumentali dei giorni scorsi. Polemiche fatte da chi poteva fare e, invece, è stato a guardare”.

SALTATA IERI LA TRATTATIVA REGIONE BASILICATA-ENI

Nel pomeriggio di ieri la Regione Basilicata ha  deciso di “interrompere immediatamente ogni consultazione con Eni al tavolo della trattativa sulle compensazioni ambientali e le politiche di sviluppo”. Gli esponenti della giunta hanno ritenuto “la posizione dell’Eni offensiva nei confronti della comunità lucana” e hanno evidenziato che “non convince la pregiudiziale messa sul tavolo da Eni”. Tanto che il governatore Vito Bardi ha voluto sospendere la riunione in corso nel pomeriggio di oggi con la multinazionale “in quanto era impraticabile qualsiasi altra argomentazione in tema di compensazioni ambientali.


Secondo l’interpretazione della compagnia petrolifera, infatti, non ci sarebbe la possibilità di firmare gli accordi in assenza di rinnovo formale della concessione da parte del Ministero. Ma Eni – specificano gli esponenti dell’esecutivo regionale – continuerà ad estrarre anche dopo il 26 ottobre, data di scadenza della concessione, perché lo consente una legge del governo Monti, secondo la quale le attività possono proseguire anche in mancanza di un’autorizzazione esplicita nei confronti del proponente.

Eni – ribadiscono – continuerà ad estrarre, e per questo i lucani hanno diritto di ricevere le compensazioni ambientali legate all’utilizzo del territorio e alle emissioni nell’atmosfera e nel sottosuolo. Ci rifiutiamo di credere che le motivazioni rilasciate dalla compagnia petrolifera siano uno strumento per fare melina e agire in danno dei lucani”.

Contemporaneamente Bardi ha chiesto un incontro al ministero dello Sviluppo economico e a quello dell’Economia e delle finanze per aprire “un immediato tavolo di confronto sulla vicenda delle estrazioni del petrolio lucano insieme alle royalties che lo Stato deve per legge fornire alla Regione”.

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